martedì, Dicembre 16, 2025
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Il team napoletano “BeyondShape“ in corsa per il Premio Nazionale per l’Innovazione

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Dopo aver vinto l’edizione 2019 della Start Cup Campania, il team BeyondShape è uno dei candidati al Premio Nazionale per l’Innovazione.

A conquistare il gradino più alto del podio della Start Cup Campania quest’anno è stato il team BeyondShape, aggiudicandosi il primo premio con il progetto Inbody. Grazie a questa importante vittoria, il gruppo di ricerca parteciperà all’edizione 2019 del Premio Nazionale per l’Innovazione, che quest’anno si svolgerà presso l’Università degli Studi di Catania il 28 e il 29 novembre.

Al Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI) sono ammessi i gruppi selezionati dalle singole Start Cup locali, ovvero “business competitions” svolte annualmente in tutte le regioni e che aderiscono alla prestigiosa competizione nazionale. Lo scopo delle Start Cup regionali è quello di premiare le più interessanti iniziative imprenditoriali al fine di promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica nei territori regionali.

Che cos’è BeyondShape?

BeyondShape è una società spin-off dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che sviluppa sistemi avanzati per la scansione tridimensionale del corpo umano ed elabora dati per le applicazioni mediche. Orgoglio tutto campano, BeyondShape è un gruppo multidisciplinare, formato da rappresentati dell’Università di Napoli “Federico II”, dell’Università della Campania “Vanvitelli” e dell’azienda ortopedica “Ortopedia Ruggiero srl”.

In particolare, il team BeyondShape è composto da Stanislao Grazioso, Dario Panariello, Teodorico Caporaso, Giuseppe Di Gironimo (Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università “Federico II”), Mario Selvaggio (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione dell’Università “Federico II”), Angela Palomba (Dipartimento Multidisciplinare di Specialità Medico-Chirurgiche e Odontoiatriche dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), e Roberta Antonia Ruggiero (Azienda ortopedica “Ortopedia Ruggiero srl”).

Inbody

Instant 3D body scanner for biomedical applications: questo è il significato che si cela dietro al nome Inbody, progetto con il quale il team BeyondShape ha ottenuto l’ambìto riconoscimento durante la Start Cup Campania e concorrerà al prestigioso Premio Nazionale per l’Innovazione.

Il progetto è incentrato su “un body scanner tridimensionale fotogrammetrico” – si legge nella nota stampa dell’Università “Federico II” – “che consente una acquisizione istantanea delle forme anatomiche del corpo umano a partire da semplici fotografie, con una accuratezza di digitalizzazione nell’ordine del mm. INBODY mira a velocizzare e a migliorare in termini di qualità i processi produttivi di dispositivi biomedicali a calzatura personalizzata (protesi e ortesi) che richiedono modelli digitali accurati del corpo umano.”

Si tratta di uno strumento che potrà anche affiancarsi, in modo complementare, alle radiografie, al fine di monitorare patologie legate a deformità spinali, come scoliosi e cifosi.

Start Cup Campania

La Start Cup Campania, parte del Premio Nazionale per l’Innovazione, è un concorso al quale possono partecipare tutte le università della regione Campania. Questa competizione regionale è aperta a chiunque abbia voglia di mettersi alla prova e sviluppare le proprie idee innovative ed originali, trasformandole in un progetto aziendale. I gruppi partecipanti possono essere formati da un numero qualsiasi di persone, associate in modo informale oppure già costituite in forma di società. Il primo premio viene conferito al team di professionisti che elabora ed interpreta al meglio idee imprenditoriali basate sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica.

Quest’anno sul podio erano ben tre i progetti promossi dall’Università di Napoli “Federico II”, di cui due in ambito medical e uno in ambito green. Oltre a Inbody che, in quanto primo, ha ottenuto un premio di 5000 euro, TENPROProstate (ElicaDEA) si è aggiudicato il terzo posto, mentre il gruppo SmartUp ha raggiunto il quinto posto con il suo progetto Jpad-suite.

L’Università degli Studi di Salerno, invece, ha promosso i progetti che hanno ottenuto la seconda e la quarta posizione. In particolare, il progetto TruckY (Dipartimenti di Ingegneria Industriale “DIIN” e di Ingegneria dell’Informazione ed Elettrica e Matematica applicata “DIEM”) ha conquistato il secondo posto, mentre ZEOLab (Dipartimenti di Ingegneria Industriale “DIIN” e di Ingegneria Civile “DICIV”) si è classificato quarto.

La Start Cup Campania 2019 è stata diretta dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, con il coordinamento operativo del Centro di Servizio di Ateneo per il Coordinamento di Progetti Speciali e l’Innovazione Organizzativa (COINOR) dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Leggende della Campania: Gesio e la Bocca del Dragone

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Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di un drago che viveva ai confini di Napoli e del cavaliere che lo sconfisse.

Ma la città partenopea non è affatto l’unica, in Campania, ad aver subito l’assalto e l’attacco di una di queste spaventose creature; una delle leggende più celebri riguardo i draghi campani è certamente quella di Volturara Irpinia, comune in provincia di Avellino.

In questo luogo vi è infatti una zona chiamata “la bocca del dragone” dove sono stati consumati assassinii, sacrifici ed epiche lotte. Oggi vogliamo parlarvi della storia della bocca del dragone e di un eroe di nome Gesio.

I Visigoti

C’è stato un tempo in cui Volturara Irpinia venne conquistata da dei barbari – in molti pensano che si trattasse dei Visigoti – e stando alle leggende pare che il successo della loro impresa non fosse dovuto esclusivamente alla loro ferocia in battaglia, ma anche al fatto che possedevano un drago.

Si dice infatti che la città fosse stata interamente coperta da un’ombra spaventosa e gigantesca. Già terrorizzati, gli abitanti alzarono gli occhi al cielo per capire cosa o chi proiettasse un’ombra così grande: fu allora che videro, per la prima volta, il dragone dei barbari. 

C’era chi dice che avesse tre teste, altri che ne avesse solo una o due, ma l’unica cosa certa, oltre alle dimensioni gargantuesche, era che l’essere possedeva un solo occhio. Il dragone ruggì e piombò sulla città mentre i Visigoti la razziavano, derubando gli abitanti delle loro ricchezze e stuprando le donne del luogo.

In breve tempo la città fu sottomessa.

Dieta draconica

I Visigoti, conquistata la città, riuscirono a riacciuffare il drago che aveva permesso loro di conseguire quella facile vittoria. Il dragone venne messo a guardia d’una grotta dove i barbari avevano ammassato tutte le ricchezze su cui erano riusciti a mettere le mani.

Per nutrirlo, periodicamente conducevano alle porte della grotta del tesoro due ragazzi di Volturara Irpinia e due vitelli: nessuno riuscì mai a sfuggire alle fauci del drago. A volte i genitori dei ragazzi cercarono di sottrarli alle fauci del mostro, ma finirono per essere divorati anch’essi dal drago.

Uno straniero

Un giorno, giunse in città un uomo di nome Gesio. Il suo aspetto tradiva la sua provenienza: alto più di due metri e con una chioma lunga e dorata si capiva sin dal primo sguardo che doveva venire dal più profondo nord.

Gesio aveva un lungo mantello, una possente armatura ed uno scudo su cui capeggiava un misterioso stemma raffigurante tre colline, una quercia ed un corvo. Arrivato nei pressi di Volturara Irpinia l’uomo si appropinquò ad una fonte d’acqua per bere, quando vide una fanciulla che, vicina al fiume, piangeva disperata.

Straziato da quei singhiozzi, Gesio le si avvicinò e le chiese il motivo delle sue lacrime, porgendole un brandello di stoffa strappato dal suo mantello. La ragazza raccontò della terribile maledizione che ormai gravava sulla città, raccontò dei barbari, del drago e dei sacrifici. Il cavaliere la consolò e le disse di aver già sperimentato sulla propria pelle la crudeltà dei Visigoti, verso cui covava desiderio di rivalsa e vendetta.

Poi si allontanò senza proferire altra parola, stringendo la propria spada e lasciandola colma di domande e perplessità.

Catene spezzate

All’alba del giorno seguente, quando stavano per essere condotte alla grotta del dragone le ennesime due vittime, comparve Gesio. I due ragazzi che sarebbero stati offerti alla bestia come tributo erano legati, sorvegliati da diversi barbari, e per prima cosa Gesio li liberò con un colpo di spada, rompendo le loro catene.

Dopodiché iniziò a lottare con i guardiani che li accompagnavano e con estrema facilità li uccise uno dopo l’altro. Tagliata la gola dell’ultimo visigoto, disse ai ragazzi di tornare alle loro case; i due non se lo fecero ripetere e fuggirono via, raccontando che, a liberarli, era stato uno straniero, un uomo misterioso di nome Gesio.

La bocca del dragone

Gesio, dopo aver liberato i ragazzi, entrò nella grotta, ben deciso a combattere la belva che terrorizzava la città. Man mano che s’incamminava nel dedalo di gallerie naturali, avvertiva sempre più chiaramente la presenza del dragone: la terra e le pareti della caverna tremavano, l’aria era sempre più calda e satura di un odore terribile e fetido.

Dopo molto camminare, alla fine Gesio raggiunse l’antro dove la bestia viveva: era enorme, gigantesco, ed aveva davvero tre teste ed un solo occhio. Approfittando della distrazione del dragone, che in quel momento stava divorando una delle vittime sacrificali che i barbari gli avevano portato, provò ad attaccarlo; ma il drago lo vide e si scagliò su di lui.

Le tre teste lo morsero, le fauci di ognuna delle sue bocce conficcate in una parte diversa del corpo di Gesio: una morse le gambe, un’altra il busto ed l’ultima il braccio sinistro. Il drago schiacciò la sua preda sul pavimento, e sentendo l’armatura cedere sotto la forza del morso e del peso del mostro, l’uomo capì di doversi muovere in fretta.

Fortuna volle che il suo braccio destro, quello che impugnava la spada, fosse l’unica parte rimasta libera. Facendo un grande sforzo, riuscì a sferrare un colpo verso il drago, riuscendo a colpire proprio il suo unico occhio. Gridando con quanto fiato aveva in gola e usando tutta la forza che gli era rimasta, Gesio spinse la spada fino all’elsa ed anche oltre nel corpo del dragone: attraversò l’occhio e la testa fino a giungere al cuore della bestia.

Il drago si accasciò al suolo: era morto. I punti dove le tre teste del drago si schiantarono crearono tre profonde voragini e, dopo qualche istante, il corpo della belva svanì nel nulla.  Da allora la grotta venne chiamata “La bocca del dragone”.

Il tesoro e la leggenda

Ripreso fiato dopo la terribile battaglia, Gesio nella grotta trovo tre forzieri colmi d’oro e gioielli. Due li portò in dono ai cittadini di Volturara Irpinia, mentre decise di lasciare l’ultimo, intonso, come tributo al drago appena ucciso, strappato dai Visigoti alla propria casa e sfruttato ingiustamente a causa della loro avarizia. 

Fatto questo, Gesio svanì nel nulla. Dell’uomo misterioso non rimase alcuna traccia, se non il suo nome e le imprese che aveva compiuto, di cui tutti avrebbero parlato fino alla fine dei tempi e del mondo, consacrandolo alla leggenda.

Ancora oggi chi visita la grotta dice di poter sentire l’eco del ruggito del drago e del suo sangue che continua, dopo più di mille anni, a sgocciolare dalle pareti. Ci vuole certo del coraggio a visitare un luogo tanto macabro, il nido di un mostro così feroce, anche se spinti magari dal desiderio di trovare un tesoro abbandonato: saranno anche solo leggende, ma nelle storie e nelle favole, lo sanno tutti, c’è sempre un fondo di verità – e chissà che il drago prima di morire non abbia deposto, vicino al prezioso forziere, almeno un uovo.

Non perderti gli altri articoli sulle leggende della Campania:

BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 
BussoLaLeggenda II : Il fantasma del Caffè Gambrinus
BussoLaLeggenda III: La maledizione della Gaiola
BussoLaLeggenda IV: La Strega del Vesuvio
BussoLaLeggenda V: La Tomba di Dracula
BussoLaLeggenda VI: L’amore tra Posillipo e Nisida
BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo
BussoLaLeggenda VIII: La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità
BussoLaLeggenda IX: I segreti della Grotta Azzurra 
BussoLaLeggenda X: la storia di Castel dell’Ovo
BussoLaLeggenda XI: La strega di Port’Alba
BussoLaLeggenda XII: Tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno
BussoLaLeggenda XIII: La storia d’amore dei colli di Napoli 
BussoLaLeggenda XIV: Storia della regina verde di Agropoli
BussoLaLeggenda XV: il fantasma di Tiberio e la bella Carmelina
BussoLaLeggenda XVI: la seducente fantasma dell’ex-monastero di Sant’Arcangelo
BussoLaLeggenda XVII: il fantasma di Bianca a via dei Tribunali
BussoLaLeggenda XVIII: la nave di Castellammare di Stabia
BussoLaLeggenda XIX: il Drago di Napoli
BussoLaLeggenda XX: Mergellina, la ninfa ed il pescatore

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Generazioni a confronto: Gianfranco Gallo racconta Denyse Cutolo

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Gianfranco Gallo con un cortometraggio di cinque minuti racconta una storia tanto complicata quanto emozionante che vede protagonista Denyse, figlia di Immacolata Iacone e dell’ex boss Raffaele Cutolo.  In occasione del numero di ottobre del nostro magazine che ha come tema centrale “Generazioni a confronto“, l’attore e regista napoletano ci ha raccontato le difficoltà tra una bambina e il 41bis.

Ci racconti da dove nasce l’idea di questo cortometraggio?

La storia di Denyse mi è venuta incontro da sola. Mi trovavo a casa sua perché era mia intenzione scrivere una sceneggiatura sulla figura di Iammacolata Iacone, madre della ragazza, una donna che a 17 s’innamorò del più potente boss della Camorra, Raffaele Cutolo, e che pochi anni dopo lo sposò nel carcere dell’Asinara. Avrei voluto indagare sulle dinamiche, le motivazioni, le ragioni di quella scelta. Mi ritrovai Denyse che girava per casa, le feci delle domande e la sua storia prese il sopravvento. Dovevo affrontarla. Con una piccola Crew composta da Nedo Novi, Alfredo Esposito, Guido Peluso e Roberto Di Costanzo che si sono appassionati almeno quanto me, mi è stato possibile“.

Qual è la prima cosa che hai pensato appena entrato in quella casa?

Raffaele Cutolo è una figura cristallizzata dal film di Tornatore degli anni ’80: ‘Il Camorrista’. Per l’opinione pubblica vive nel volto, negli occhi e nel corpo di un Ben Gazzara credo 50enne. Oggi, l’ex Boss ha circa 80 anni e qualche malattia, è all’isolamento ufficialmente dal ’92 ma dall’82 si puo’ dire che , per lui, applicarono un 41 Bis ante litteram. Ad Ottaviano mi ci portò Gianluigi Esposito, che ha coprodotto poi il lavoro insieme alla RUN Film dei fratelli Cannavale, al quale avevo confidato la mia intenzione di voler lavorare a quel progetto così particolare. Per me che sono un attore, un autore, un appassionato di Cinema, varcare la soglia della sua casa è stato un misto di sensazioni indescrivibili. Dovevo essere lucido nel bene e nel male, dovevo saper “sentire” le parole di quelle mura e basta. La signora Iacone è stata sempre d’aiuto e collaborativa. Non uscirò mai da casa di Denyse. Ormai fa parte della mia strada“.

Il corto ha diviso il pubblico che si è sentito in dovere di sindacare “nascite e diritti”, ma non era questo che volevi evidenziare con questo lavoro, giusto? Quale messaggio volevi trasmettere?

Il Cinema migliore lascia domande non messaggi. La mia l’ho fatta: ‘Chi spiega a Denyse che è stata fatta nascere con la fecondazione assistita da un padre al 41 Bis con 14 ergastoli?’. Lei proprio in questo mese di ottobre, compirà 12 anni e se fino a settembre , come figlia di un detenuto soggetto al provvedimento del carcere restrittivo, poteva vedere suo padre una volta al mese per un sola ora, dal compimento dei 12 anni lo vedrà esclusivamente al di là di un vetro. Denyse non esisteva quando suo padre fece quel che ha fatto né quando fu condannato, è nata per un provvedimento e per una decisione dello Stato, ora lo Stato dovrebbe forse assumersi qualche responsabilità“.

Durante una presentazione al Pan hai usato queste parole: “Nessuno si è chiesto cosa si può fare per questa bambina”. Secondo te, come si può salvaguardare mediaticamente e socialmente?

Non è mio compito pensare a questo, dovrebbero pensarci anche in questo caso le Istituzioni. Hanno mai fatto un giro a casa sua per chiederle come sta? Come vive la sua condizione? Io sono sempre dalla parte dei familiari delle vittime della Camorra, in ogni caso, ma in questo caso, a mio parere, c’è una vittima in più. Il film ha vinto il ‘Castello film Festival’ di Castel di Sangro, come Miglior Film d’Inchiesta, è arrivato in finale al Napoli Film Festival e al Gran Galà Cinema e Fiction in Campania ha vinto il premio come miglior regia. Sul web , grazie a Fanpage che lo pubblicò, ha centinaia di migliaia di visualizzazioni. Ha incassato il parere favorevole di gente come Sandro Ruotolo che mi è stato spontaneamente molto vicino, Piera Detassis (Presidente dei David di Donatello) che lo ha voluto questa estate al suo Festival del Cinema di Tavolara, Rossana Cingolani, Paola Squitieri e tantissimi altri. Annamaria Torre, figlia del Sindaco di Pagani per il cui Cutolo sconta un ergastolo, accettò di partecipare ad una proiezione insieme al PM Catello Maresca con un conseguente dibattito emotivamente fortissimo. So che giuristi e magistrati lo hanno visto e sono rimasti in qualche modo molto colpiti. Lasciami dire che questo piccolo film, alla fine, lascia pensare tutti ed anche quelli che all’inizio hanno delle convinzioni, quando tornano a casa, non se le ritrovano più“.

Funerali dell’agente Pierluigi Rotta a Giugliano, commozione tra i presenti

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La salma di Pierluigi Rotta, agente ucciso nella sparatoria a Trieste, è stata accolta a Giugliano dai familiari e dalle autorità.

A Giugliano, si è tenuto il funerale di Pierluigi Rotta, 39enne agente della polizia ucciso a Trieste con il collega Matteo Demenego. A celebrare i funerali monsignor Angelo Spinillo. Oltre ai familiari, erano numerose le autorità presenti. Tra queste c’era il prefetto Carmela Pagano e il questore Alessandro Giuliano. Poi il comandante dei carabinieri Giuseppe La Gala e il vice capo della polizia Antonio De Iesu. Presente anche il sindaco di Giugliano Antonio Poziello. La chiesa gremita ha fatto l’ultimo saluto a Pierluigi Rotta. L’ingresso della salma del 34enne originario di Pozzuoli è stato accolto con un lungo applauso.

Pierluigi, non ho avuto la fortuna di conoscerti, ma ho parlato con chi ti conosceva, ho visto quel video. Grazie di essere stato dei nostri, con il tuo sorriso rappresenti il meglio della Polizia di Stato”. Lo ha detto il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, prendendo la parola durante i funerali di Pierluigi Rotta. “Siamo onorati di indossare la tua stessa divisa – ha aggiunto Giuliano – cercheremo ogni giorno di esserne all’altezza. Il tuo sorriso non ci lascerà più”. Giuliano si è poi rivolto ai familiari di Rotta: “Siate orgogliosi di voi stessi, se Pierluigi era il ragazzo che era molto del merito è vostro, per come è cresciuto e per i valori che gli avete trasmesso“.

Oggi tutti noi, intorno a Pierluigi e al suo collega Matteo, vogliamo esprimere la fraternità che sentiamo nell’anima e sentiamo di vivere la stessa sofferenza e la stessa speranza, perché sappiamo che Pierluigi ha impegnato propria vita, è caduto mentre affermava in nome della società civile i valori di vita umana che anche noi crediamo e vogliamo, e per i quali vogliamo impegnarci ogni giorno”. Sono le parole di monsignor Spinillo, nell’omelia pronunciata ai funerali. “Non importa se non ci si è mai conosciuti prima – ha aggiunto monsignor Spinillo – se la vita ci ha fatto percorrere strade che non ci hanno fatto incontrare di persona. Oggi sentiamo che nella storia ci sono momenti, a volte terribili e drammatici, che ci chiamano però a condividere e a soffrire per la realizzazione degli stessi ideali, a lottare per la stessa e unica speranza di giustizia e di vita per l’umanità. Ora possiamo dire che ci sembra di conoscerci da sempre, di essere sempre più amici, uniti in fraternità, chiamati a percorrere la stessa strada, appartenenti allo stesso popolo“.

Teatro Sancarluccio: una nuova stagione per tutte le età

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Presentata la stagione 2019/2020 del teatro Sancarluccio di Napoli: un ricchissimo programma con rassegne dedicate all’infanzia e alla tradizione artistica napoletana.

Giovedì 17 ottobre al teatro Sancarluccio, il direttore artistico Giuliana Tabacchini ha presentato la nuova stagione teatrale, insieme ai numerosissimi attori e registi che vedremo all’opera nei prossimi mesi al Sancarluccio di Napoli. Nel corso della rassegna stampa è intervenuta anche Simona Di Maio, cofondatrice de Il teatro nel baule e direttrice della rassegna “La lanterna magica” dedicata al mondo dell’infanzia.

La presentazione della stagione 2019/2020 ha avuto inizio nel ricordo di Carlo Croccolo, recentemente scomparso. L’attore napoletano, ricordato soprattutto per essere stato una divertente spalla per il grande Totò, ha infatti calcato il teatro Sancarluccio nella sua ultima apparizione teatrale.

Teatro Sancarluccio Daniela Cenciotti
Daniela Cenciotti alla presentazione della stagione 2019/2020 del teatro Sancarluccio di Napoli

Daniela Cenciotti, moglie di Carlo Croccolo, presenterà il suo Kick Boxing proprio al Sancarluccio, dedicando la tournée del suo spettacolo al defunto marito.

La stagione teatrale 2019/2020 del teatro Sancarluccio

Un breve, ma incisivo video ha riassunto in pochi minuti alcuni tra i 19 spettacoli presenti in abbonamento, ma altrettanti attori e registi sono intervenuti durante la conferenza stampa.

Lo spettacolo inaugurale della nuova stagione del Sancarluccio andrà in scena l’8 novembre e sarà ‘O silenzio d’o core. Napoli e le sue canzoni di Salvatore Barba e con Mario Maglione. Lo spettacolo tratta il tema dell’amore e Totò, Murolo, Gragnaniello e altri artisti accompagneranno idealmente gli spettatori in un viaggio nei sentimenti.

Seguiranno poi altri 19 spettacoli, previsti in abbonamento:

  • Mamma Napoli mood, con Emiliano De Martino, che ha anche scritto e diretto lo spettacolo. Un viaggio romantico dal 1900 ai giorni nostri andrà in scena dal 16 novembre.
  • Kick Boxing, di e con Daniela Cenciotti e con l’attrice romana Noemi Esposito. In scena dal 22 novembre.
  • Der Boxer con Michele Vergiu. Lo spettacolo è tratto dalla storia vera di un pugile che “sfidò” il nazismo e andrà in scena dal 29 novembre.
  • Così parlò Monnalisa, scritto e diretto da Antonio Piccolo. Lo spettacolo segue il filo di un dialogo brillante e surreale di Monnalisa, a partire proprio dal furto del famoso quadro di Leonardo. In scena dal 6 dicembre.
  • La Venere dei Terremoti con Roberto Azzurro. L’attore stesso ha definito lo spettacolo un vero e proprio cult di Manlio Santanelli. In scena dal 13 dicembre.
  • Due autori in cerca di Troisi con Eduardo Cocciardo e Giuseppe Giufini. I due attori invitano caldamente al loro spettacolo soprattutto tutti coloro a cui manca il grande Massimo. Il particolarissimo spettacolo sarà in scena il 20 e il 21 dicembre. Alle ore 21:00.
  • Un cantastoria tra i cantautori con Andrea Perrozzi. Lo spettacolo musicale sarà in scena dal 27 dicembre.
  • SerenVivity uno spettacolo concerto delle Ebbanesis. Le due voci napoletane tornano al Sancarluccio, definendolo la loro culla. Lo spettacolo è in giro da due anni si basa sulla traduzione in napoletano di famosissime canzoni italiane e non. Le canzoni saranno però intervallate da siparietti umoristici, così da rendere lo spettacolo stesso in continua evoluzione. In scena il 3 e il 4 gennaio 2020, alle ore 21:00.
  • Una madre a tutti gli…Aeffetti di e con Cinzia Mirabella. Il titolo è volutamente scritto con il dittongo per giocare sulla parole affetti/effetti. In scena dal 17 gennaio.
  • Femmene, tratto da “Nostra signora dei friarielli” di Anna Mazza. Lo spettacolo corale con Nunzia Schiano andrà in scena dal 24 gennaio 2020.
  • Scatti, di Pippo Cangiano. Uno “spettacolo vetrina” durante il quale sai quello che lasci, ma non sai quello che trovi. Lo stesso Cangiano infatti non si è dilungato sulla presentazione del suo spettacolo, promettendo al pubblico due ore insolite. In scena del 7 febbraio.
  • Rusina di e con Rossella Pugliese. L’attrice interpreterà sua nonna in un monologo autobiografico e la vedremo al Sancarluccio il 21 e il 22 febbraio alle ore 21:00.
  • Gianni Rodari, un’inuizione fantastica è uno spettacolo scritto e diretto da Luca Pizzurro sulla vita dello scrittore che ha saputo trarre una nuova linfa dal mondo dell’infanzia. Tale spettacolo impreziosisce senza dubbio il cartellone teatrale per la presenza sul palco di Franco Oppini (nei panni di Gianni Rodari) e di Gigliola De Feo. In scena dal 27 febbraio 2020.
  • Le Esperidi, lo spettacolo musicale con Quattro quarti sarà in scena dal 6 marzo 2020.
  • Altà infedeltà con Eduardo Saitta. Il divertente spettacolo sarà al Sancarluccio dal 13 marzo 2020.
  • Our Pino con Margherita Romeo e Marco D’Anna. Il cantautore e l’attrice promettono di far ascoltare al loro pubblico le canzoni di Pino Daniele, quasi come se fosse la prima volta. Li vedremo in scena il 20 e il 21 marzo alle ore 21:00.
  • Il cane di fuoco con il simpaticissimo Massimo Andrei. La piccola e nuova comica raccolta di storie sarà in scena dal 27 marzo 2020.
  • Donne Geniali, lo spettacolo in musica e prosa di Sarah Falanga sarà in scena il 4 aprile alle ore 21:00 e il 5 aprile alle ore 18:00.
  • Noi…i Taranto, uno spettacolo omaggio alla famiglia napoletana condotto e interpretato da Corrado Taranto, figlio di Carlo. La storia della famiglia Taranto sarà ricca di divertenti scenette e andrà in scena dal 17 aprile 2020.

Tutti gli spettacoli dei quali non si è specificato l’orario andranno in scena il venerdì e il sabato alle ore 21:00 e la domenica alle ore 18:00.

La rassegna “Nuovi scenari” del Sancarluccio e altri eventi

Il teatro Sancarluccio, in abbonamento, ha anche organizzato la Rassegna Nuovi Scenari, che prevede 9 spettacoli:

  • ‘A voce ‘e Napule, un particolarissimo spettacolo con la ricerca, la costruzione e la regia del maestro Ciro Ridolfini. Il maestro ha dichiarato che, quando Renzo Arbore gli ha chiesto il motivo del titolo dello spettacolo, lui ha dichiarato che la voce di Napoli siamo tutti noi. Lo spettacolo infatti è uno studio attento a tutti i protagonisti che hanno saputo dare la voce a Napoli, dando una rispolverata anche a canzoni meno note come Mandulinata. Ad interpretare la voce di Napoli sarà la bravissima Alessia Moio (19 e il 20 ottobre).
  • Io e loro con Andrea Bonetti alla fisarmonica a Dario Di Pietro alla chitarra (12 dicembre).
  • Giù il cappello con la regia di Salvatore Barba. Il titolo trae spunto da una celebre frase del film Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi ripresa proprio dal principe De Curtis: quando si calca un teatro bisogna sempre togliersi il cappello. Lo spettacolo tratta infatti della sacralità del teatro (2 febbraio).
  • Gori e Pellino divisi a Berlino, altro titolo e altro rimando ad un film del principe della risata Totò e Peppino divisi a Berlino. Il muro stavolta però separa un uomo e una donna, che quindi non riescono a dialogare: sarà abbattuto? (dal 10 al 12 gennaio).
  • Max…e la Dea S…bendata con Massimiliano Cimino, che alla conferenza stampa ha invitato i presenti al suo spettacolo imitando Massimo Troisi (12 marzo).
  • Terra, con la regia di Salvatore Barba (16 aprile).
  • Con Decenza parlando, un’esilarante serata con il professore Amedeo Colella, accompagnato dagli interventi musicali di Dario Carandente (dal 24 al 26 aprile 2020).
  • Il berretto a sonagli con Salvatore Barba e Camilla Aiello (7 maggio).
  • ‘A storia ‘e Petrusenella, una vera e propria fiaba musicata (dall’8 al 10 maggio).

Tra gli eventi fuori abbonamento del Sancarluccio di Napoli, invece, spicca senz’altro il primo. Skaramacay Art Factory presenta Delittanza…e non rimase nessuno per la regia di Erminia Sticchi. Un particolarissimo spettacolo che traspone in danza il romanzo giallo di Agatha Christie “10 piccoli indiani”. In scena il 25 e il 26 ottobre.

Seguiranno Classico e… (6 febbraio 2020) e due concerti di flamenco-jazz: Homenaje a Paco (20 febbraio 2020) e El viento (23 e 30 aprile 2020).

“La lanterna magica”: la stagione teatrale per l’infanzia del Sancarluccio

Quest’anno al teatro Sancarluccio ci saranno davvero spettacoli per tutte le età. Durante la conferenza stampa, Simona Di Maio ha presentato infatti la rassegna teatrale dedicata all’infanzia.

La compagnia Il Teatro nel Baule trova ispirazione per la seconda edizione di “La lanterna magica” nelle parole dello scrittore francese Francois Rabelais: «il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere».

Mostrando un albo illustrato per bambini, la giovane direttrice della rassegna, Simona Di Maio, ha ricordato ai presenti cosa vuol dire infanzia. Un concetto da spiegare soprattutto agli adulti che hanno un po’ dimenticato cosa vuol dire tornare a stupirsi per le piccole cose. Bisogna dunque riscoprire il teatro per l’infanzia e non farlo passare in secondo piano.

I 6 spettacoli della rassegna “La lanterna magica” hanno caratteristiche molto diverse, ma tutti accomunati dal tema della meraviglia:

  • Così lontani così vicini, ovvero come l’anatroccolo imparò a volare, uno spettacolo di attori e palloncini in scena il 27 ottobre.
  • Centoparole con la regia di Susanna Poole. Lo spettacolo usa il linguaggio sensoriale per instradare i più piccolo ad una vera e propria poetica dei sensi e sarà al Sancarluccio il 10 novembre.
  • Concerto in platea! prodotto dal centro educativo La fabbrica del divertimento. Lo spettacolo consiste in improvvisazioni musicali da parte di bambini, anche non esperti, accompagnati da musicisti e facilitatori. In scena il 22 dicembre.
  • Racconti dal bosco, prodotto dal pluripremiato Zaches Teatro. Si tratta di un suggestivo spettacolo di narrazione, che evoca con elementi sonori la fiaba di cappuccetto rosso. Sarà in scena il 5 gennaio.
  • Posidonia prodotto da Teatro di Carta e Ombre Bianche Teatro è uno spettacolo che tratta del viaggio di due marinai alla ricerca di Posidonia, una città sommersa, attraverso il linguaggio scenico delle ombre. In scena il 23 febbraio.
  • Va’ dove ti porta il piede, scritto e diretto da Laura Kibel, collaboratrice del Cirque du Soleil e inventrice del teatro dei piedi. Sarà al teatro Sancarluccio il 22 marzo.

Media partner della rassegna per l’infanzia è Quarta Parete, che intervisterà gli spettatori bambini dopo ogni spettacolo.

Il teatro Sancarluccio ha dunque in serbo un cartellone teatrale per tutti i gusti, che attira decisamente un vasto pubblico.

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Con “Che Disastro Di Commedia” al via la stagione teatrale 2019/2020 dell’Augusteo

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La stagione teatrale 2019/2020 dell’Augusteo sarà inaugurata ufficialmente con lo spettacolo “Che Disastro Di Commedia”  in scena da venerdì 25 ottobre a domenica 3 novembre 2019.

La commedia di Henry Lewis, Jonathan Sayer ed Henry Shields, con la traduzione di Enrico Luttmann, è la versione italiana di “The Play That Goes Wrong”, successo planetario dello spettacolo in scena in tutto il mondo, che torna in teatro per la sua III tournée nazionale.

I protagonisti dello spettacolo in scena all’Augusteo sono Stefania Autuori, Luca Basile, Viviana Colais, Valerio Di Benedetto, Alessandro Marverti, Yaser Mohamed, Igor Petrotto e Marco Zordan, con la regia di Mark Bell.

La trama

“Che Disastro Di Commedia“ racconta la storia di una compagnia teatrale amatoriale che, dopo aver ereditato improvvisamente un’ingente somma di denaro, tenta di produrre un ambizioso spettacolo che ruota intorno a un misterioso omicidio perpetrato negli anni ’20, nel West End.  Il racconto prende forma tra una scenografia che implode poco a poco su se stessa e attori strampalati che, goffamente, tentano di parare i colpi dei tanti tragicomici inconvenienti che si intromettono tra loro e il copione, tanto da non lasciare spazio a nient’altro che a incontenibili risate e divertimento travolgente. Tra paradossi e colpi di scena gli attori non ricordano le battute, le porte non si aprono, le scene crollano, gli oggetti scompaiono e ricompaiono altrove. La produzione si rivela una catastrofe e gli attori cominciano ad accusare la pressione, andando nel panico. Tutto è studiato nei minimi particolari con smaliziato umorismo.

Note regia di Mark Bell

Che disastro di commedia Augusteo
Che disastro di commedia Augusteo

“The Play That Goes Wrong” è nato nel 2012 in un piccolo teatro all’interno di un pub di Londra, che si chiama The Old Red Lion, scritto appositamente per la Compagnia Mischief Theatre. Con un massimo di 60 spettatori a sera e una scenografia ‘costruita’ dagli attori stessi, questo spettacolo ha avuto un tale successo da debuttare poi in prima mondiale nel 2014 al Duchess Theatre di Londra, dove è attualmente in scena.  Mi chiesero di farne la regia perché molti spunti contenuti nella commedia provengono dal mio lungo lavoro fatto con loro, come allievi-attori alla LAMDA (London Academy of Music & Dramatic Art). Sono immensamente riconoscente alla Mischief Theatre per questo! E’ la Compagnia più determinata con cui abbia mai lavorato e il successo della commedia è frutto dell’impegno, della tenacia e del talento comico degli attori.
Lo spettacolo ha avuto 7 mesi di tournèe in tutto il Regno Unito, io ho diretto 2 cast che hanno sostituito, nel tempo, la Compagnia originale (lo spettacolo è nel West End da oltre 4 anni), così come anche i cast internazionali in Ungheria, Australia, Francia, Messico, Stati Uniti e ora, finalmente, arrivo in Italia! Qui, come a Londra, ho avuto il privilegio di lavorare con attori di grande talento, che si impegnano seriamente, e quello che vedrete sarà frutto della loro abilità, dedizione e capacità di essere stupidi! Non sottovalutate quest’ultima cosa, si tratta di una capacità straordinaria e rara.  Io ho solo aiutato…

Giorni e orari spettacoli:

venerdì 25 ottobre ore 21:00; sabato 26 ottobre ore 21:00; domenica 27 ottobre ore 18:00; martedì 29 ottobre ore 21:00; mercoledì 30 ottobre ore 18:00; giovedì 31 ottobre ore 21:00; venerdì 1 novembre ore 21:00; sabato 2 novembre ore 21:00; domenica 3 novembre ore 18:00.

Prezzi:

platea € 35,00 – galleria € 25,00

Informazioni sono disponibili al sito www.teatroaugusteo.it o telefonando al botteghino: 081414243 – 405660, dal lunedì al sabato tra le ore 10:30 e le ore 19:30. La domenica dalle ore 10:30 alle ore 13:30.

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Leggi di più sulla Stagione teatrale 2019/2020 all’ Augusteo di Napoli nell’articolo di Simona Lazzaro

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Concorso Regione Campania: Il Formez pubblica un video con le prove sigillate

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Finalmente le prove del Concorso della Regione Campania stanno per essere corrette. Il Formez pubblica un video per dimostrare la correttezza della correzione.

Dopo quasi un mese, finalmente le prove del Concorso della Regione Campania stanno per essere corrette. In questo periodo sono state poste tantissime domande sulla possibilità di “truccare” le prove e per questo la Formez, che si è occupata del test Ripam, ha pubblicato su Facebook un video nel quale viene mostrata la stanza in cui sono state conservate le prove pre-selettive. Alle 10.30 di questa mattina, il Commissario il Dott. Testa, ha rotto i sigilli e ha aperto la porta, al suo interno, 121 colli che contengono le prove e tutti gli atti del concorso. Il Commissario spiega la procedura:

“I plichi sono stati trasportati con un’assistenza vigilata da Napoli fino a Roma e posizionati in questa stanza con porte sigillate. Da ora inizieremo la correzione dei test, partendo dai laureati. Poi sarà la volta dei diplomati”.

Sono oltre 300mila le candidature per circa 2 mila posti disponibili: 1.225 le unità di personale da inquadrare nella categoria C, per i diplomati; 950 le unità per la categoria D, i laureati. I quesiti a risposta multipla hanno riguardato argomenti di logica, diritto e conoscenza della Regione Campania. Queste prove si sono svolte alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 2 al 25 settembre e si sarebbero dovute correggere già qualche settimana fa. Ecco ciò che è stato detto:

“Si comunica che a partire dal 17 ottobre, alle ore 10,30, presso la sede di Formez PA, sita in Roma, viale Marx 15, si darà inizio, alla presenza del Comitato di Vigilanza incaricato di supervisionare la realizzazione della prova preselettiva, alla fase di apertura dei plichi contenenti gli elaborati ed alla correzione delle prove del Concorso Regione Campania”.

Parte la raccolta fondi online per aiutare la piccola Ginevra

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La piccola Ginevra deve di nuovo combattere con il tumore al cervello. Inizia la gara di solidarietà per raccogliere fondi.

Ginevra ha 7 anni e una vita intera davanti a sé. Nel 2015 aveva già combattuto e vinto contro un tumore al cervello, ma purtroppo l’incubo si è ripresentato. Ed ecco che parte la raccolta fondi per aiutare lei e i suoi genitori, Fabio e Stefania.

Per martedì 29 ottobre è infatti prevista la partenza di Ginevra e della sua famiglia per Hannover. Lì la piccola sarà sottoposta ad un impegnativo intervento chirurgico, presso l’ International Neuroscience Institute (INI). L’intervento però richiede anche un’ingente cifra di denaro, che la famiglia non dispone. Il padre di Ginevra ha quindi dato il via ad una raccolta fondi via internet, chiedendo un aiuto alla ragnatela globale del world wide web. È partita una vera e propria gara di solidarietà ed ognuno sta contribuendo come può e con quanto può.

Certo la cifra da raggiungere è molto alta, si tratta infatti di circa 55mila ai quali bisognerà poi aggiungere i costi delle cure. L’importo è da versare entro il 24 ottobre. È davvero una corsa contro il tempo, eppure con 5, 10 o anche 100 euro alla volta, si può far tanto!

Per partecipare alla raccolta fondi con una donazione clicca qui!

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Napoli set d’Italia: l’orgoglio di de Magistris

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Che Napoli sia diventato uno dei set cinematografici più gettonati degli ultimi tempi non è più un mistero. A compiacersene su Facebook è il sindaco della città Luigi de Magistris che ieri sera con un post ha sottolineato l’impegno della sua giunta comunale in questo senso.

“Dal 2015 ad oggi – scrive de Magistris – l’Ufficio Cinema del Comune di Napoli ha registrato ben oltre 900 produzioni nazionali ed internazionali”. Tra queste produzioni figurano fiction e film, ma anche spot pubblicitari, shooting fotografici e sfilate. Il sindaco ha poi citato alcuni titoli importanti: da “Gomorra” a “L’amica geniale”,  da “Napoli Velata” di Ferzan Ozpetek e “Il Sindaco del Rione Sanità” di Mario Martone alla prossima uscita “Ritorno al crimine” di Massimiliano Bruno, solo per citarne alcuni.

De Magistris passa poi ai numeri.

Secondo quanto scrive nel post, il comune avrebbe investito ben 13 milioni di euro per rendere Napoli uno dei set più ambiti sul panorama nazionale ed internazionale. I soldi investiti hanno portato anche all’impiego di circa 500 persone tra troupe e cast artistico e a ben 11.000 comparse in un solo anno.

Noi non vogliamo nascondere i problemi” conclude poi il primo cittadino. “Ma non vogliamo nemmeno nascondere ciò che di positivo c’è, frutto di chi ci ha creduto e di chi ha lavorato affinché tutto questo potesse accadere”.

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Tifoso morto negli scontri Inter-Napoli: Sospetti rapporti con camorra e ultras

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Fabio Manduca, il tifoso napoletano arrestato dalla Digos per l’omicidio di Daniele Belardinelli, investito negli scontri Inter-Napoli del 2018, avrebbe avuto rapporto con “Genny a carogna” e diversi precedenti.

Fabio Manduca, il tifoso napoletano arrestato stamani dalla Digos a Napoli per l’omicidio di Daniele Belardinelli, investito negli scontri prima di Inter-Napoli del 2018, avrebbe avuto secondo alcune fonti rapporti con il gruppo ultras partenopeo dei “Mastiffs” che era capeggiato da Gennaro De Tommaso, detto “Genny a carogna”, ora diventato un collaboratore di giustizia e che divenne noto perché, il 3 maggio 2014 allo stadio Olimpico di Roma, intavolò una trattativa prima della finale di Coppa Italia “Napoli-Fiorentina”, segnata dall’omicidio di Ciro Esposito.

Massimo Manduca, fratello del 39enne arrestato, interpellato da “Repubblica” dice:

“Mio fratello non è un ultrà, non ha rapporti con la camorra. Denunceremo chi dice il contrario Sulla pagina Facebook di Fabio Manduca un’immagine di Raffaele Cutolo, il capo della Nuova camorra organizzata, e alcune frasi da lui pronunciate come: “Mi sono pentito davanti a Dio, ma non davanti agli uomini”. Tra gli altri messaggi condivisi, un’immagine del film ‘Il padrino’ con su scritto “Chi ha tradito … tradisce e tradirà … perché infami non si diventa … si nasce”.

Sul profilo Fb l’uomo arrestato ha postato frasi del tipo:

“Anche l’uomo più forte al mondo ha bisogno di avere una donna al suo fianco, perché quando la sua vita è un casino, proprio come in una partita a scacchi, la regina protegge sempre il suo re”.

Manduca non ha precedenti di camorra ma li ha per furto, ricettazione, commercio di prodotti falsi e truffa; è stato sentito come teste in un’indagine degli investigatori di Napoli che ha portato al sequestro di alcune società di servizi funebri legate alla famiglia dei Cesarano, a sua volta collegata ai clan della camorra dei Nuvoletta e dei Polverino di Marano di Napoli.

L’ultrà napoletano in questo momento è detenuto nel carcere di Poggioreale, il suo avvocato Dario Cuomo chiederà di non trasferirlo a Milano per questioni di sicurezza. Nella fase delle indagini, si è sempre valso della facoltà di non rispondere.

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