mercoledì, Agosto 6, 2025
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De Luca: “Svolta storica sull’Autonomia. Guardiamo al nuovo governo con serenità”

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La buona notizia è che il nuovo governo si approccia all’autonomia differenziata in maniera opposta alla precedente visione. Lo spiega Francesco Boccia, ministro agli affari Regionali e per le autonomie in visita a Napoli per un incontro con il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

“Con le Regioni chiuderemo in 30 giorni – Afferma Boccia – Conto molto sulla Campania e sulle altre regioni del Mezzogiorno per completare questo lavoro complesso”.

Si dimostra molto soddisfatto Vincenzo De Luca che dichiara:

“Serve un decentramento vero dei poteri non sconvolgente dell’unità nazionale. Una discussione positiva che ci consente di guardare al rapporto col nuovo governo con grande serenità“. 

Per il ministro per gli Affare Regionale e le autonomie “non è sostenibile che si portino avanti intese singole senza una cornice nazionale”

Musica per le orecchie di De Luca che dichiara:

Sono in totale accordo sulla necessità di una legge quadro per l’autonomia differenziata e che il punto di partenza per la discussione debbano essere i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Per quanto ci riguarda il ragionamento sul tema con il nuovo Governo parte da zero nel senso che l’impostazione di Boccia senza una svolta radicale: non si ragiona più a partire dalla spesa storica, ma da una cornice unitaria relativa al rapporto Stato-Regioni. Avere al Sud il 34% di investimenti è un obiettivo fondamentale. Ripartiamo dai presupposti che non erano quelli leghisti. Noi non alimenteremo il conflitto Nord -Sud ma ci batteremo per un Sud che accetta la sfida dell’efficienza amministrativa e rifiuta le logiche di assistenzialismo”. 

 

Leggende della Campania: il Drago di Napoli

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Mostri, fantasmi, streghe e maghi: tra le strade di Napoli qualsiasi creatura o storia leggendaria trova casa. Dietro ogni angolo c’è un mistero, un assassinio ed una vendetta, ogni porta e finestra sono testimoni d’una magia: la terra su cui sorge la città è intrisa di sangue, di maledizioni ed incanti.

Un luogo come questo, stregato e maledetto, a due passi dalla bocca dell’inferno, non poteva non ospitare una delle creature che più strettamente son collegate col Maligno e con i demoni, con il fuoco e la dannazione – in pochi lo sanno ma, fino ai primi anni del 1700, le leggende narrano che appena fuori Porta Capuana vivesse un drago. 

Un prode cavaliere sfidò l’orrida creatura, ma fu una donna a sconfiggerlo. Questa settimana vi narriamo della loro storia: questa è la leggenda del drago e serpe di Napoli, di Gismondo e della sua salvatrice.

Un drago di palude

Il drago viveva nei pressi di quello che all’epoca era l’ingresso della città, ovvero Porta Capuana. Lì c’era infatti una palude, dove la bestia amava riposarsi, nascondersi nella nebbia per attaccare più facilmente i viandanti.

La creatura era ben nota alla popolazione di Napoli, che per questo evitava di passare per la Porta e la palude. Il drago era infatti assai pericoloso: non solo l’essere mordeva, graffiava e sputava fiamme, ma bastava un suo solo sguardo per essere pietrificati, proprio come se si trattasse d’una gorgone.

Nessuno osava attraversare la palude, e la storia del drago raggiunse anche coloro che non abitavano la città. Tutti temevano il drago e i suoi poteri e a lungo la strada che conduceva a Napoli e che passava da Porta Capuana non venne percorsa da anima viva.

Almeno, fin quando Gismondo non decise di farlo.

Un cavaliere coraggioso

Secondo la tradizione cattolica, fu a Napoli che San Pietro celebrò la prima messa e cominciò dunque a diffondere la parola di Cristo. Il nobile Gismondo era un buon cattolico, e desiderava ardentemente raggiungere la città di Napoli e pregare sulla prima pietra, sul primo altare che venne utilizzato dal Santo.

V’era tuttavia un problema: per raggiungere Partenope, il buon Gismondo avrebbe dovuto attraversare la nefasta palude dove viveva il terribile drago. Dopo averci a lungo riflettuto, l’uomo decise di attraversare il pericoloso cammino, incurante dei rischi. Si affidò così alla fede, pregando d’essere risparmiato.

Non incontrò il drago e giunse alla città incolume.

Vico della Serpe

Quella notte, Gismondo fece un sogno.

Nella visione gli apparve la Madonna, che gli spiegò d’aver ucciso lei stessa il drago per permettergli di giungere a Napoli sano e salvo. La fede dell’uomo l’aveva commossa ed il suo coraggio fortemente colpita e così aveva deciso di aiutarlo e salvarlo.

La Madonna però gli disse che, in cambio, avrebbe dovuto fare qualcosa per lei: lì dove il giorno seguente avrebbe trovato il cadavere della bestia Gismondo avrebbe dovuto edificare una chiesa. Solo così facendo, spiegò la Madonna nel sogno, il popolo napoletano sarebbe potuto essere liberato davvero dal male.

La mattina, appena sveglio, il nobile si mise alla ricerca del drago e presto ne trovò il cadavere. Obbedendo ai dettami di Maria, l’uomo edificò lì una chiesa, che prese il nome di “Chiesa di Santa Maria ad Agnone” – il nome Agnone deriverebbe dal latino anguis, e avrebbe dovuto indicare una “grossa serpe“.

La chiesa purtroppo non ebbe lunga né prospera vita: nel 1800 divenne un carcere femminile e poi, durante la seconda guerra mondiale, venne del tutto rasa al suolo dai bombardamenti.

Ad oggi, di questa storia leggendaria, di Gismondo e della lotta della Madonna col drago non resta che il nome di una strada “Vico della Serpe“, che si dice sorga dove un tempo sorgeva la chiesa.

Storia di un tempio e di una bonifica

Questa storia ci è stata tramandata da Fra Serafino Montorio, tramite il manoscritto “Zodiaco di Maria, ovvero le dodici province del Regno di Napoli“, del 1715.

Secondo Bartolomeo Capasso, studioso ottocentesco della Storia Napoletana, ci potrebbe essere una spiegazione più razionale a questa storia fantastica. Fu infatti lui stesso a ritrovare, vicino a vico della Serpe, una statua raffigurante un serpente. Capasso dedusse che questa potesse appartenere ad una statua raffigurante Esculapio, dio della medicina, il cui simbolo erano proprio due serpenti arrotolati intorno ad un bastone – ancora oggi simbolo delle farmacie. Il mito del drago-serpe affonderebbe dunque le sue radici nella mitologia greca e romana, più che nella cristianità, e la chiesa di cui la leggenda parla fu edificata probabilmente sopra un tempio dedicato ad Esculapio. La vittoria della Madonna sul drago-serpente avrebbe rappresentato la vittoria del cattolicesimo sui pagani.

Ma c’è un altro elemento nella leggenda che ci offre lo spunto per un’altra spiegazione: la presenza della palude. La storia di Gismondo potrebbe essere la versione un po’ fantastica, figurativa e romanzata della bonifica del terreno paludoso che circondava la città – che, all’epoca dei fatti, dovette apparire proprio come un miracolo.

Una terra di mostri e di draghi

Napoli è una città dal forte sapore esoterico, piena di storie, favole, incubi e leggende. Sebbene si viva in un’epoca lontana dai miti, l’aria misteriosa che avvolge la città talvolta spinge a credere che qualcosa, in queste storie, possa essere persino vero.

Castelli stregati, regine folli, demoni impazziti e terreni sconsacrati: a volte, nel cuore della notte, scrivendo di leggende, orrori e fiabe, l’idea d’un drago che terrorizza la città appare quasi plausibile.

Quale luogo, d’altro canto, potrebbe accogliere meglio un maestoso e terribile mostro come questo?

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BussoLaLeggenda I : Da dove nascono le Janare? 
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BussoLaLeggenda VII: Giovanna la pazza e i suoi amanti senza riposo
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BussoLaLeggenda IX: I segreti della Grotta Azzurra 
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BussoLaLeggenda XII: Tra diavoli e fate, le leggende del lago d’Averno
BussoLaLeggenda XIII: La storia d’amore dei colli di Napoli 
BussoLaLeggenda XIV: Storia della regina verde di Agropoli
BussoLaLeggenda XV: il fantasma di Tiberio e la bella Carmelina
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BussoLaLeggenda XVII: il fantasma di Bianca a via dei Tribunali
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Poliziotto napoletano assassinato a Trieste

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Si è spento Pierluigi Rotta, poliziotto di 34 anni originario di Pozzuoli coinvolto in uno scontro a fuoco a Trieste. Rotta era figlio di un poliziotto attualmente in pensione che ha lavorato a Napoli per molti anni. Grande sofferenza negli uffici della questura di Napoli.

La sparatoria, avvenuta all’interno della Questura di Trieste, ha coinvolto anche un altro poliziotto. I due aggressori, di origine dominicana, erano stati portati in commissariato dopo una rapina.

A Napoli nasce il primo orto terapeutico per diversamente abili

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Napoli: nasce il primo orto terapeutico per disabili, curato da “nonni custodi”.

Nel centro storico di Napoli è stato realizzato il primo orto terapeutico “fuori terra”, per diversamente abili. Il progetto nasce dalla collaborazione dell’istituto Don Orione con la Coldiretti Campania e Panta Rei-impresa sociale, con il patrocinio morale del Comune di Napoli.

Essenziale infatti la collaborazione della Coldiretti in quanto saranno proprio degli agricoltori in pensione a prendersi cura dell’orto cittadino. I “nonni custodi” della terra allestiranno l’orto. Inoltre saranno loro stessi a fare da tutor sia al personale sia ai ragazzi del centro assistenza Don Orione in via Donnalbina. Sarà infatti tale istituto ad ospitare l’orto terapeutico.

L’inaugurazione del progetto si terrà lunedì 7 ottobre alle ore 10, con il taglio del nastro e con un convegno dal tema “Benessere e reti sociali in aree urbane”. Numerosi saranno gli interventi dei rappresentanti degli enti che collaborano al progetto. Le conclusioni invece spetteranno  a Chiara Marciani (assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania), a Gennarino Masiello (vicepresidente nazionale Coldiretti) e al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

L’iniziativa dell’orto terapeutico permetterà ai ragazzi disabili del centro Don Orione di Napoli di mettersi in gioco, riempiendo di colori e profumi il palazzo del Cinquecento che ospita l’istituto.

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Napoli: allarme bomba nella stazione Garibaldi

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Momenti di panico nella stazione di piazza Garibaldi per un allarme bomba rivelatosi infondato.

Falso allarme bomba nella stazione della Circumvesuviana a piazza Garibaldi. A far scattare l’allarme è stato un pacco sospetto. Le forze dell’ordine hanno chiesto l’immediata sospensione della circolazione ferroviaria. Dopo pochi minuti, l’allarme si è rivelato infondato. L’EAV aveva già disposto anche un servizio sostitutivo che dal terminal di porta Nolana portasse i passeggeri alle stazioni di San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, dalle quali riprendere i propri viaggi in direzione Sorrento, Poggiomarino, Sarno e Baiano. Poi, una ventina di minuti dopo l’allarme, la situazione è tornata normale. L’EAV ha fatto sapere che “il servizio ferroviario è stato ripristinato su tutte le tratte”. Il disagio, vista la brevità della situazione, non avrebbe leso troppe persone.

Napoli-Portici: i festeggiamenti per i 180 anni della prima ferrovia italiana

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Anche Google ieri ha dedicato uno dei suoi famosi doodle all’anniversario della prima ferrovia italiana, nata proprio in territorio partenopeo.

Si tratta della Napoli-Portici, la prima linea ferroviaria inaugurata il 3 ottobre 1839 da Ferdinando II di Borbone che collegava le due città in soli 11 minuti. Il treno era composto da due soli convogli, trainati da due locomotive: la Bayard, dal nome dell’ingegnere che l’ha progettata, e la Vesuvio.

Le celebrazioni ufficiali per la Napoli-Portici avranno luogo domani, 5 ottobre.

All’evento di sabato al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è atteso anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nonostante i festeggiamenti, però, la stazione Bayard di Napoli su corso Garibaldi rimane in un perpetuo stato di abbandono.

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Abitazione in fiamme a Fuorigrotta, coinvolti anche due bambini

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Panico ieri mattina in via Pirandello, a Fuorigrotta, dove un appartamento situato al quinto piano di un palazzo ha preso fuoco. Gli abitanti dello stabile sono subito scesi in strada, ma cinque persone sono rimaste comunque intossicate dalle fiamme, tra le quali anche due bambini.

Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, la Polizia e gli uomini del 118.

L’incendio è stato causato da un ferro da stiro appoggiato su un materasso.

Quartieri Spagnoli: museo a cielo aperto dedicato a Totò

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I Quartieri Spagnoli si stanno sempre più trasformando in un museo a cielo aperto. I protagonisti delle ultime opere in via Portacarrese a Montecalvario? Totò e alcuni dei suoi storici colleghi come Nino Taranto e Peppino De Filippo.

I pochi metri della via dei Quartieri sono stati ricoperti da murales, manifesti e foto del Principe della risata.

     

 

L’iniziativa ha trasformato l’area in una zona d’attrazione per turisti e cittadini che, tra una commissione e l’altra, passano per quelle strade.

      

C’è, addirittura, chi ha approfittato di una vecchia bottega in disuso per creare una riproduzione della tipografia “Lo Turco” del film “La banda degli onesti”.

 

Si tratta di una rivalutazione importante per uno dei quartieri più antichi, ma anche più ferventi, della città.

             

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Secondigliano: la replica dei detenuti: “Sky non c’entra, sono gli insetti nel cibo”

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Si stavano diffondendo in questi giorni reazioni alla controversa protesta dei detenuti del Penitenziario di Secondigliano. Lunedì, infatti, “Verso le 13 una quarantina di detenuti nel circuito media sicurezza nel Centro Penitenziario hanno inscenato un’azione di protesta. I detenuti, invece di uscire dai cortili per rientrare nel Reparto di appartenenza, si sono barricati nel cortile rifiutandosi di uscire. Sono stati usati carrelli del vitto per ostruire il cancello d’ingresso“. Il Sappe ha definito i motivi della protesta “Sicuramente pretestuosi” e la protesta stessa è stata definita “Assurda” dal segretario nazionale Emilio Fattorello. I motivi stessi sono stati visti come frivoli, citando la “Scarsa qualità della carne del vitto e la mancata trasmissione dei canali Sky, che la Curia di Napoli offre ai detenuti“.

Il segretario dell’associazione Ex Don (Detenuti Organizzati Napoletani) Pietro Ioia è intervenuto, chiarendo: “Sono stato contattato da un familiare di un detenuto del penitenziario di Secondigliano. Sky non c’entra, la protesta è dovuta alla cattiva gestione sanitaria e a degli strani animaletti che stanno trovando nel cibo“. Nel carcere ci sono stati negli scorsi giorni momenti di tensione, con i poliziotti pronti a intervenire in tuta antisommossa a causa della protesta.

La professionalità messa in campo dal personale del Corpo intervenuti nei diversi ruoli ha consentito di riportare alla ragione i rivoltosi senza ricorrere alla forza. Alle 15:30 la protesta è rientrata. L’aspetto che lascia perplessi è che questi detenuti che hanno protestato sono gli stessi che qualche mese addietro si sono resi responsabili della rivolta al Padiglione Salerno di Poggioreale“, conclude il Sappe.

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Test di Medicina: è di Salerno la miglior candidata campana

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La salernitana miglior candidata campana ai test di Medicina sceglie di rimanere nella sua regione.

Alessia Procida, 19 anni, è stata la miglior candidata campana ai test di Medicina. Nella graduatoria regionale è arrivata prima con un punteggio di 74,6. Nella graduatoria nazionale si è collocata al 23esimo posto su 60mila candidati. «Mi sono preparata l’ultimo anno, studiare per i test e per la maturità non è stato semplice, ma i miei docenti mi hanno dato buone basi».

Dopo la maturità classica con 110 e lode al liceo Tasso di Salerno e l’ottimo risultato ai test di Medicina, ha già le valigie pronte per trasferirsi a Napoli e iniziare l’università. Pur potendo andare alla Bicocca o a Padova, ha scelto di rimane nella sua regione e iscriversi alla Federico II. «Amo il mio territorio, un domani potrei spostarmi, vedremo come andrà, è prematuro parlarne».

La passione per la medicina non nasce in famiglia, ma dalla voglia di «fare qualcosa per gli altri». Favorevole ma solo in parte al numero chiuso, «sarebbe bello che tutti avessero l’opportunità di seguire Medicina». Per Alessia comunque i test di Medicina «non sono impossibili, bisogna essere costanti, non farsi prendere dal panico, essere caparbi, crederci».

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