mercoledì, Agosto 6, 2025
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Battipaglia, rogo domato ma c’è l’allarme Diossina

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Il Rogo di Sabato

Risale a ieri la fine del rogo che ha distrutto il deposito di Ecoballe della New Rigeneral Plast a Battipaglia. Sono ingenti i danni ambientali, nonostante l’intervento degli infaticabili vigili del fuoco, intervenuti sin dal mattino per mettere sotto controllo le fiamme. Assieme a loro è intervenuta la Protezione Civile e due mezzi aeroportuali giunti da Napoli e Bari che hanno reso possibile domare l’incendio. Hanno aiutato anche autobotti inviate dai comandi di Avellino e Caserta, la squadra Nbcr di Napoli (specializzata in disastri ambientali), i mezzi di movimento terra dal comando di Benevento e la famiglia Adinolfi, che ha fornito ulteriori mezzi per smuovere le ecoballe per estinguere gli ultimi punti caldi.

Il rogo in sé non è più un tema rilevante: sono i danni ambientali che preoccupano gli abitanti di Battipaglia. Si tratta del quarto incendio in tre anni, per cui c’è un giusto timore fra la popolazione per la quantità di Diossina rilasciata. Già sabato pomeriggio, in via Filigalardi, era presente il direttore dell’Arpac Gianluca Scoppa. Nella serata di ieri è arrivata un’unità di monitoraggio della qualità dell’aria per meglio comprendere l’impatto ambientale dell’incendio. I primi risultati dovrebbero arrivare fra stasera e domani.

Fra i cittadini intanto sono già scoppiate le proteste, sin da sabato sera: capeggiati dall’ex-portavoce del Comitato “Battipaglia dice NO” Raffaele Petrone, tornato per l’accaduto, gli ambientalisti hanno richiesto le dimissioni dell’Assessore all’Ambiente Carolina Vicinanza. Presente l’Onorevole Francesco Conte, che ha proposto l’istituzione di una Commissione di Governo per la gestione dell’Emergenza della Piana del Sele. Il Consigliere Egidio Mirra, invece, ha asserito che porterà nel consiglio di Mercoledì una mozione di sfiducia verso l’Amministrazione.

Il Sindaco Cecilia Francese ribadisce il proprio impegno: “Ho chiesto anche io un intervento del ministro, del resto già a Giugno avevamo interessato della questione la Provincia e la Regione. Non accetto accuse, perché abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. Anzi, ringrazio quei sindaci che mi sono a fianco in questa battaglia, perché siamo soli ad affrontare questa emergenza“.  La prima cittadina ha inoltre confermato la denuncia nei confronti dei legali rappresentanti della New Rigeneral Plast sotto incarico dell’avvocato comunale Carla Concilio. In giornata il Comitato “Battipaglia dice NO” potrebbe redarre un documento contenente le azioni da eseguire nelle prossime settimane in reazione al rogo.

Reazioni nella Politica

Rogo che ha destato numerose polemiche e reazioni fra entità e persone di grosso spessore: i senatori Maurizio Gasparri, Antonio Iannone e Gigi Casciello si sono mossi alla svelta ad incolpare l’amministrazione di centrosinistra del comune. La Fp Cgil ha chiesto un intervento del procuratore nazionale antimafia. Confagricoltura Salerno ha criticato il rimbalzo delle responsabilità fra il Comune e la Provincia, infine Legambiente Campania ha parlato di un’ “epidemia di incendi“.

Il fatto di cronaca è riassunto efficacemente dalla Protezione Civile di Battipaglia: “Nel primo pomeriggio di ieri – affermano gli operatori – le nostre squadre antincendio sono state impegnate nelle azioni di spegnimento di un incendio e di alcune sterpaglie e canneti nelle vicinanze. Le nostre squadre antincendio, dotate di tutti i DPI, sono intervenute insieme alle squadre della Protezione Civile Eboli, ed in collaborazione con i Vigili del fuoco dei distaccamenti di Eboli, Salerno, Caserta, Giffoni, Napoli e Avellino, domando le fiamme sviluppatesi all’interno delle ecoballe presenti nella struttura. Le operazioni, iniziate nel primo pomeriggio sono durate tutta la notte, sono state lunghe e complesse, tuttavia le fiamme sono state domate e le squadre dei Vigili del fuoco per tutta la domenica hanno continuato a gettare incessantemente acqua per raffreddare il sito e completare la bonifica con la copertura con la sabbia delle ecoballe. Sul luogo presenti anche la Polizia Municipale di Battipaglia, Polizia di Stato e Carabinieri”.

Tra le reazioni c’è quella del gruppo ‘Bellizzi in Movimento‘: “L’ennesimo rogo delle ecoballe nella zona industriale di Battipaglia, oltre al danno delle zone agricole limitrofe per il deposito delle ceneri sul terreno, ha sprigionato particelle tossiche che vengono inalate non solo dagli animali degli allevamenti ma anche dai cittadini di tutto territorio. Un anno fa il Ministro Costa aveva chiesto al ministro Salvini di considerare i siti di stoccaggio dei rifiuti in Italia come ‘sensibili’, cioè siti che possano entrare nel piano coordinato di controllo del territorio, gestito da ogni Prefettura con l’ausilio di tutte le Forze dell’Ordine, per un aumento di controllo preventivo per, quindi, ‘dare un’ulteriore garanzia preventiva al cittadino ma anche all’imprenditore’. Ma non ci risultano sensibilizzazioni o iniziative in tal senso. Noi attivisti ‘Bellizzi in Movimento’ nel denunciare questi episodi chiediamo alle amministrazioni Comunali del territorio iniziative atte alla salvaguardia della salute pubblica in sinergia con tutti gli organi regionali stigmatizzano qualsiasi promesse espresse senza alcuna soluzione concreta”.

Il deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, afferma sulla questione: “Presenterò un’interrogazione urgente al ministro dell’ambiente Sergio Costa. È opportuno verificare il rispetto da parte delle aziende e degli organi tenuti al controllo delle procedure di sicurezza. Il sindaco in maniera particolare è l’autorità competente a verificarlo. Per il terzo anno un incendio si sviluppa in un’area industriale, provocando danni incalcolabili all’ambiente e alla salute delle comunità locali. E’ giunto il momento di adottare provvedimenti seri per tutelare la popolazione locale, accertando responsabilità e inadempienze da parte delle istituzioni”.

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Mega colpo all’IKEA di Afragola sventato dall’istituto di vigilanza Prestige

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E’ stato sventato dalle guardie giurate dell’istituto di vigilanza Prestige il colpo pianificato da 5 uomini al centro commerciale IKEA di Afragola.

Dalla ricostruzione dei fatti emerge che uno degli uomini addetti alla vigilanza interna ha notato, dai monitor di sorveglianza che 5 uomini avevano scavalcato il muro di cinta verso mezza notte e un quarto e stavano muovendo verso l’edificio.

Il vigilante ha subito allertato i carabinieri e una pattuglia che era impegnata nel giro di perlustrazione. Arrivati i rinforzi, hanno bloccato due dei cinque malviventi e li hanno consegnati alle forze dell’ordine., mentre gli altri 3 sono riusciti a fuggire.

Complimenti sono arrivati direttamente dal leader associazione guardie particolari giurate, il  sindacalista napoletano Giuseppe Alviti che ha ancora una volta messo in evidenza l’utilità per la collettività dell’apporto delle guardie giurate nella sicurezza complementare e sussidiaria facendo ancora un appello a Salvini prima dell’incontro del 15 agosto a Caste Volturno

 

De Magistris sposa la battaglia dei 5 Stelle sui Navigator

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Per alcuni sono le prove generali dell’intesa che porterà alla coalizione tra DeMa e 5 Stelle in campania alle prossime regionali, uniti contro De Luca, per altri semplicemente una questione di priorità.

Fatto sta che lascia intendere molto la presa di posizione di De Magistris sul caso Navigator, che dichiara:

Negare la contrattualizzazione ai navigator è montare un capriccio politico su una montagna di sabbia. Si tratta di un grande errore mediatico perchè i navigator sono pagati per un pezzo del reddito di cittadinanza. Niente a che vedere con il potenziamento dei centri per l’impiego per cui ci sono abbondanti risorse a parte che stanno per essere ripartite tra le Regioni”. 

Sulla questione De Magistris aggiunge: 

“E’ arrivato il momento di dire basta al giochino che tiene sotto i precari e sopra una classe politica che, a suon di like e post tuonanti, pensa di combattere il precariato”. 

 

 

Napoli: ancora un atto vandalico contro un bus dell’ANM

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Napoli: ieri sera intorno alle ore 21:00, nei pressi di via Galileo Ferraris, una baby gang ha commesso l’ennesimo atto di vandalismo ai danni del bus 196, che collega il parcheggio Brin con il rione Incis di Ponticelli.

Nello specifico, mentre il pullman dell’ANM (Azienda Napoletana Mobilità) percorreva via Galileo Ferraris, un gruppo di ragazzi ha commesso un atto vandalico, brandendo i martelletti frangi vetro. I ragazzi hanno iniziato a colpire la botola di emergenza del bus, posta nella parte alta del bus, mandandola in frantumi.

All’interno del pullman vi erano circa 30 passeggeri, impauriti per la scena a cui hanno assistito, ma illesi. Appena il conducente ha sentito i colpi, infatti, ha fermato la corsa accostandosi al marciapiede.

È stato in quel momento che il gruppetto di vandali ha potuto forzare le porte e scappare. Il funzionario dell’ANM ha così potuto solo informare l’azienda dell’accaduto, aspettare le forze dell’ordine per i rilievi e riportare il bus 196 al deposito di via delle Puglie per essere sottoposto a manutenzione.

Ecco le dichiarazioni di ieri di Adolfo Vallini, esecutivo provinciale USB (Unione Sindacale di Base) e rappresentante dei lavori per la sicurezza dell’ANM:

«Bisogna investire di più in sicurezza. Lo Stato deve fare la sua parte ma l’ANM deve immediatamente ripristinate le risorse economiche che sono state tagliate a seguito del concordato preventivo, e soprattutto implementarle. Le spese vanno fatte per garantire la giusta sicurezza  a bordo dei mezzi pubblici e nelle stazioni. Il personale dell’ANM potrebbe essere riqualificato per attività di controllo a bordo delle vetture, traendone l’azienda un duplice beneficio: di contrasto all’evasione dei titoli di viaggio e da deterrente ai comportamenti incivili».

L’ANM ha dunque bisogno di fondi, per aumentare i controlli ed evitare di subire l’ennesimo atto vandalico, ma anche per garantire le corse dei pullman ai cittadini.

Ennesimo atto vandalico ai danni dell’ANM

Purtroppo l’episodio di ieri sera per l’ANM non è una novità. Infatti, oltre azioni di vandalismo più recenti ai danni dei mezzi pubblici, qualche anno fa erano ricorrenti anche quelle contro le pensiline dei pullman.

Il 7 settembre 2015, Alberto Ramaglia, ex amministratore unico dell’ANM, si appellò al senso civico dei napoletani e a chi dovesse essere testimone degli atti criminosi, affinché non avessero timore nel denunciare o fare segnalazioni alle forze dell’ordine.

Dopo anni di distanza, il problema però sussiste e sembra che guidare un pullman sia diventato un mestiere rischioso, soprattutto in certe zone di Napoli e in certi orari.

Due anni fa, quando annunciò la sua uscita dall’ANM, Ramaglia inoltre dichiarò:

«Sono amareggiato, profondamente dispiaciuto, mortificato dalle lettere degli utenti che ogni giorno segnalano disservizi, che io non sono in grado di risolvere. Il Comune, la Regione e i sindacati dovrebbero dialogare di più. Non ho presentato la domanda per il secondo mandato in Anm perché non ci sono le condizioni per risanare l’azienda. Vado via».

Sono passati intanto due anni, ma queste dichiarazioni sembrano ancora molto attuali.

C’è ancora speranza per risanare l’ANM?

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La leggenda dei maccheroni napoletani e del mago che li creò

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I maccheroni al sugo sono una delle ricette napoletane più note nel mondo. La loro deliziosa semplicità ha reso il loro sapore quasi leggendario, tanto che a Napoli si dice che siano stati creati con un incantesimo.

Il mago Chico

Durante il regno di Federico II, si dice che in via dei Cotillari, nel sedile di Portanuova, vi fosse una palazzina stretta e lunga i cui abitanti erano gente assai malfamata. Al primo piano abitava uno strozzino; al secondo piano una prostituta; al terzo, invece, una coppia di imbroglioni. Ma l’inquilino che più spaventava il vicinato era quello del quarto piano: un uomo con una lunga barba lunga che passava ore davanti ad un pentolone.

L’uomo si chiamava Chico e si diceva che fosse un mago. Passava il giorno rinchiuso in casa, facendo strani esperimenti davanti al fuoco con la sola compagnia del suo aiutante. Le poche volte che lo si vedeva mettere il naso fuori dalla porta era coperto di una misteriosa polvere bianca che faceva tossire chiunque gli passasse accanto.

Le vicine di casa del mago Chico cercarono in tutti i modi di capire da dove venisse e cosa facesse in casa tutto quel tempo, ma senza successo. Alcuni dicevano venisse dalla Sicilia, altri dall’oriente, ma nessuno svelò mai il mistero delle sue origini.

Chico si staccava dal fuoco e dai suoi libri solo per andare a comprare delle erbe per i suoi incantesimi: timo, maggiorana, prezzemolo, basilico e pomodori erano quelle che acquistava più di frequente.

Le voci sul suo conto si moltiplicarono nel corso degli anni: davanti al camino parlava forse col Diavolo? Era lui che uccideva gli orfani che di tanto in tanto sparivano dal quartiere per realizzare i suoi malefici? Nessuno scoprì nulla e la figura del mago divenne nell’immaginario del quartiere sempre più losca ed inquietante.

La ricerca del piatto perfetto

Ma Chico non era un mago e nemmeno un alchimista. Era invece un inventore e in passato era stato un uomo molto fortunato. Ricco grazie alle sue invenzioni, affabile e di bell’aspetto era stato baciato dalla fortuna, amato dalle donne e circondato da amici.

Ma la fortuna ad un certo punto gli voltò le spalle. La malasorte fece sì che perdesse tutto il suo denaro e i suoi palazzi. Ormai in età avanzata, smarrita anche la passata bellezza, Chico si ritrovò solo. Andò a vivere così nell’unico appartamento che potesse permettersi, quello al quarto piano della palazzina malfamata di via dei Cotillari, con le porte basse e i vetri piombati.

Decise di dedicare i suoi ultimi anni ad una nuova ricerca: voleva inventare e realizzare il piatto perfetto. Così lavorava e lavorava davanti al fuoco, con il grano, le erbe e le spezie, cercando di creare la ricetta perfetta.

Jovannella e l’assaggio del Re

Una delle vicine di casa di Chico si chiamava Giovannella Di Canzio, detta Jovanella. Era forse la più determinata a scoprire i segreti dell’uomo: la curiosità la divorava. Passava così le giornate cercando di spiare il presunto mago dalle finestre, nonostante questi le sbarrasse.

Tenta e ritenta, rischiando più volte di essere scoperta e di incorrere nell’ira di Chico, alla fine Jovannella capì che cosa l’uomo stava cercando di fare e carpì la ricetta del piatto perfetto.

La donna chiamò il marito Giacomo, che lavorava come sguattero nelle cucine del Re Federico II, e gli disse di dire al cuoco reale che lei conosceva una ricetta divina,una pietanza di così nuova e tanto squisita fattura da meritare l’assaggio del Re“.

Giacomo fece quanto lei gli aveva detto di fare. Il cuoco parlò dunque di Jovannella e della sua ricetta a un maggiordomo, il quale ne parlò con un conte, il quale a sua volta riferì finalmente al Re. Federico II, incuriosito da tutta la vicenda, chiamò Jovanella affinché gli preparasse questa millantata delizia.

I maccheroni angelici

La donna si recò in fretta e furia al palazzo reale ed iniziò a cucinare. Mischiò farina, uova ed acqua, aggiungendo un pizzico di sale; impastò ed impastò e rese la pasta tanto sottile da sembrare poco più spessa d’una tela. Prese un coltello e la tagliò, modellandola poi in piccoli cannelli che mise al sole ad asciugare. Nel frattempo, mise in un tegame lo strutto e la cipolla tagliata nella maniera più sottile possibile e, quando questa fu soffritta, aggiunse della carne. Una volta cotta la carne nel tegame versò anche il succo di pomodoro, che aveva spremuto con uno straccio, e fece cuocere tutto a fuoco lento.  Dopo qualche ora, prese una pentola e vi fece bollire dell’acqua, versandovi poi la pasta che aveva preparato. Scolò infine la pasta separandola dall’acqua, e la mischiò con il sugo e del formaggio, da lei appena grattugiato, di Parma.

Jovannella fece dunque assaggiare il piatto prelibato che Chico aveva creato a Federico II. Il Re fu piacevolmente sorpreso da quel nuovo sapore e chiese alla donna cosa l’avesse ispirata e come avesse fatto a creare quel piatto tanto buono. Jovannella mentì, raccontando d’aver visto quei maccheroni per la prima volta in sogno: nella visione un angelo le avrebbe suggerito ingredienti e cottura. Lei era solo l’esecutrice di quella celestiale ricetta.

La ricetta dei “maccheroni angelici” divenne popolarissima. Jovannella raccolse la fortuna che sarebbe dovuta spettare a Chico e, cucinandoli, divenne ricca, amata e famosa. Tutta Napoli parlava della sua ricetta celestiale, tutti la conoscevano e disquisivano riguardo il suo sapore; tutti tranne Chico, che rimaneva confinato nel suo appartamento e che continuava a cercare di perfezionare la sua ricetta.

La fuga di Chico e la morte di Jovannella

L’ignaro Chico stava un giorno facendosi i fatti propri quando sentì un profumo levarsi da una delle case delle vicine. Incuriosito, s’avvicinò e chiese cosa stesse bollendo in pentola. La vicina gli raccontò così che stava provando a cucinare i maccheroni angelici di Jovannella, che oramai erano noti in tutta la città.

Chico capì subito che si trattava della sua ricetta. Sentendosi derubato, deluso prese le proprie cose e se ne andò via da Napoli in una notte. La gente mormorava che il Diavolo alla fine se lo fosse portato via con sé negli inferi.

Jovannella ebbe una vita lunga e felice. In punto di morte rivelò infine il suo grande segreto, raccontando a tutti d’aver rubato la ricetta al povero mago Chico. Morì tra urla strazianti, dannata. In molti credettero che fosse stato Chico a maledirla; in ogni caso, di lui nessuno a Napoli seppe più nulla.

La vera storia dei maccheroni

Ma quanto c’è di vero in questa leggenda? Non sappiamo se sia davvero esistito il povero Chico. Sappiamo però che con molta probabilità la ricetta per creare la pasta venga da Palermo – ed ecco perché una delle papabili origini del mago della nostra storia era la Sicilia.

Nonostante l’origine fosse siciliana, la ricetta trovò fortuna e diffusione a Napoli. Nella città partenopea i maccheroni trovarono il loro condimento e guadagnarono tanta popolarità da diventare simbolo della città. 

Il significato dei maccheroni

Non sappiamo invece precisamente da cosa derivi la parola “maccheroni”, anche se, nel corso del tempo, sono state avanzate diverse ipotesi.

La parola greca μακαρώνεια (makaronia) significa “canto funebre“. Il termine maccherone sarebbe dunque diventato sinonimo di “pasto funebre” prima, da servire cioè ai funerali, e poi di “pasto da servire“. Secondo alcuni studiosi, invece, “maccheroni” deriverebbe sempre dal termine greco da μαχαρία (macharía), “zuppa d’orzo”. Nel greco moderno il termine μάκαρ (mákar) significa “beato”.

Un’altra interpretazione è invece che il nome dei maccheroni derivi da “macco“. Il macco di fave è un piatto tipico siciliano di legumi schiacciati, “am-maccati”.

La magia della tavola

Ad ogni modo, qualsiasi cosa significhi il loro nome e da qualsiasi lingua derivi, sia che il povero Chico e la ladra Jovannella siano esistiti sia che invece siano frutto della fantasia, i maccheroni, nonostante le loro probabili origini Siciliane, sono uno dei piatti più tipici e più amati di Napoli e della Campania.

Non ci resta dunque che prepararne una porzione abbondante seguendo la ricetta della leggenda e della tradizione.

E forse possiamo anche dire che sia davvero un pasto magico, e che cucinarli sia davvero parte di un incantesimo: non è infatti una sorta di stregoneria quella di riuscire a riunirci insieme intorno ad una tavola, in famiglia o tra amici, per mangiarli insieme?

Riuscire a conservare questa convivialità, nonostante il mondo in cui ci è toccato vivere, non è in fondo magia?

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Regionali 2020: I preparativi per l’asse M5s-DeMa-SI in funzione anti De Luca

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Sarebbe d’accordo Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, a seguire De Magistris qualora fosse lui il candidato alla presidenza in una coalizione DeMa – M5S che abbia l’obiettivo di bloccare De Luca. 

Con l’apertura alle alleanze con le liste civiche, il M5s diventa quindi uno dei più ambiti partiti con cui stringere un’alleanza, nonché punto nevralgico dell’equilibrio di governo: Un accordo con Sinistra Italiana potrebbe infatti creare una crisi a livello nazionale tra Lega e M5s, le quali già vivono un periodo alquanto burrascoso.

Rotto il patto con Articolo 1 dopo la bastonata alle europee, Fratoianni aspetta impaziente l’ufficialità della discesa in campo di De Magistris per provare a ritornare in primo piano sulla scena politica.

Napoli: 24enne in scooter si schianta contro un cassonetto

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di Filomena Cristiano – Questa notte a Napoli un 24enne alla guida di uno scooter Yamaha Xenter 125 si è schiantato contro un cassonetto in Corso Amedeo di Savoia. Il giovane è morto sul colpo, mentre l’altra passeggera, sua coetanea, è stata ricoverata all’ospedale Cardarelli in prognosi riservata, ma il pericolo di vita sembra essere scongiurato. La ragazza in questione è Marta Capatortora, figlia dell’attrice Loredana Simioli, scomparsa lo scorso giugno.

La polizia municipale è a lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente che ha provocato l’ennesima morte su strada.

Ariano Irpino: detenuto 24enne si dà fuoco

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Un detenuto nel carcere di Ariano Irpino (Provincia di Avellino) si è dato fuoco all’interno della sua cella nel pomeriggio di ieri. Si tratta di un giovane napoletano di 24 anni che ha riportato gravi ustioni. Gli agenti in servizio hanno soccorso il giovane e lo hanno trasportato presso l’ospedale del posto dove ci sono stati, a quanto risulta, momenti di tensione con i familiari venuti da Napoli. Oltre agli agenti penitenziari è intervenuta sul posto una Volante della Polizia di Stato. Per le gravi ferite riportate è stato trasferito in eliambulanza al Centro Grandi Ustioni dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli. Ivi sono state riscontrate ustioni di terzo e quarto grado alla testa, nuca, spalle e arti superiori. Il fuoco ha provocato ingenti danni anche all’interno della cella che ospitava il detenuto.

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Il Monaciello si fa fumetto in “Guardiani Italiani”

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Il celebre spiritello napoletano “Monaciello” rappresenterà la Campania nella raccolta sui supereroi italiani. Insieme a lui ci sarà un altro supereroe, il cui aspetto non è stato però ancora svelato: Vesuvius.

Guardiani Italiani

Guardiani Italiani è un progetto dell’autore Fabrizio de Fabritiis. Edoardo Mello, già illustratore Marvel, darà volto a questi supereroi italici tramite le sue illustrazioni, poi colorate da Angelo Iozza. Il progetto darà seguito alle avventure ambientate nell’universo di Capitan Nova (in origine Capitan Novara) pubblicato da Emmetre edizioni.

In questa fase iniziale i nomi ed i volti dei supereroi vengono progressivamente annunciati sui canali social legati al progetto. Proprio in questi giorni, è stato annunciato il primo dei supereroi campani: il Monaciello.

Il Monaciello

Sulle pagine facebook ed instagram di Guardiani Italiani è possibile leggere la storia del Monaciello secondo la penna e le matite degli autori e disegnatori:

Nonna Fortuna ricordava sempre con nostalgia la sua infanzia nel cuore di Napoli e raccontava al nipote Nino diverse storie, fra cui quella del Monaciello (‘O Munaciello, com’è chiamato dai napoletani), dalla quale Nino era particolarmente attratto. Nel 1933 la piccola Fortunata Carretta, una bimba di otto anni affettuosamente chiamata “Fortuna”, viveva a Spaccanapoli, una delle strade più suggestive e caratteristiche della città partenopea. Una notte, sentì dei rumori provenire dalla cucina e scese dal letto per raggiungerla. Quello che vide la terrificò al punto da non riuscire neppure a gridare: una figura china e coperta da un logoro saio da monaco la stava fissando da oltre il tavolo e le parlò come fosse in un sogno. ‘O Munaciello le disse che aveva scelto la sua casa come riparo, che durante il giorno si sarebbe rifugiato in soffitta e che per nessun motivo avrebbe mai dovuto rivelare a nessuno di averlo visto. Per ricambiarla del suo silenzio, ogni sera, prima di uscire nel cuore della notte, le avrebbe lasciato in dono delle monete e così fece. Il Monacello una sera le raccontò la sua storia. Era stato abbandonato in un convento di suore per via della sua deformità e, per nasconderla, queste lo vestivano con un saio da monaco. Egli suscitava disgusto nelle persone che lo insultavano e scacciavano pensando portasse sfortuna, al punto tale da essere assassinato per via del suo aspetto. Così giurò vendetta contro tutta la città e ogni notte il suo spirito creava disordini e sciagure contro chi gli capitava a tiro.
Fortuna, pur comprendendolo, non approvava il suo comportamento e un giorno, mentre il Monacello non c’era, prese il suo saio e gli cucí il “curniciello“, grazie al cui influsso benefico lo spirito avrebbe compiuto solo buone azioni, diventando il Guardiano di Napoli!

Gli altri supereroi

A quanto pare, questo Monaciello dalla veste grafica tanto accattivante sarà accompagnato da un supereroe molto diverso, Vesuvius, sul cui aspetto però non è ancora trapelato nulla.

Non saranno ovviamente i soli ad arricchire il pantheon del mondo i Capitan Novara. Ogni regione avrà il suo supereroe:

  • COMANDANTE ITALIA
  • FIAMMA D’ACCIAIO
  • Valle d’Aosta:
    – LEONE D’ARGENTO
  • Piemonte:
    – DOTTOR TORINO
    – CAPITAN NOVA
    – CROCE BIANCA
    – ARONAUTA
    VCO FORCE:
    – VERBANIUM
    – CUSIO WOMAN
    – OSSOLOM
  • Lombardia, Milano:
    – MILANOMAN
  • Liguria, Genova:
    – LA LANTERNA
  • Trentino-Alto Adige:
    – WILDER MANN
  • Friuli-Venezia Giulia:
    – SBILFS SQUAD
    – BORA
  • Veneto, Venezia:
    – LADY VENEZIA
    – VENICE MASK
  • Emilia Romagna, Bologna:
    – IL TRIDENTE
  • Toscana:
    – CAPITAN LUCCA
    – DANTE
    – EXCALIBUR GHOST
  • Umbria, Perugia:
    – GRIFONE
  • Marche:
    – PICCHIO VERDE
  • Lazio, Roma:
    – PRETORIAN
    – WONDER ROMA
  • Abruzzo:
    SCUDO D’ABRUZZO:
    – L’AQUILA
    – MAJA
    – CAPITAN PESCARA
  • Molise:
    – DEVILBOY
  • Campania
    – ‘O MUNACIELLO
    – VESUVIUS
  • Puglia:
    – IRON 8
  • Basilicata:
    – CAVALIERE OMEGA
  • Calabria
    – TRAKU
  • Sicilia
    – PALADINO ARDENTE
  • Sardegna
    – NUR
  • Mar Mediterraneo
    – TRITONE
  • Repubblica di San Marino:
    – TITANO

L’italia a fumetti

Se siete incuriositi da questo progetto, a questo indirizzo è possibile leggerne gratuitamente il primo capitolo. Per il resto delle avventure di questa italia a fumetti sarà necessario attendere: a Settembre sarà infatti lanciata una campagna di crowdfunding e, se questa avrà successo, nei primi mesi del 2020 vedranno la luce i primi albi cartacei.

Non ci resta dunque che aspettare di poter leggere le imprese del Monaciello e degli altri supereroi di questo nuovo universo che si prospettano essere, nella loro diversità, davvero interessanti.

Scuola: al via l’immissione in ruolo per i docenti

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Pubblicato il decreto ministeriale che autorizza l’immissione in ruolo del personale docente a scuola per l’a.s. 2019/2020

È del 31 luglio scorso la pubblicazione del Decreto Ministeriale che autorizza l’immissione in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2019/2020, con un contingente totale pari a 53.627 unità, distribuite su scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado. Di queste, 2.904 sono previste per la regione Campania, come viene reso noto dagli allegati al decreto forniti dal Ministero dell’Istruzione.

Insieme al decreto, il MIUR ha pubblicato anche le istruzioni operative relative alla procedura di assunzione, insieme alle tabelle che indicano la categorizzazione dei posti disponibili, suddivisi per regione, ma anche per classe di concorso, tipologia e provincia.

In Campania

In Campania le assunzioni a tempo indeterminato saranno 2.904 e le graduatorie e le convocazioni sono state già pubblicate dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. Ciò significa che a partire da settembre 2019, 2.904 docenti potranno salire in cattedra con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Le operazioni di immissione in ruolo per l’anno scolastico 2019/2020 dalle graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018 sono iniziate ieri 2 agosto per alcune classi di concorso e continueranno lunedì 5 agosto. Qui è possibile consultare il documento pubblicato dall’Ufficio Scolastico Regionale inerente ai dettagli delle convocazioni. In aggiunta, come su scala nazionale, sono state pubblicate dallo stesso ufficio anche le disponibilità regionali per ordine di scuola, provincia, tipologia.

Tutti i documenti sono consultabili e scaricabili sul sito dell’Ufficio Scolastico per la Campania. Vi consigliamo di tenere sott’occhio e monitorare costantemente, dunque, questo sito, per essere sempre aggiornati sulle ultime novità e sulle convocazioni.

Le procedure

Come viene reso noto dalle istruzioni operative pubblicate dal Ministero, per l’assunzione dei docenti si dovrà attingere personale per un cinquanta percento dalle graduatorie ad esaurimento e per il restante cinquanta percento dalle graduatorie di merito inerenti alle procedure concorsuali attualmente vigenti, ovvero afferenti ai concorsi del 2016, del 2018 e a quello straordinario per la primaria e per l’infanzia. Nell’eventualità dell’impossibilità di assegnazione alle GAE, causa esaurimento delle stesse, i posti si aggiungeranno a quelli messi a disposizione per i concorsi. Per quanto riguarda i concorsi, priorità verrà data alle graduatorie del 2016, mentre i posti residui per esaurimento delle stesse saranno assegnati ai docenti in graduatoria per i concorsi successivi, seguendo un ordine cronologico.

Scuola e tagli

Secondo i sindacati, questa notizia ha del dolceamaro, poiché arriva in seguito alla decisione, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di autorizzare il taglio di 5.000 unità rispetto ai 58.627 posti precedentemente annunciati dal Ministero dell’Istruzione. Questi provvedimenti, ancora piuttosto insoddisfacenti per rispondere ai bisogni concreti delle scuole, sono contestati dalle organizzazioni sindacali. In particolare, la FLC CGIL ha evidenziato come questa modalità di assunzione dei docenti desti interrogativi, risultando ancora insufficiente per colmare le necessità delle scuole che, a settembre, potrebbero trovarsi ancora a dover fare i conti con la mancanza del personale docente.

Il motivo della riduzione del contingente autorizzato risiederebbe nel calo demografico riscontrato nei diversi ordini scolastici, nonché nell’attenta valutazione della disponibilità dei posti di diritto al termine della mobilità dei docenti e nell’effettiva capacità delle graduatorie ad esaurimento e di quelle di merito concorsuali. A questo proposito, la CGIL sottolinea che “il problema della decrescita demografica è un problema che interessa l’intero Paese e del quale non può farsi carico la sola Scuola”.

Personale ATA

Per il momento le assunzioni riguardano esclusivamente il personale docente, ma le assegnazioni per la stabilizzazione del personale ATA (8.408 posti), anch’esse attese ma subordinate all’autorizzazione del contingente da parte del MEF, potrebbero arrivare nel breve periodo.

 

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