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Sistema Romeo: reati contro la Pubblica amministrazione per Bocchino, Caldoro e Verdoliva

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Alfredo Romeo, Italo Bocchino, Stefano Caldoro e Ciro Verdoliva contestati a vario titolo per reati contro la pubblica amministrazione.

La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di 55 persone, tra cui l’ex parlamentare Italo Bocchino, l’ex governatore Stefano Caldoro, l’imprenditore Alfredo Romeo e l’attuale direttore dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva. L’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Romeo”, condotta dai pm Celeste Carrano, Francesco Raffaele e Henry John Woodcock, è stata possibile grazie al trojan introdotto nel cellulare dell’imputato. Tra i reati contestati, a vario titolo, c’è la corruzione e turbativa nell’ambito di appalti relativi a servizi.

Ad Alfredo Romeo, al suo collaboratore Ivan Russo e a Italo Bocchino, i pm contestano l’associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione, alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti in relazione all’assegnazione degli appalti. Per l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro cade l’accusa di corruzione, convertita in traffico di influenze. Ciro Verdoliva, nella veste di ex dirigente del Cardarelli, avrebbe favorito l’azienda di Romeo, all’epoca impegnata nella pulizia dell’ospedale. Verdoliva avrebbe anche distrutto la documentazione relativa alle segnalazioni degli inadempimenti della Romeo Gestioni SpA.

Intanto, due carabinieri, Sergio Di Stasio e Vincenzo Romano, avrebbero rivelato segreti d’ufficio a Verdoliva. Anche Giovanni Annunziata, ex dirigente comunale, avrebbe contribuito a cucire un bando di gara su misura per la Romeo Gestioni SpA. Annunziata è accusato di aver raccolto informazioni contro il sindaco De Magistris. Sotto inchiesta anche Emanuele Caldarera, ex dirigente del Ministero della Giustizia che avrebbe sbloccato pagamenti per la Romeo Gestioni SpA in cambio dell’assunzione di una parente.

L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 dicembre alle 9.30 e si svolgerà davanti al gup Simona Cangiano.

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BussoLaStoria: Francesco II, l’ultimo Re delle Due Sicilie

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La scorsa settimana su BussoLaStoria abbiamo esaminato l’intrigante figura di Giambattista Vico, principale esponente dell’illuminismo nel Regno napoletano: facendo un salto nel tempo di più di un secolo, scopriremo di più su Francesco II di Borbone, l’ultimo sovrano del Meridione indipendente.

L’Ultimo re del Sud

Io sono Napolitano; nato tra voi, non ho respirato altr’aria, non ho veduti altri paesi, non conosco altro suolo, che il suolo natio. Tutte le mie affezioni sono dentro il Regno: i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra lingua la mia lingua, le vostre ambizioni mie ambizioni.

Francesco II di Borbone (il cui nome di battesimo era Francesco d’Assisi Maria Leopoldo),  soprannominato Franceschiello (Napoli, 16 Gennaio 1836 – Arco, 27 Dicembre 1894), fu l’ultimo re delle Due Sicilie, dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861, quando fu deposto. Salito al trono molto giovane e in un’epoca di fermenti nazionalisti, diverse fonti lo descrivono come timido, cupo e costantemente perso nei suoi pensieri.

Questa personalità ben si rifletteva nei suoi ideali reazionari e avversi a un cambiamento necessario per assicurare l’esistenza del Regno: rifiutò la proposta costituzionale del Presidente del Consiglio Carlo Filangieri, che intendeva porre le Due Sicilie sotto l’influenza francese, poiché lo riteneva l’unico modo di scampare all’Unificazione che pareva ormai sempre più vicina.

Il sovrano non mancava però in nobiltà d’animo: davanti alle ripetute sconfitte del suo esercito, dopo lo sbarco dei Mille in Sicilia e le varie battaglie che seguirono, si rifiutò di rendere la sua capitale teatro di stragi e violenze. Dopo un proclamo, si ritirò da Napoli. Combatté a Gaeta, ultimo bastione di un Regno ormai scomparso, e perse firmando la capitolazione quando capì che ormai non c’era più speranza di trionfare.

Nonostante il suo regno breve, Francesco II è stato un sovrano di gran rilevanza nella storia ed è entrato nel linguaggio colloquiale: l’Esercito di Franceschiello è ancora oggi un gruppo di persone incapaci e indisciplinate.

L’Esilio di Francesco II

Il 14 febbraio, il re, la regina Maria Sofia di Baviera, i principi e i ministri, dopo aver ricevuto gli ultimi onori militari dalle truppe borboniche schierate sul lungomare di Gaeta e il caloroso saluto dei civili, si imbarcarono per recarsi in esilio a Roma come ospiti del Papa. Quando la nave abbandonò il porto, le batterie di Gaeta esplosero 20 colpi di cannone come estremo saluto al re che partiva in esilio e da terra si sentirono per l’ultima volta le grida dei soldati borbonici. Gridavano “viva ‘o Rre!” a un sovrano che nonostante tutti i suoi errori era stato in grado di farsi amare. Dopo 731 anni, la Corona di Sicilia perdeva i suoi territori.

Sciolse il governo borbonico in esilio soltanto nel 1867: sebbene albergasse in lui la speranza di ricostituire il Regno delle Due Sicilie, il riconoscimento internazionale dell’Italia gli tolse ogni speranza rimasta. Nel 1870 abbandonò Roma e si stabilì a Parigi. Visse privatamente, senza grandi mezzi economici, poiché Garibaldi aveva confiscato tutti i beni dei Borbone. Il Governo italiano ne propose la restituzione a Francesco II a patto di rinunciare ad ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Sicilie, cosa che egli non accettò, rispondendo: “Il mio onore non è in vendita“.

Trascorse i suoi ultimi anni ad Arco, in Trentino, assieme alla moglie Maria Sofia. Visse sotto mentite spoglie, conosciuto ivi come il “Signor Fabiani”: soltanto alla sua morte, nel 1894, gli abitanti del posto scoprirono della reale identità del concittadino.

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Benevento, Mastella minaccia di chiudere Corso Garibaldi ai padroni incivili dei Cani

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“L’affetto per i cani e per gli animali è un fatto molto bello. Ma non è possibile che, nonostante la mia ordinanza, molti proprietari girino lo sguardo altrove e non puliscano i bisogni dei loro cani. Questo senso di inciviltà non è accettabile“.

Lo scrive Clemente Mastella, sindaco di Benevento, sulla sua pagina Facebook, invitando i cittadini a rispettare l’ordinanza che impone ai proprietari di cani di dotarsi di bustine apposite e raccoglierne le deiezioni.

“Tanti, e giustamente – aggiunge il sindaco – se ne lamentano. Ho dato disposizione di fare contravvenzioni rigorose e, se la cosa persiste, vedrò se esistono le condizioni di legge per vietare, soprattutto per il corso (Garibaldi, ndr), l’accesso ai proprietari con cani. Possedendo anche io un cane, mi addolora farlo. Perciò, prego tutti di rispettare, con senso civico, la bellezza e la pulizia della città”

Il primo cittadino conclude con un post scriptum:

“P.s vi prego, altresì, di non dare da mangiare ai piccioni, lasciando le briciole che sono una formidabile esca per i topi. Buona giornata a tutti”.

ALLARME TERRORISMO: ricercati due uomini in tutta Italia

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di Maria D’Angelo – Sono ricercati su tutto il territorio nazionale due potenziale terroristi di nazionalità albanese. L’allarme terrorismo, secondo quanto riporta anche Open.it, è scattato tra le forze dell’ordine italiane questa notte.

La minaccia di un attentato terroristico sul territorio italiano seguirebbe – riporta una nota riservata – le “Modalità di esecuzione stile teatro “Bataclan” in Francia».

Affinché si scongiuri una strage simile a quella avvenuta in Francia il 13 novembre 2015, sono stati invitati tutti gli agenti e militari  a ” prestare la massima attenzione, adottando ogni sistema di sicurezza e protezione in caso di controllo persone sospette”

Sono due i potenziali terroristi ricercati: uno risponderebbe al nome di Battar Nabiyula, conosciuto anche come Maximilian Defilade o Bardhyl Hoxha, di 46 anni. L’altro sarebbe Bujar Hysa, che dovrebbe avere tra i 40 e i 48 anni.

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Napoli – Maxi blitz contro i parcheggiatori abusivi

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Parcheggiatori abusivi: maxi blitz a Napoli contro il fenomeno illecito e spesso malavitoso. Scattate 83 denunce e  36.380 euro sequestrati.

Parcheggiatori abusivi: continuano i controlli dei carabinieri del comando provinciale di Napoli per contrastare l’illecito e spesso malavitoso fenomeno. Nelle ultime settimane,sono state denunciate 83 persone, notificato 123 contravvenzioni al codice della strada ed emessi 93 provvedimenti di allontanamento e nel complesso sono stati sequestrati 36.380 euro in contanti.

L’ingente somma sequestrata, tutta in banconote di piccolo taglio e monete, è stata rinvenuta nelle tasche dei parcheggiatori. In alcuni casi, i militari hanno trovato i soldi all’interno di ingegnosi nascondigli, ideati per evitare controlli e sequestri delle forze dell’ordine.

Delle 83 persone denunciate, cinque operavano nei dintorni del Cimitero di Poggioreale e lungo la strada che porta all’Ospedale del Mare di Ponticelli. Sei invece, le persone denunciate tra Mergellina e Fuorigrotta, di cui una aveva stabilito un vero e proprio tariffario: 5 euro per automobili lussuose, 3 euro per le utilitarie e 2 euro per i motocicli.

Nel quartiere Chiaia, invece, i carabinieri hanno sanzionato 69 persone, molte delle quali sorprese proprio durante l’atto di chiedere insistentemente soldi agli automobilisti. Un parcheggiatore abusivo è stato poi beccato dai carabinieri nel centro storico di Pozzuoli: aveva chiesto “un’offerta a piacere” a una donna appena scesa dall’auto ma non contento della somma ricevuta, ha cominciato a insultarla.

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Italia Viva in Campania: Un partito a immagine e somiglianza di De Luca

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Non si può negare che il successo riscosso in Campania dal nuovo partito di Renzi, Italia Viva, è decisamente sopra le aspettative.

In tanti infatti si stanno domandando come mai così tanti “uomini del Presidente” abbiano scelto di aderire in massa ad Italia Viva, facendo sì che l’adesione di De Luca fosse quasi implicita con l’entrata dei suoi fedelissimi.

Tra i fedelissimi riunitisi a raccolta lo scorso lunedì al teatro metropolitan di Napoli, vi erano il consigliere regionale Luigi Bosco e il suo collega Enzo Alaia, anch’egli fedelissimo dell’ex Sindaco di Salerno. Inaspettati eppur presenti sono stati Tommaso Pellegrino, già parlamentare e Sindaco di un comune cilentano e Ciro Capano, attore partenopeo vicino ai DS.

New entry in Italia Viva anche Giovanni Palladino, ex deputato di scelta civica, presentatosi al metropolitan insieme al Presidente dell’ VIII municipalità Apostolos Pipais, entrambi vicini a De Luca.

Schierati nelle prime file, non potevano che esserci gli uomini del Governatore: Dall’ex eurodeputato Nicola Caputo, passando per il Sindaco di Castellammare di Stabia Antonio Pannulo, fino a Pasquale Orlando. 

In sostanza mancavano solo i De Luca, padre e figlio, anche se la loro anima era tutta li, facendo emergere un quadro chiarissimo dal quale si misura la  vicinanza del Governatore al Progetto Renziano, una vicinanza che potrebbe essere paragonata ad una simbiosi, tanto che i più avventanti parano di un imminente passaggio, forse all’indomani delle regionali, di De Luca ad Italia Viva.

Federico II: Monte Sant’Angelo è in degrado

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Studenti e docenti denunciano lo stato di abbandono del complesso universitario di Monte Sant’Angelo della “Federico II”.

È risaputo che, nonostante sia una fra le università più antiche del mondo, la “Federico II” non brilli certo per il suo ‘stato di conservazione’. Il campus di Monte Sant’Angelo, una bella struttura con tanto potenziale, in particolare, versa in condizioni precarie. Gli studenti e alcuni docenti denunciano la forte negligenza nella cura degli spazi e la scarsa manutenzione: numerose infiltrazioni e perdite di acqua in tutto il campus, con una proliferazione di muffe e di ruggine, ma anche impalcature in bella vista a sorreggere alcune scale. Queste, a volte, sono occupate anche da tubi e altro materiale da lavoro. Il verde c’è, questo è vero. Ma è vittima dell’incuria e del degrado. A ciò si aggiungono problemi di raccolta dei rifiuti, con cassonetti pieni e rifiuti ingombranti accatastati in aree non predisposte alla raccolta. *

Insomma, la vita da campus, per i tanti studenti della “Federico II” che frequentano il complesso universitario di Monte Sant’Angelo, è sempre più difficile. Oltre ai problemi di manutenzione, studenti e docenti denunciano anche l’assenza di un’adeguata rete di collegamento verso il campus, e di aule sufficientemente spaziose da accogliere l’ingente numero di frequentanti. È possibile ritrovarsi, infatti, a seguire le lezioni seduti per terra.

Tutto questo in un’università che spende circa dieci milioni all’anno per la cura delle sue sedi. “Per diverso tempo la manutenzione costante non è stata possibile, ma da 4 anni si è ripreso” – così Gaetano Manfredi, rettore della Federico II, a “La Repubblica” – “Stiamo rifacendo i 700 bagni di Monte Sant’Angelo e l’intera impermeabilizzazione. E partiranno i lavori per l’ingresso i parcheggi con 500 posti auto in più”.

 

* Quanto alla raccolta differenziata, l’intera città sta attraversando un momento particolarmente problematico.

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Anteprima Capua Festival: Antonella Ruggiero presenta la compilation “Del Femminil Sentire”

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Dopo il grande successo di Noa con i Solis String Quartet e Gil Dor, ad annunciare il Capua Festival in anteprima sarà Antonella Ruggiero, venerdì 1 novembre ore 20 dal Teatro Ricciardi (Largo Porta Napoli,Capua, CE)

L’artista dalla voce indimenticabile che ha fondato e reso famosi i Matia Bazar in Italia, sarà accompagnata dal “Claudio Romano Quartet”, con Claudio Romano alla batteria, Lino Pariota al piano e alle tastiere, Francesco Puglisi al basso, Livio Lamonea alla chitarra.

Aprirà il concerto, con un breve set acustico, Eleonora Tosca in arte “Eleviole?” una tra le voci più interessanti della nuova leva delle cantautrici italiane che, come la Ruggiero con il brano “Figlie”, partecipa con “Le civette”, ad un altro importante tassello del Festival: la compilation “Del Femminil Sentire” che verrà presentata durante la serata.

La compilation “Del Femminil Sentire”

Dodici brani di cui 7 inediti, scritti e realizzati per il progetto culturale del Capua Festival, con le voci di Mama Marjas, Antonella Ruggiero, Giovanna Panza, Francesca Incudine, Mujeres Creando, Eleviole?, Teresa De Sio, Agnese Valle, Myriam Lattanzio, Maria Pia De Vito & Burnogualà Large Vocal Ensemble, Maria Cinzia Mirabella e Gabriella Rinaldi che ne ha curato anche la produzione artistica. E’ possibile ascoltare il lavoro discografico in streaming a questo link http://www.themusicfactory.it/nadop/femminil-sentire/.

Brani e Interpreti

Mama Marjas – Mama

Mama Marjas, cantante, interprete e compositrice, regina della Black & Reggae Music italiana è un’artista poliedrica dalla voce unica che con la sua musica e la sua energia abbraccia stili e linguaggi diversi. Il suo brano “Mama”, in apertura alla compilation del “Femminil Sentire” è una preghiera ed un’invocazione allo spirito della Grande Madre Terra.

Antonella Ruggero – Figlie

La grande voce della musica italiana che, dagli anni 70, ad oggi ha saputo più di ogni altra rappresentare il punto di incontro tra la ricerca vocale e il sentimento più fine e delicato dell’arte in un continuo crossover tra la musica pop e il mondo della musica classica. Dai grandi successi con i Matia Bazar ad oggi, la sua declinazione del “Femminil Sentire” è il delicato affresco sonoro del brano “Figlie”.

Giovanna Panza – “Na Cosa e ‘na Rosa”,

Cantante e autrice sin dalla metà degli anni 80. Ha collaborato come vocalist con E. Bennato, T. Esposito, E. Gragnaniello, D. Sepe. Premio Recanati nel 2004. Ha scritto canzoni per numerosi artisti e per il “Femminil Sentire” ha scelto la magia di “Na cosa e ‘na rosa”, un piccolo gioiello di emozioni che rimanda ad un mondo interiore e ad un sentimento antico oltre ogni tempo e dimensione.

Francesca Incudine

Cantautrice siciliana, è una delle realtà più interessanti voci della world music italiana. Nel 2018 vince la Targa Tenco per il miglior album in dialetto con il suo “Tarakè”, il Premio Bianca d’Aponte e il Premio della critica intitolato a Fausto Mesolella (pari merito con I. Scarpato). Il suo brano “Come fussi picciridda” è, tra gli altri, colonna sonora di partenza e atterraggio sui voli nazionali e internazionali di Alitalia grazie alla vittoria nel contest “Fai volare la tua musica”. Per il “Femminil Sentire” ha scelto “Caminu sula” in dialetto siciliano.

Maria Cinzia Mirabella – La Gorgone

Cinzia Mirabella attrice, regista e autrice di teatro e cinema. Si forma con D. De Fazio all’ Actors Studios. Ha lavorato in teatro con Adriana Innocenti, Marina Confalone, e al cinema con Pappi Corsicato, Fiume Formisano, G. Morelli. Con i suoi cortometraggi, in veste di autrice e regista ha partecipato a festival nazionali ed internazionali. Il monologo della “Gorgone”, su musiche di Max Carola, è un’esperimento sonoro dove il linguaggio della trap incontra la recitazione teatrale e fa da sfondo allo struggente racconto del destino di una metamorfosi mai voluta. 

Gabriella Rinaldi – Lupe

Autrice, cantante e voce dal timbro inconfondibile. Dagli anni 80 ad oggi, Radio Dj, Music Producer e docente di canto moderno, responsabile di progetti e modelli di laboratori didattici sperimentali dedicati ai bambini. Direttore e produttore artistico della compilation per il Capua Festival. Il mio mondo gira intorno alle voci – dichiara – e in “Lupe” canto l’eroismo, l’inganno del tempo e dell’amore sull’onda del “Femminil Sentire”.

Mujeres Creando – Madre di Tutto

6 donne, napoletane, magiche musiciste e affabulatrici. Il nome “Mujeres Creando”, ossia “Donne che creano”, è ispirato all’omonimo collettivo femminista sudamericano fondato nel 1992 da Julieta Paredes, Maria Galindo, e Mónica Mendoza. Assia Fiorillo (voce), Claudia Postiglione (chitarra), Igea Montemurro (violino), Giordana Curati (fisarmonica), Marisa Cataldo (batteria), Agnese Mari (basso). Il loro brano “Madre di tutto” è un omaggio che trae spunto dalle Matres Matutae del Museo Campano ed è dedicato a tutte noi: “schiave, divine, streghe”.

Eleviole? – Le Civette

Che fine hanno fatto le viole? Nascoste nell’erba o sparite nel caos metropolitano?  Eleonora Tosca in arte “Eleviole?” racconta il mondo visto dagli occhi e dalle mani dei 30 anni attraverso quelle che ama definire “filastrocche per grandi”. Il suo brano “Le Civette” è una ninna nanna al contrario dove la donna, madre biologica e potenza creatrice si augura con la buonanotte di potersi risvegliare più forte ogni giorno. La civetta, animale notturno e simbolo ancestrale di saggezza rappresentata questo dualismo.

Teresa De Sio – Brigantessa

Cantante, autrice, scrittrice, una artista che non ha bisogno di presentazioni. Teresa De Sio incarna da sempre, con la sua voce e la sua scrittura un Femminil Sentire possente e moderno. Se oggi la sua arte è più che mai “Puro desidero” e ricerca interiore, nei fatti “Brigantessa”, il brano che ha voluto scegliere per questa compilation, è la testimonianza diretta di uno spirito libero e ribelle, uno sguardo sul mondo intenso e appassionato.

Agnese Valle – Di carne e di pietra

Cantautrice, compositrice e clarinettista, vincitrice del premio della critica al “Bianca d’Aponte” e al “Mario Panseri”, più volte candidata alla Targa Tenco è una delle voci più interessanti della nuova generazioni di cantautrici. Porta avanti da anni il suo progetto artistico nella canzone d’autore, affiancandolo a brani scritti e collaborazioni per altri, come per l’Orchestra del 41° Parallelo e per la Med Free Orkestra, della quale è stata voce femminile e clarinettista. E’ al lavoro per il suo terzo album che uscirà nel 2020. Il suo brano è la scena di un film, l’immaginario viaggio nel tempo e nel corpo di una Mater Matuta.

Myriam Lattanzio feat. Gabriella Rinaldi – Un foglio di carta bianco

Autrice e cantante, da voce solista di gruppi folk quali Tupeapò e  Poliphonia ad interprete e fine scrittrice di canzoni d’autore. Premio Recanati, Bengiò, Biella Festival. “Mi spinge il desiderio di cantare la mia terra ed i mali del mondo con rabbia” dichiara. E così il suo “Foglio di carta bianco” creato apposta per il Capua Festival, è una denuncia ed allo stesso tempo un inno alla resistenza ed alla forza del “Femminil Sentire”.

Maria Pia De Vito & Burnoguala’ Large Vocal Ensemble –
Voccuccia del no pierzeco apreturo

Il Burnogualà Large Vocal Ensemble, è una comunità di cantanti e ricercatori fondata e diretta da Maria Pia De Vito, pluripremiata cantante jazz di fama internazionale. Protagonisti di diversi Festival in Italia (Festival delle Dolomiti, Ravello, Percorsi Jazz di Santa Cecilia, Ventotene) hanno realizzato fra gli altri, un delizioso video girato in acqua a Ventotene, che è diventato subito virale in rete. Dal loro album “Moresche ed altre invenzioni” è tratta la poetica versione di “Voccuccia del no pierzeco apreturo” che chiude la compilation del Capua Festival.

Il Capua Festival

Una settimana di eventi, incontri e concerti con al centro la città di Capua e le sue caratteristiche uniche esaltate ed intrecciate da diversi linguaggi: un ventaglio di proposte realizzate ad hoc ma funzionali ad un unico corpo.

Questo lo spirito del Capua Festival, diretto da Gabriella Rinaldi con il supporto di Alessandro Pasca di Magliana e Giuseppe Bellone, finanziato e realizzato dalla Regione Campania attraverso la Scabec, in collaborazione con il Comune di Capua, che si svolgerà nella primavera 2020.

Un festival dei luoghi e con i luoghi di una città attraversata da ventotto secoli di storia, che da essa si è lasciato ispirare e ad essa s’ispira e che si realizza attraverso declinazioni artistiche diverse per raccontarla a chi ancora non la conosce.

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Cronache di Napoli e Caserta contigue alle organizzazioni crimali? Per il Pm, Saviano aveva ragione

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In un articolo pubblicato su Repubblica nel 2015, Roberto Saviano aveva scritto che le testate “Cronache di Napoli e Cronache di Caserta sono contigue alle organizzazioni criminali, che fungono da loro uffici stampa, e che sono organo di propaganda e di messaggi tra clan”.

Immediata era stata la la denuncia-querela per diffamazione nei confronti dello scrittore napoletano da parte di Pellegrino Notte, amministratore della Libra Editrice ed editore dei sopracitati quotidiani. Dopo 4 anni, come riporta anche il quotidiano online Fanpage, la vicenda si è chiusa con una richiesta di archiviazione.

Secondo il Pm Paola Di Nicola che ha chiesto l’archiviazione al Giudice per le istanze preliminari di Roma, le parole di Saviano erano atte a difendere la propria reputazione da precedenti accuse di plagio apparse sul Daily Beast nel proprio libro Zerozerozero, ma soprattutto fondate e “veritiere” nell’affermare la “contiguità dei suddetti quotidiani ad ambienti camorristici”.

el medesimo decreto di archiviazione, l’estensore della richiesta di archiviazione ha affermato che “sussistono ulteriori e diversi elementi che fanno propendere per l’intrinseca veridicità e obiettività di quanto affermato da Saviano. Ad ulteriore contiguità dei sopracitati quotidiani con ambienti camorristici  depone, altresì, la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie del 5/8/2015“.

Dunque, aver utilizzato un provvedimento giudiziario come fonte delle sue affermazioni, solleverebbe Roberto Saviano da ogni accusa di diffamazione.

Assieme alla posizione dell’autore di Gomorra, è stata archiviata anche quella di Ezio Mauro, all’epoca della pubblicazione dell’articolo direttore del quotidiano La Repubblica.

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Leggende della Campania: Ciccio e la notte delle streghe

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In Campania, lo sappiamo, ci sono le streghe: si chiamano Janare. Sono donne potenti e misteriose che tutti hanno cercato di evitare e da cui ogni abitante della regione cercava protezione.

Ma cosa succede quando un uomo normale incontra le streghe? Cosa succede quando si arrischia addirittura a disturbarle? Niente di buono, direbbe il buon senso: ed in effetti, è proprio così.

Questa storia è avvenuta a Meta di Sorrento. E’ una storia sfortunata e amara, senza nulla che l’addolcisca: questa settimana vi parliamo della storia di Ciccio e della sua notte delle streghe.

Franco il pescatore

A Meta di Sorrento viveva un pescatore. Il suo nome era Franco, ma in molti lo chiamavano Ciccio.

Ciccio possedeva una barca, ed ogni mattino vi si recava di buon ora per iniziare la sua giornata di pesca, unica sua fonte di sostentamento. Di buona lena si alzava e preparava quanto gli sarebbe servito in mare durante le ore diurne; spingeva la sua barca nell’acqua e svolgeva il suo lavoro.

L’uomo era benvoluto dai suoi concittadini: solare, gentile ed onesto, era difficile non apprezzarlo. Viveva una vita semplice e serena e pensava che così sarebbe andata fino alla fine dei suoi giorni; purtroppo, come questa storia dimostra, si sbagliava.

La barca

Tutto cominciò con un fatto assai strano.

Come ogni giorno Franco si stava dirigendo alla sua barca per iniziare la giornata – ma non l’aveva trovata lì dov’era convinto d’averla lasciata la notte precedente. La scorse dopo poco, a circa duecento metri da dove credeva che fosse, e la cosa lo irritò. Nonostante questo, non vi badò eccessivamente; pensò, semplicemente, d’essersi sbagliato e che la memoria gli avesse tirato un brutto tiro.

La giornata proseguì normalmente: la pesca fu abbondante, il mare calmo ed il cielo sereno. Calata la sera, Ciccio portò la barca a riva e tornò a casa sua.

Il giorno dopo, tuttavia, accadde di nuovo: il pescatore non trovò la barca al suo posto, ma spostata di circa duecento metri. Questa volta si fece strada nella sua mente il sospetto che qualcuno avesse usato la sua barca durante la notte, ma scacciò quell’idea. Forse s’era sbagliato di nuovo – anche se, pensava, era assai improbabile, avendo il giorno precedente fatto bene attenzione a dove avesse lasciato la barca.

Ad ogni modo, anche quel giorno andò in mare e di nuovo la pesca fu abbondante e fortunata. La giornata si concluse, e Ciccio s’incamminò verso la propria dimora.

Per la terza volta, al mattino seguente il giovane pescatore trovò la barca a duecento metri dal suo posto. Questa volta ne era certo: o qualcuno usava la barca o stavano tirandogli un brutto scherzo! Un po’ preso dalla rabbia ed un po’ incuriosito da quegli strani fatti, tornò comunque di nuovo in mare.

Concluso il suo lavoro, poco prima della sera, non s’incamminò verso casa: scavò una piccola fossa sotto la barca e vi si nascose, ben deciso a scoprire chi spostasse la sua barca e cosa ci facesse durante tutte le notti.

Invece e’ seje simme sette

Il sole si nascose oltre la linea dell’orizzonte e giunse la notte. Quando ormai era da molte ore tutto buio intorno al giovane, che cominciava ad esser intirizzito per il freddo e la scomoda posizione, alle sue orecchie giunse il suono di una moltitudine di voci. Come poté constatare, si trattava di voci di donne.

Era appena scoccata la mezzanotte.

Ciccio sbirciò dal suo nascondiglio, e vide che sette donne si incamminavano verso la barca. Man mano che si avvicinavano, riusciva a scorgerne meglio gli abiti ed i volti; quando furono abbastanza vicine, ne ebbe la certezza: si trattava di streghe, di Janare!

Lunghissime unghie e capelli selvaggi, vesti neri e stracciate ad ornarne i corpi ossuti, le streghe salirono una ad una sulla barca, mentre il cuore del povero Ciccio s’agitava e la sua pelle s’imperlava di sudore.

Quando si furono tutte sistemate, la più anziana delle donne si schiarì la voce roca e recitò una formula: 

Ralle, ralle mastu Giuseppe, invece e’ seje simme sette!

Quando la barca non si mosse sotto di loro, le donne iniziarono a borbottare: perché non stava accadendo nulla? Perché la formula non funzionava? L’unico a saperlo era il povero Ciccio: non erano in sette sulla barca, ma otto, perché c’era anche lui, nascosto sotto di loro.

Con voce più forte e sensibilmente più irritata, la strega recitò di nuovo la formula:

Ralle, ralle mastu Giuseppe, invece e’ seje simme sette!

Ma ancora nulla accadde. Insospettita, una delle streghe provò a suggerire alla più anziana che forse c’era qualcun altro con loro; ma la più anziana non l’ascoltò. Zittì le altre e gridò ancora una volta:

Ralle, ralle mastu Giuseppe, invece e’ seje simme sette!

E quando la barca ancora una volta non si mosse, la vecchia janara s’allungò sotto la barca, scoprendo il nascondiglio del pescatore, che, terrorizzato davanti a quel volto di strega, lanciò un terribile grido nella notte.

Ciccio lo storto

Quando le streghe trovarono il povero Ciccio, lo trascinarono fuori dal suo nascondiglio. Le loro braccia, per quanto magre, erano dotate di un’incredibile forza: due di loro presero tra le ossute dita i remi della barca e cominciarono a picchiare il pescatore curioso.

Lo colpirono e colpirono fino a spezzargli le ossa, fino a riempire i remi di sangue e a farlo svenire. Dopo aver compiuto queste azioni nefaste, lanciarono via i remi nella sabbia e si allontanarono.

La mattina dopo, Ciccio venne ritrovato da un suo amico che, vedendolo in quelle terribili condizioni, cercò di aiutarlo. Quando dopo qualche ora il pescatore si riebbe e provò a raccontare quanto era accaduto, in pochi gli credettero: tutti pensavano che le streghe, le Janare fossero poco più che favole per spaventare i bambini. 

Il povero Ciccio rimase storpio per via dell’aggressione subita dalle streghe: non seppe mai perché ogni notte usassero la sua barca e raccontò per il resto della vita la storia di quella notte maledetta. Da allora, tutti lo conobbero col nome di Ciccio lo storto.

E voi? Avevate mai sentito parlare di Ciccio e della sua notte delle streghe? Che la sua storia vi sia da monito: non disturbatele e non spiatele, e soprattutto cercate di non interferire con i loro malefici. Se vi arrischierete a farlo, potreste finire come il povero Franco…

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Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo
La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità
 I segreti della Grotta Azzurra 
la storia di Castel dell’Ovo
La strega di Port’Alba
Tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno
La storia d’amore dei colli di Napoli 
Storia della regina verde di Agropoli
il fantasma di Tiberio e la bella Carmelina
la seducente fantasma dell’ex-monastero di Sant’Arcangelo
 il fantasma di Bianca a via dei Tribunali
 la nave di Castellammare di Stabia
 il Drago di Napoli
 Mergellina, la ninfa ed il pescatore
Gesio e la bocca del dragone
Il fantasma di San Lorenzo

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