martedì, Dicembre 16, 2025
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BussoLaStoria: Giovan Battista Marino, il “re” del ‘600

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La scorsa settimana su BussoLaStoria abbiamo conosciuto Francesco II di Borbone, l’ultimo Re delle Due Sicilie. Oggi incontreremo invece Giovan Battista Marino, definito famosamente dal critico Francesco de Sanctis come “Il re del secolo, il gran maestro della parola, fu il cavalier Marino, onorato, festeggiato, pensionato, tenuto principe de’ poeti antichi e moderni, e non da plebe, ma da’ più chiari uomini di quel tempo.

La Vita

Nacque a Napoli il 14 Ottobre 1569, forse da oriundi calabresi, e morì nella medesima città il 25 Marzo 1625 dopo vari spostamenti. Trascorse ivi i primi trentun anni di vita e la sua formazione nella città partenopea fu fondamentale, sebbene la carriera del Marino trovò spazio nel Nord prima e all’estero poi.

Nella seconda metà del 1596 Marino diventa segretario del ricco mecenate Matteo di Capua (già protettore di Tasso); pochi mesi dopo viene arrestato a causa di un aborto procurato a una donna, tale Antonella Testa, che muore in seguito all’episodio. Dopo essere uscito di prigione lo arrestano nuovamente nel 1600, questa volta a causa di un duello nel quale uccide l’avversario.

Nonostante a Napoli non fosse presente un’Inquisizione “alla maniera della Spagna” , e non ci fosse la stessa pressione del resto d’Italia sulle censure delle opere (al tempo fortissima), il Marino trascorse a Roma gli anni successivi con relativa pace. Vi giunse nel 1600 e non corse pericoli grazie ad alcune conoscenze influenti (era, infatti, in ottimi rapporti con la Chiesa).  Ebbe diversi contatti con le Accademie locali, prima fra tutte l’Accademia degli Umoristi e l’Accademia Romana.

Nel 1601 stampa a Venezia le sue “Rime“, che contengono gran parte della sua produzione adolescenziale. Nel 1603 entra al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII.

Alla morte di Clemente VIII, tuttavia, lo scenario per Marino (e per Aldobrandini) cambia, visto che il cardinale viene trasferito a Ravenna e il poeta napoletano è costretto a seguirlo.

Il viaggio si rivela molto disagevole, e scoprono che la città di destinazione è insalubre e povera. Da Ravenna, comunque, Marino ha l’opportunità di raggiungere con una certa facilità Bologna e Venezia, centri della stampa europea. In questo periodo Marino legge la traduzione latina delle “Dionisiache” dell’autore greco Nonno di Panopoli, che lo influenza in maniera notevole. Accompagna Aldobrandini a Torino presso la corte di Carlo Emanuele I: in questa occasione, compone il panegirico “Ritratto del serenissimo don Carlo Emanuello, Duca di Savoia“.

Nel 1615 lascia Torino e giunge in Francia, dove sin dal 1609 la regina Maria de’ Medici l’aveva invitato. Marino in terra di Francia si muove praticamente senza alcuna raccomandazione. Del 16 giugno 1615 è una lettera dell’ambasciatore fiorentino a Parigi, Luca degli Asini, nel quale annuncia l’entrata del Marino a corte, la sua introduzione per cura della Galigai, e il colloquio di un’oretta avutosi tra il Marino e la regina nel di lei gabinetto; ma anche della sua intenzione di passare in Inghilterra e nelle Fiandre.

Marino muore a Napoli il 25 marzo del 1625, di martedì santo, alle nove del mattino (pochi giorni prima aveva fatto testamento) a causa di una stranguria curata male (altre fonti parlando di un tumore ai testicoli, che avrebbe portato a un tentativo di castrarlo prima del decesso); poco prima di trapassare, per non essere nel peccato, ordina di bruciare alcuni scritti lascivi o semplicemente sentimentali, sebbene contro il parere del confessore e dei suoi amici: non tutto va’ perduto, e infatti alcune opere, come La strage degli innocenti, sono (per fortuna) salvate e pubblicate postume.

Opere ed eredità del Marino

Nel 1612 scrive “Il Rapimento d’Europa” e il “Testamento amoroso“, mentre nel 1614 dà alle stampe “La Lira“, che include le sue prime “Rime” con l’aggiunta di nuovi scritti: in totale, oltre novecento componimenti, la maggior parte dei quali sonetti, di argomento sacro, encomiastico o amoroso, raccolti a seconda dei temi (rime eroiche, rime amorose, rime marittime, e così via).

Nello stesso anno, Marino porta a termine le “Dicerie sacre“, una sorta di repertorio di prediche, diviso in tre parti (“La pittura“, “La musica“, “Il cielo“), mentre l’anno successivo si dedicata a “Il Tempio. Panegirico del cavalier Marino alla maestà christianissima di Maria de’ Medici reina di Francia & di Navarra“.

Tra il 1619 e il 1620 scrive “Lettera di Rodomonte a Doralice” e “La Galeria distinta in pitture & sculture“, oltre alla raccolta “La Sampogna‘”. Ma è nel 1623 che Marino scrive il suo capolavoro “L’Adone”: esso narra la favola della relazione amorosa tra Venere e Adone, episodio della mitologia classica: il testo è costituito da 40.984 versi ed è dedicato al re Luigi XIII di Francia e a sua madre, Maria de’ Medici. “L’Adone“, costituito da venti canti e anticipato da un proemio, doveva inizialmente contenere soltanto quattro canti: si evolsero poi in dodici e infine in ventiquattro. Questa crescita ne ha fatto l’opera più lunga della letteratura italiana.

Ci vorrebbero ore per elencare tutti gli altri componimenti e le opere minori del poeta, che per lungo tempo è stato considerato poco dalla critica in Italia e invece amatissimo nel resto d’Europa, siccome nel corso del secolo moltissimi intellettuali di ogni dove seguirono il suo esempio e il suo stile (si rifanno a lui correnti come il preziosismo in Francia, l’eufuismo in Inghilterra, il culteranismo in Spagna). Marino fu, infatti, uno dei personaggi più emblematici del Barocco: nelle sue opere emerge un uso estremo della metafora e dell’astrazione, una ricerca dello stravagante e del bizzarro e una tendenza ad abbondare ed allungare i testi fino al prolisso (L’Adone ne è la prova).

Fu uno dei motivi per cui la critica non fu molto gentile con lui e lo rivalutò soltanto nel corso degli anni ’60-70. Lo scoprirono come autore moderno, disinteressato anche se per obbligo alle questioni rilevanti del mondo: ne è emblematico il viaggio fra i pianeti di Adone guidato da Mercurio, la struttura dell’universo di Marino non è esplicitata sebbene nel mondo infuriasse il dibattito fra la teoria Tolemaica e quella Copernicana (probabilmente a lui importava poco). Centrali anche il gusto per la descrizione e per la meraviglia, che oggigiorno un po’ abbiamo perso con la nostra attenzione sempre più limitata e temporanea.

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Ischia: consegnati sei nuovi alloggi dopo il terremoto del 2017

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Sono stati finalmente consegnati ai cittadini di Casamicciola Terme sei tra i nuovi alloggi ristrutturati e resi di nuovo agibili dopo il terremoto che ha colpito l’isola d’Ischia il 21 agosto 2017.

L’edificio interessato è al numero 49 di via Castanito, dove si trova l’edificio che due anni fa venne sgomberato dopo il terremoto: presenti, all’evento, Fulvio Bonavitacola, vice-presidente della Giunta Regionale della Campania, Bruno Discepolo, assessore regionale all’Urbanistica, David Lebro, presidente dell’ACER (Agenzia Campana per l’edilizia Residenziale) e Giovan Battista Castagna, sindaco di Casamicciola.

Il terremoto del 21 agosto 2017, di 4.0 di magnitudo, causò 2 morti, 42 feriti e 2.630 sfollati sull’intera isola d’Ischia, ed oltre a durare più di cinque secondi, venne avvertito distintamente anche sulla terraferma, ed in particolare sulla costa del litorale flegreo.

Oltre alla ristrutturazione dell’interno edificio, sono stati completati anche i singoli alloggi, che dunque saranno perfettamente pronti per ospitare nuovamente le famiglie al suo interno: migliorata, inoltre, anche la classe sismica, passata da un misero “F” ad un perfetto “A”.

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CortiSonanti: il festival del cortometraggio compie 10 anni

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Si terrà dal 13 al 16 novembre in vari luoghi della città partenopea, CortiSonanti – Festival internazionale del cortometraggio di Napoli compie dieci anni e diventa itinerante.

Saranno ben sei le sedi che ospiteranno le proiezioni e gli incontri: il Cinema Metropolitan, l’Institut Français NapoliMuseum Shop&BarAmico Bio Mergellina, Un Sorriso Integrale Palazzo Fondi dove avrà luogo la serata conclusiva con la premiazione dei vincitori, condotta da Laura Pagliara. Luoghi diversi che in alcuni casi apriranno per la prima volta le loro porte al cinema e ai nuovi linguaggi audiovisivi, accogliendo cortometraggi  provenienti da varie parti del mondo.

Gli eventi in programma

In quattro giorni passeranno in rassegna 58 opere selezionate tra le oltre 1300 iscritte alle varie sezioni del festival, provenienti da 70 paesi. Tra gli eventi in programma, anche la presentazione della web series “Coffee Time” diretta da Sara Borrelli, con proiezione del primo episodio e breve speech, con la partecipazione della blogger Valeria Angione, la proiezione del documentario “M(o)ai + plastica” di Diario Catania e la consegna del premio “Non TAcerò Social Fest” in memoria di don Peppe Diana.

Gli ospiti attesi

Numerosi anche gli ospiti attesi quest’anno: Cristina Donadio (protagonista di “La Scelta” per la regista di Giuseppe Alessio Nuzzo), l’attore francese Arnaud PréchacMario Porfito (regista e sceneggiatore di “Weekend”), Walton ZedMaria Bolignano, lo scrittore Pino Imperatore. E ancora, le attrici Serena Lauro e Marina Cavaliere protagoniste del corto “La gita” di Salvatore Allocca, gli attori Francesco MucciIvan Castiglione, il cantautore Giacomo Rossetti col suo ultimo videoclip “Piccola Foglia di Vento”, la sceneggiatrice Iole Masucci, i produttori Eduardo Angeloni Paolo Nicolosi.

Animazione, documentari, videoclip musicali, sport,  corti italiani e corti internazionali sono le 6 categorie del concorso ufficiale a cui si aggiungono i titoli che partecipano al Social Short web – contest online promosso da Tugheder Marketing – e La cittadella del corto, vetrina dedicata agli istituti scolastici campani, che quest’anno presenta 10 titoli finalisti.

La sezione “anniversario”

Evento speciale che celebra il decennale del festival è la sezione anniversario che presenta 7 lavori: “Ciruzziello” di Ciro D’Aniello con Isa Danieli ed Eduardo Ricciardelli; “L’Affitto” di Antonio Miorin con Luisa Ranieri e Yuliya Mayarchuk; “Weekend” di Mario Porfito con Patrizio Rispo e Francesco Paolantoni; “Tulipe” di Andrea Di Cicco con Cristina Donadio e Fabio Massenzi; “Cafèsigaret” di Agostino Devastato con Pasquale Russo e Agostino Chiummariello; “Nina” di Sabina Pariante con Giuseppe Zeno e Stefano Fresi;  “La musica è finita” di Vincenzo Pirozzi con Anna Capasso, Miriam Candurro e Ivan Castiglione.

Chi sarà scelto come “miglior cortometraggio internazionale”?

A contendersi la vittoria come miglior cortometraggio internazionale saranno i francesi “Mazeppa”  di Jonathan Lago e “Burqua City” di Fabrice Braq, l’iraniano “Delay” di Ali Asgari, lo spagnolo “Minor Key” di Ivan Sainz Pardo e “Lucy” di Roberto Gutierrez, una coproduzione Venezuela-Bolivia.

Tra i titoli selezionati quest’anno da segnalare “Twelve minutes of rain” di Fabio Teriaca con Sergio Cammariere, “Sulla soglia” di Riccardo Festa con Giulio Scarpati e Rosanna Gentili, lo statunitense “Will the machine” di Kent Lamm, il documentario egiziano “Whale totem” di Simone Piccoli, “Modern football” dello spagnolo Diego Vivanco, “Il mondiale in piazza” di Vito Palmieri, “Le Avventure mr Food e mrs Wine” di Antonio Silvestre con Christiane Filangieri e Alessandro Tersigni, “The mother of all flowers” di Merve Caydere Dobai (Turchia) e “Irony” di Radhevya Jatheva (Australia).

La  decima edizione dIi CortiSonanti è organizzata dall’associazione culturale AlchemicartS e dalla Cooperativa  TCC teatro con la collaborazione di  Step One Productions, il supporto di London Store e il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania .

Tutte gli eventi in programma sono ad ingresso gratuito.

PER INFO: www.cortisonanti.it – tel. 081 3652912 – 335 220186.

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Napoli. Quartiere collinare ai Colli Aminei in tilt per maltempo e traffico

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di Stefano Esposito – Traffico in tilt e disagi nel quartiere collinare di Napoli ai Colli Aminei. Chiusa nei giorni scorsi via Vecchia San Rocco, una delle arterie che collega via Nicolardi, Miano e Chiaiano, una delle strade maggiormente trafficate nelle ore di punta. La chiusura di via San Rocco ha provocato il riversamento degli automobilisti in via Bosco causando code chilometriche lungo tutti i Colli Aminei e la strada che porta a via Toscanella. Il mal tempo, inoltre, ha peggiorato le cose in quanto sul percorso sono presenti numerose scuole che hanno accentuato il traffico negli orari di uscita degli alunni. La situazione molto critica, nei giorni scorsi, è poi tornata alla normalità nelle ore successive. Preoccupazioni per l’inizio settimana e la riapertura delle scuole che con il maltempo e l’eventuale chiusura non permetterebbe la fluidità del traffico nella zona collinare e il ritorno al caos nel quartiere.

Napoli: giovane si lancia nel vuoto dall’ottavo piano

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Tragedia avvenuta al Parco dei Ciliegi a Scampia, in provincia di Napoli, dove un uomo di 33 anni si è lanciato dalla finestra dell’ottavo piano della sua abitazione. L’uomo è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la scientifica che ha effettuato tutti i rilievi del caso.

Emanuele era un ballerino ed aveva vissuto molti anni in Germania.

Lo sfogo di Raffaella Fico: “A scuola chiamano Pia negra di mer**”

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Dopo l’episodio increscioso avvenuto a Verona con i cori razzisti contro Mario Balotelli, l’ex compagna del calciatore Raffaella Fico è intervenuta al programma “Storie Italiane”. Durante l’ospitata, la modella napoletana ha raccontato che anche sua figlia Pia è vittima di razzismo a scuola, nonostante la giovane età “Tu sei una negra di me..a, tu porti le infezioni, non ti posso dare la mano e prestare i miei giocattoli“. “Come si spiega il razzismo ad una bambina?”, ha dichiarato quasi in lacrime la showgirl.

Poi ha continuato: “Queste cose sono così tristi nel 2019Fa male, è brutto. Credo in un cambiamento e nella maturità delle persone. Altre volte, ho paura che Pia possa imbattersi ancora in queste cose. Noi la scena di Mario che ha tirato il pallone e ha fermato il gioco non l’abbiamo visto – ha spiegato Raffaella Fico – la bambina ha visto un’intervista, subito dopo la partita, voleva consolarlo. Gli ha mandato un messaggio: ‘Sono stupidi, non ascoltarli‘.

Leggende sul Natale in Campania: I Lupi Mannari dell’Irpinia

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Pensate forse che le storie, le leggende ed il folklore della Campania si esauriscano con racconti di streghe, fattucchiere e fate beneauguranti? La nostra è una regione maledetta ad un passo da nidi di draghi e dall’inferno, e non si fa mancare proprio nulla: tra le creature oscure che si muovono nella notte nei boschi, in mezzo a demoni e diavoli ci sono anche dei Lupi Mannari.

Proprio così; queste creature pericolose vivono nel cuore dell’Irpinia e, anche se forse non ci crederete, sono nate tutte nel giorno di Natale.

Buon Natale: ritratto dei Lupi Mannari

Si dice che i Licantropi debbano la propria natura scellerata alla data in cui sono nati. Le anime di coloro che sono venuti al mondo durante la notte del 25 Dicembre avrebbero secondo le credenze popolari sfidato il Signore scegliendo volontariamente di nascere nello stesso giorno di Gesù Cristo.

Dio, per punire questa loro insolenza, costringe queste anime dannate a vivere a metà strada tra una duplice natura: parzialmente umani e parzialmente demoni, una volta al mese sono condannati a diventare delle bestie.

E’ la Luna a dare inizio alla trasformazione; durante la notte del plenilunio, il sangue dei Lupi Mannari inizia a ribollir loro nelle vene. Colti da una sensazione di insopportabile calore, i dannati si strappano di dosso le vesti e cercano disperatamente refrigerio, gettandosi nell’acqua e nel fango, ululando alla luna il loro dolore.

Mentre ciò accade, i Licantropi subiscono una metamorfosi: la schiena s’incurva, la pelle si ricopre di pelo e il viso s’allunga in un muso.

Si trasformano in Lupi – ma non del tutto. Sebbene conservino appena un’eco della loro coscienza umana e siano molto simili agli animali feroci da cui prendono il nome, è possibile distinguerli da questi per delle caratteristiche quali il non avere una coda ed avere cinque dita invece delle quattro proprie dei lupi normali.

Completata la trasformazione i Lupi Mannari, accecati da una terribile fame, devastano tutto quanto quel che hanno intorno. La loro coscienza s’assottiglia al punto che potrebbero divorare il proprio figlio o la propria madre senza rendersene conto, risvegliandosi al mattino ricoperti di sangue e frattaglie senza serbare alcun ricordo del delitto appena commesso.

Come combattere un Licantropo: le ricette dell’Irpinia

Alcuni rimedi per combattere e uccidere i Licantropi sono comuni ad altre tradizioni, anche molto lontane da quella Campana – ad esempio, colpire un Lupo Mannaro con una pallottola d’argento parrebbe essere particolarmente efficace, come pure agitare verso di loro una croce.

Ci sono tuttavia delle usanze specifiche della regione dell’Irpinia per scappare dai Licantropi, che qui sono chiamati Pampanari – poiché si coprono solo di fogliame, detto pampene.

Tra questi rimedi, c’è il salire su di una scala che ha più di tre scalini, poiché lì i Lupi non potranno seguirvi; se invece riuscirete a fuggire verso un incrocio il Licantropo si paralizzerà e non potrà raggiungervi.

Se poi volete ritardare o controllare la trasformazione mensile di un Lupo Mannaro non dovrete fare altro che consigliargli un bel bagno in acqua e zolfo; per invertire la trasformazione e far tornare uomo un Lupo,  dovrete riuscire a pungerlo con un oggetto metallico sulla mano destra, facendo bene attenzione che dalla ferita sgorghino almeno tre gocce di sangue – un rituale che dovrebbe rievocare la crocifissione.

Ed a proposito di croci, se colpirete un Licantropo con uno dei chiodi di una croce il dannato probabilmente morirà.

Il Matrimonio di un Lupo Mannaro

Molte leggende raccontano di incontri ed amori sbocciati tra esseri umani e Licantropi.

Ce n’è una molto famosa che si dice che si sia svolta lì dove oggi sorge la città d’Avellino. Una ragazza, tanto buona quanto bella, un giorno passeggiando per i boschi vide un uomo che non conosceva. Rimase ammaliata dai suoi occhi dorati e se ne innamorò al primo sguardo.

L’uomo viveva da solo nel bosco, isolato, e su di lui i compaesani della ragazza raccontavano storie raccapriccianti – in molti giuravano che dalla sua casa venissero grida terribili e spaventose, da far accapponare la pelle, e che più d’una volta fosse stato scorto aggirarsi nel bosco nudo e ricoperto di sangue.

La ragazza non badava alle dicerie: era innamoratissima dell’uomo dallo sguardo dorato e così, quando lui le chiese di sposarlo, gli disse di sì. Nonostante l’opinione contraria della famiglia della ragazza, i due innamorati convolarono a nozze.

All’inizio tutto pareva andar bene; la vita con l’uomo era proprio ciò che la ragazza si aspettava e che desiderava. C’era solo una stranezza: una volta al mese l’uomo le diceva che quella notte sarebbe uscito di casa e che non sarebbe tornato fino al mattino, e così era. Le raccomandava di fare attenzione e di non uscire, per nessun motivo, dalla loro casa; aggiungeva alle sue raccomandazioni, infine, di aprire solo dopo aver sentito bussare alla porta per tre volte, non una di più e non una di meno.

I primi mesi la ragazza sopportò quella stranezza senza porsi domande, ma poi accadde qualcosa. Alcuni dicono che siano state le sue amiche a suggerirle di scoprire cosa combinasse il marito durante le sue assenze, altri dicono che, durante una di quelle notti, qualcuno avesse bussato una sola volta alla porta della loro casa: quale che sia il reale motivo, non importa. Che sia stato per sospetto, per curiosità o per ingenuità, ciò che conta è che la ragazza aprì la porta di casa e si ritrovò ad affrontare un gigantesco Lupo che l’attaccava.

La ragazza purtroppo non ebbe scampo; il Lupo era molto più forte e feroce di lei e la uccise mordendole il collo. Poi il mattino sorse portando la verità: il Lupo che l’aveva aggredita altri non era che il marito. Vedendo ciò che aveva fatto alla donna che amava l’uomo, disperato ed inorridito da se stesso, si tolse la vita.

Non è proprio una storia di Natale

Non sembrano proprio storie adatte al Natale, ma è da lì che nascono. Che conosciate o meno qualcuno nato il 25 Dicembre, siamo abbastanza tranquilli nell’assicurarvi che molto probabilmente non si tratta di un Lupo Mannaro. Tuttavia, allo scopo di evitare qualsiasi imprevisto, forse sarebbe meglio non aprir loro la porta a meno che non bussino esattamente per tre volte: non una di più, e non una di meno. Almeno, durante le notti di Luna piena…

Non perderti gli altri articoli sulle leggende della Campania:

  1. Da dove nascono le Janare? 
  2. Il fantasma del Caffè Gambrinus
  3.  La maledizione della Gaiola
  4. La Strega del Vesuvio
  5. La Tomba di Dracula
  6. L’amore tra Posillipo e Nisida
  7. Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo
  8. La Bella ‘Mbriana e l’ospitalità
  9.  I segreti della Grotta Azzurra 
  10. la storia di Castel dell’Ovo
  11. La strega di Port’Alba
  12. Tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno
  13. La storia d’amore dei colli di Napoli 
  14. Storia della regina verde di Agropoli
  15. il fantasma di Tiberio e la bella Carmelina
  16. la seducente fantasma dell’ex-monastero di Sant’Arcangelo
  17.  il fantasma di Bianca a via dei Tribunali
  18.  la nave di Castellammare di Stabia
  19.  il Drago di Napoli
  20.  Mergellina, la ninfa ed il pescatore
  21. Gesio e la bocca del dragone
  22. Il fantasma di San Lorenzo
  23. Ciccio e la notte delle Streghe

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Mestieri del Teatro: Al via il corso allo Stabile di Napoli

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Lunedì 11 novembre parte il corso di specializzazione sui mestieri del Teatro organizzato dalla Scuola del Teatro Stabile di Napoli

Al via lunedì 11 novembre il corso di specializzazione sui mestieri del teatro organizzato dalla Scuola di Teatro del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale. Il corso avrà una durata di 200 ore, divise tra teoria e pratica.

Tra le molte domande ricevute sono stati selezionati 10 allievi macchinisti, 10 allievi elettricisti e 5 direttori di scena tutti compresi tra i 18 e i 35 anni. La partecipazione degli allievi è totalmente gratuita e agli allievi è riconosciuto un rimborso spese di 400 euro. Il corso si svolgerà al Teatro Mercadante  e al Teatro San Ferdinando di Napoli, sedi del Teatro Stabile.

Il corso si pone l’obiettivo di specializzare figure professionali, sempre più richieste, per il settore teatrale e dello spettacolo del vivo. Per realizzare uno spettacolo servono molte e differenti professionalità che lavorano dietro le quinte come i tecnici: elettricisti, fonici o macchinisti il cui lavoro è coordinato dal direttore di scena. Si tratta di professionisti con competenze specifiche, che contribuiscono in modo decisivo all’esecuzione dello spettacolo. Formare queste figure e dare l’opportunità così di entrare nel mondo del lavoro con competenze precise, infatti agli allievi che frequenteranno con profitto il corso, verrà attribuito un punteggio preferenziale utile all’inserimento nella short list del Teatro Stabile di Napoli.

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Concorsone: in consiglio regionale l’opposizione chiede accesso agli atti

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I candidati del concorsone in Regione non conoscono ancora i risultati della loro prova. Dall’opposizione in consiglio regionale si annuncia la richiesta di accesso agli atti.

Le correzioni già effettuate riguardano i candidati laureati, che concorrono per 950 posti negli enti locali. Ancora da completare, invece, le procedure per i test sostenuti dai candidati in possesso di diploma, che concorrono per altri 1225 posti. Ma, tanto per i laureati quanto per i diplomati, i risultati saranno noti solo al termine delle procedure di correzione dei test.

«La mancata pubblicazione dei risultati del concorsone – dice Armando Cesaro, Forza Italia – sembrerebbe confermare le tesi dei 95 mila esclusi: quella del grande bluff». Secondo l’esponente di Forza Italia sarebbero già scaduti i termini per la chiusura delle correzioni. «Sono 15 settimane a partire dalla pubblicazione del bando e quindi la scadenza era prevista per il 22 ottobre». «De Luca chiarisca subito – riprende Cesaro – e receda immediatamente dalla convenzione stipulata col Formez a dicembre 2018. Oramai il cronoprogramma è saltato completamente. Si annullino le prove preselettive e si ripetano in assoluta trasparenza, con procedure di correzione immediata e diffusione altrettanto tempestiva degli esiti».

Dal Formez, incaricato della selezione, fanno sapere che «come dichiarato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, sono terminate le correzioni delle prove relative alla categoria di concorso D e sono in corso di svolgimento le correzioni per la categoria C. Si ricorda che Formez opera nel pieno rispetto delle regole e che nelle tempistiche e modalità del concorso Ripam Campania si attiene, come sempre, alle procedure previste dalla legge».

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DeMa: “Inaccettabile il pedaggio in tangenziale. Richiesta totale gratuità al Ministro”

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È con un post su Instagram che il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha annunciato di aver richiesto al Ministro De Micheli la totale gratuità della tangenziale fino alla fine dei lavori.

Dopo che il transito  era stato reso gratuito a seguito dei numerosi numerosi disagi arrecati dai lavori lungo la tratta Capodichino-Corso Malta, la tangenziale di Napoli S.p.a aveva scelto di far pagare nuovamente il pedaggio lungo tutta la tratta.

A tale decisione si è opposto fermamente il Primo Cittadino. “Non è accettabile –  ha scritto sul suo profilo Instagram – far pagare nuovamente il pedaggio ai napoletani quando i disagi della tangenziale non sono ancora conclusi.” 

La richiesta di totale gratuità è stata inoltrata al Minsitro delle infrastrutture e dei trasporti, ora non ci resta che aspettare. E ironicamente Dema allega al suo annuncio un’immagine tratta dal film  “Non ci resta che piangere” : la scena iconica in cui il casellante continua a richiedere un fiorino ai due malcapitati Massimo Troisi e Roberto Benigni.

Post Instagram Dema Tangenziale

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