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Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne: a Napoli al via #Liberedi

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Spettacoli teatrali, eventi in piazza, mostre e personaggi illustri: così il Napoli dice “NO” alla violenza sulle donne.

L’assessorato alle Pari Opportunità ha preparato un calendario, chiamato #Liberedi,  ricco di eventi e iniziative in occasione della 20esima Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Lunedì 25 Novembre la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

giungerà alla sua 20esima edizione. Eppure il rifiuto e la voglia di gridare “NO” verso questa piaga sociale non può esaurirsi nell’arco di 24 ore. Già da una settimana, infatti, il calendario #Liberedi, presentato dal Comune di Napoli, ha portato la gente a mobilitarsi e ad assistere alle iniziatevi proposte.

Secondo quanto riportato sul sito ufficiale del Comune di Napoli #Liberedi è:

Una rassegna articolata in iniziative di vario genere (assemblee pubbliche, seminari, convegni, reading, concerti, happening, esposizioni, performance, laboratori, ecc) volta alla promozione, sensibilizzazione e condivisione di una narrazione positiva, sana, libera e giusta delle relazioni tra i sessi , finalizzata a rovesciare la prospettiva finora adottata, concentrata sulla denuncia e la rappresentazione del fenomeno della violenza maschile sulle donne. La manifestazione intende proporre una riflessione e una pratica relazione, libera dagli stereotipi di genere, che sia esemplare del rispetto e della tutela della dignità di tutte le persone, in grado cioè di riconoscere il valore delle differenze con profonda attenzione alla libertà e all’autodeterminazione.

Le iniziative di #Liberedi

 

 

 

Lunedì andrà in scena al teatro Troisi ” Fil rouge”, che figura come ospiti il rapper Clementino, il duo comico Arteteca e altri personaggi dello spettacolo. Al centro dell’iniziativa la premiazione delle scuole vincitrici del concorso ” Stop violenza”. Alla sala di San Severo al Pendino alle 15,30 per iniziativa dell’Ordine degli Psicologi della Campania, un ricordo della psicologa Anna Costanza Baldry, premiata dal presidente Mattarella per aver contribuito ad abbattere il pregiudizio sulle donne vittime di violenza. Lo stesso Ordine presente alle 20:30 a Piazza Forcella “Sirene, signore e signorine”.

La presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosetta D’Amelio e la consigliera regionale Bruna Fiola hanno dichiarato che da lunedì nelle stazioni Eav e della metropolitana e nelle sale cinematografiche dei circuiti cinema e stella sarà diffuso lo spot contro la violenza alle donne.

Grey is punk” è una mostra della fotografa Giovanna Aresu tenuta alla Casina Pompeiana, fino al 7 dicembre, che esibisce scatti di 42 donne dai capelli grigi. Martedì e mercoledì l’artista eseguirà ritratti per integrare la mostra.

Hshouma – Corps et sexualité au Maroc” è un’iniziativa promossa dall‘Orientale alla libreria Tamu che da spazio alle donne dell’Islam. Ospiti della libreria la sociologa e consigliera comunale di Milano Soumaya Abdel Qader e la fumettista marocchina Zainhab Fasiki

A piazza Matteotti invece un’installazione in memoria delle vittime di femminicidi avvenuti in Italia.

Il Mann e il  museo Pignaltelli propongono rispettivamente “Il rumore del silenzio” (una mostra fotografica) e “#Iosono“.

Alla fondazione Humaniter la performance collettiva dalla durata di una settimana “Lenzuolo SOSpeso” ad opera di Silvia Capiluppi. I partecipanti ricameranno i propri pensieri, accanto al nome di una donna vittima di violenza, con un filo rosso. La Federico II promuove un convegno sulle mutilazioni genitali femminili nell’aula magna Gaetano Salvatore.

L’iniziativa a Boscotrecase

A Boscotrecase, invece il centro antiviolenza “Ti ascolto” in collaborazione con i commercianti locali inaugura l’evento “Boscotrecase dice NO alla violenza sulle donne“. Sulle vetrine dei negozi ci saranno sagome di donne con segno di violenza. Le foto saranno postate su Facebook e Instagram utilizzando #NONDARGLIELAVINTA. Alle 18 nell’aula consiliare del comune di Boscotrecase verrà presentato, grazie a “Il Quaderno” edizioni, il libro “Femmena e curaggio” ad opera di Fortuna Cestari con l’ausilio dell’associazione “La Fenice Vulcanica” e il centro antiviolenza “Ti Ascolto“. Seguirà la presentazione di una targa commemorativa per le donne vittime di femminicidio. Il fenomeno di violenza contro le donne è molto diffuso e sentito a Boscotrecase, come spiega Angela Losciale, e si è pertanto voluto coinvolgere tutto il paese a prendere parte all’iniziativa.

Non mancano nemmeno gli appelli di polizia e carabinieri. Il comandante provinciale dell’Arma Giuseppe La Gala invita le donne a denunciare senza paura. Lunedì  in largo Berlinguer sarà messo a disposizione un camper per la campagna  “Questo non è amore”. L’iniziativa, spiega la Questura, offrirà alle donne il supporto di un equipe, composta anche da un medico psichiatra ed esperte dei centri anti violenze, per poter chiedere informazioni e indicare gli strumenti di tutela e intervento in casi di violenza.

La rassegna ha avuto inizio il 20 Novembre e terminerà l’8 dicembre. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a cliccare questo link, che vi rimanderà sul sito dell’iniziativa #Liberedi.

La violenza contro le donne in Italia

Si stima che ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza (una ogni 15 minuti).  Nell’ 80,2 per cento dei casi le vittime sono italiane  con carnefici italiani nel 74 per cento dei casi, e i dati non cambiano in base alla regione.

Nell’82 per cento dei casi chi fa violenza su una donna ha le chiavi di casa. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali e a tutti i ceti economici. Malgrado i reati di maltrattamento in famiglia siano in calo il numero di femminicidi è in aumento.

Nonostante tutto questo vi è anche un dato incoraggiante: la consapevolezza tra le donne sarebbe aumentata con un conseguente aumento delle denunce, uno dei primi passi per non avere paura.

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Parcheggiatore abusivo percepisce reddito di cittadinanza e pensione di invalidità

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Percepiva già il reddito di cittadinanza e le pensione di invalidità, ma non gli bastava: per questo era anche un parcheggiatore abusivo. Sorpreso dagli agenti della Polizia, è stato arrestato.

Pensione di invalidità e Reddito di cittadinanza: il borsello della verità

Questa vicenda surreale si svolge a Napoli, nei pressi della stazione centrale di Piazza Garibaldi. L’uomo, un 55enne napoletano, è stato fermato dalla Polizia per un controllo.

L’uomo ha cercato di giustificare la sua attività di parcheggiatore abusivo raccontando agli agenti di averne bisogno per sopravvivere. A suo dire non avrebbe avuto di che mangiare senza quell’attività.

Quando i poliziotti gli hanno chiesto di mostrare il contenuto del proprio borsello la verità è venuta a galla; gli agenti hanno infatti rinvenuto una carta per il reddito di cittadinanza e un libretto di pensione di invalidità, entrambi intestati all’uomo.

Collezionando reati in giro per l’Italia

Quando poi il 55enne è stato condotto negli uffici della Polizia Ferroviaria la situazione dell’uomo si è ulteriormente aggravata. Da controlli più approfonditi è emerso infatti che l’uomo era in libertà vigilata, condizione già aggravata in quanto più volte violata: inizialmente, infatti, avrebbe dovuto vivere presso l’abitazione della sorella, ma aveva sin da subito violato il provvedimento viaggiando in giro per l’Italia.

A provarlo c’è anche una ricevuta di un lussuoso albergo nel Lazio, dove l’uomo ha candidamente ammesso d’aver passato una notte durante l’estate. 

E non solo: come hanno rivelato i controlli della PolFer nel suo pellegrinaggio avrebbe collezionato numerosi altri reati. Resistenza a pubblico ufficiale, tentata estorsione ed anche atti osceni in luogo pubblico (a Roma aveva urinato nella fontana delle Naiadi): c’è davvero di tutto.

La Misura Cautelare

Questo curriculum di reati così ricco gli era fruttata l’assegnazione ad una casa lavoro per un anno.

Quando l’ha arrestato, la Polizia l’ha dunque condotto senza ulteriori indugi alla Casa Lavoro di Caserta, dove sconterà la misura cautelare.

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Sapori Leggendari del Natale: i Raffioli, i ravioli dolci di Napoli

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Raffioli
Raffioli

Il dolcissimo sapore dei Raffioli (a volte detti Rafiuli), che ricorda un po’ quello di piccole cassatine, rientra a tutto diritto nel pantheon napoletano dei sapori tipici del natale.

Sono davvero irrinunciabili: non c’è vassoio partenopeo o campano di dolcetti natalizi che non lo contenga. Per questo, oggi vi raccontiamo la loro storia. 

Sua altezza il Raffiolo

Il Raffiolo si presenta come un ovale ricoperto di glassa bianca, sotto cui s’intravede un piccolo rettangolo di zucchero verde. Talvolta viene erroneamente chiamato “cassatina”, e potreste esservi ritrovati a mangiarlo senza sapere di cosa in realtà si trattasse – anche se, certamente, questo non vi avrà impedito di deliziarvi del suo sapore.

L’interno di questo gustoso dolcetto è formato da due dischi di pan di spagna bagnati da uno sciroppo fatto di acqua, zucchero, limone e liquore – tra i due strati di pan di spagna c’è poi un ripieno fatto di ricotta, zucchero e gocce di cioccolato.

L’aspetto del Raffiolo è gradevole e bizzarro: un dolce piccolo che, invece di allargarsi, cresce in altezza.

I Ravioli dolci di San Gregorio Armeno

Ma come sono nati i Raffioli? La storia, tramandata oralmente e che sembra quasi una leggenda, è assai curiosa e divertente. Tutto comincia circa nel 1700.

Pare infatti che le Monache Benedettine del Convento di San Gregorio Armeno fossero assai attratte dalla ricetta di origine nordica dei Ravioli Ripieni.

Le Monache erano talmente incuriosite dalla ricetta dei Ravioli di pasta fresca che decisero di proporne una variante: nacquero così i ravioli (Raffioli) dolci, che ancora oggi capeggiano sulle tavole napoletane e campane imbandite per il natale.

Reinventare i Raffioli

Anche dopo centinaia di anni e decine di generazioni che l’hanno gustato, il Raffiolo resiste fieramente allo scorrere del tempo, riconfermandosi, anno dopo anno, come uno degli irrinunciabili sapori del natale campano.

Ma non solo: infatti di Natale in Natale del Raffiolo vengono proposte variazioni ed ammodernamenti. Tra i nuovi gusti proposti dai pasticceri, uno di quelli che hanno più successo è quello del Raffiolo al Cioccolato, che pare piacere quanto e forse di più di quello tradizionale.

Adesso conoscete la vera storia ed il vero nome di questi dolcini deliziosi: non vi resta che andare dal vostro pasticcere di fiducia ed assaggiare il gusto che vi piace di più.

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Tragico incidente sull’A2: morta una donna, ferito un bebè

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di Maria D’Angelo – Un tragico incidente si è registrato, questa mattina, sull’autostrada A2 del Mediterraneo nei pressi dello svincolo di Atena Lucana al km 87+100.

Un furgoncino con a bordo sette persone di origini siciliane si è schiantato contro la barriera dell’uscita autostradale in direzione Nord.

Nell’impatto, una donna –  di 78 anni, secondo le prime informazioni rese note –  ha perso la vita e le altre sei persone, tra cui una bambina di 4 mesi, sono rimaste ferite. Attualmente le persone – tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare –  ricoverate presso il vicino ospedale “Luigi Curto” di Polla (Salerno).

Sul posto i vigili del fuoco del Distaccamento di Sala Consilina guidati dal caposquadra Luigi Morello, la polizia stradale e i tecnici dell’Anas.

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Napoli: scandalo tangenti per l’abilitazione forense

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A partire dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, l’inchiesta dei pm Alessandra Converso e Ida Teresi sotto il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Borrelli, ha smascherato l’esistenza di «un sistema collaudato» per la compravendita fraudolenta dell’abilitazione alla professione forense. La magistratura ha utilizzato mezzi di indagine come il trojan introdotto in un cellulare, ma anche attività di pedinamento o i rilievi del gps piazzato in uno scooter.

A dare slancio alle indagini un genitore che dice di aver versato quattromila euro a «quelli della banda bassotti». Lamentandosi poi di non aver ricevuto l’aiuto giusto, dal momento che il figlio viene comunque bocciato all’esame di abilitazione. Ne nasce una discussione in cui alcuni intermediari fanno capire che la bocciatura è avvenuta perché il ragazzo si «è messo a fare di testa propria». Le intercettazioni hanno spinto i pm a ordinare il sequestro delle prove scritte consegnate a dicembre del 2017.

Oltre al genitore deluso e all’aspirante avvocato, finiscono sotto inchiesta due dipendenti del Palazzo di Giustizia. Uno di questi era al vertice dello staff che si occupava della gestione esami. Dunque aveva facoltà di entrare e uscire dalle sale della Mostra d’Oltremare dopo l’apertura delle buste con le tracce. Stando all’analisi delle intercettazioni, la procedura prevedeva il versamento di una tangente in denaro o in altri beni agli intermediari, che poi avrebbero fornito le soluzioni della prova al candidato.

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Almaviva: i lavoratori chiedono risposte

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I lavoratori di Almaviva occupano la sede di Napoli per chiedere all’azienda «risposte sui 147 esuberi» in seguito al cambio di appalto.

«Risposte sui 147 esuberi», ecco cosa chiedono i lavoratori di Almaviva che hanno occupato la sede di Via Brin, a poco più di una settimana dal cambio di appalto. Infatti, nonostante una clausola che salvaguarderebbe il passaggio di tutti i lavoratori alla nuova azienda, la Comdata, vincitrice della commessa, non sembrerebbe intenzionata ad assumere l’intero organico. Questa decisione desta serie preoccupazioni fra i dipendenti. Se, dal primo dicembre, il transito alla Comdata, con sede a Marcianise, sarà effettivo per 400 lavoratori, per altri 147 il futuro resta incerto.

La preoccupazione, secondo la Rsu Almaviva Contact, è che le unità che «ad oggi si ritrovano fuori dal ciclo produttivo» possano soffrire momenti di «incertezza e rischio di ulteriori sacrifici economici». È proprio questa insicurezza che avrebbe spinto i lavoratori alla protesta, per chiedere all’azienda delle chiarificazioni. «La disperazione oggi è sfociata nell’occupazione del sito» – ha dichiarato Francesco De Rienzo, Rsu Cgil – «e non lo lasceremo finché l’azienda non ci darà delle risposte».

Il clima di tensioni aveva caratterizzato già un incontro promosso dalla Cgil, tenutosi il 20 novembre a Napoli. Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche Maurizio Landini, leader della Cgil, un gruppo di lavoratori ha protestato, interrompendo a più riprese anche l’intervento di Nicola Ricci, segretario regionale Cgil della Campania. «Prendo l’impegno di parlare con la categoria nazionale a Roma per capire quali spazi possono esserci e intervenire» – ha affermato, in quell’occasione, Landini.

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Natale in Campania: “Tu scendi dalle stelle” è in realtà napoletana

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“Tu scendi dalle stelle”: una dolce canzone con un segreto

Sono incredibilmente tante le canzoni natalizie, ed hanno le origini più disparate: tutto il mondo nei secoli passati ed anche ai giorni nostri ha dato il proprio contributo musicale per rallegrare questa festa tanto amata.

Tra tutte queste canzoni ce n’è però forse una più famosa delle altre: grandi e piccini la conoscono ed ognuno di noi l’ha almeno canticchiata una volta nella vita.

Stiamo parlando del celebre canto “Tu scendi dalle stelle“, amata ed intonata in tutto il mondo nelle fredde notti di Natale.

Tuttavia, in pochi sanno il segreto di questa dolce melodia e delle sue origini: la canzone originale venne infatti composta e scritta in lingua napoletana.

Dalle stelle, un’ispirazione

Il titolo originale della canzone sarebbe “Quanno nascette Ninno“. Anche se in pochissimi lo sanno, la versione originale è in  napoletano e porta la firma di Alfonso Maria de’ Liguori.

Il compositore fu un vescovo di origini napoletane, un doctor zelantissimus della chiesa (un dottore della chiesa, alta onorificenza conferita dal papa). Autore di una gran quantità di testi teologici, durante la sua carriera ecclesiastica Alfonso Maria de’ Liguori trovò anche il tempo di dedicarsi alla composizione di testi musicali.

Fu il primo ad utilizzare la lingua napoletana per la composizione di testi sacri; tra le sue opere musicali di certo la più famosa fu la pastorale “Quanno nascette Ninno”, che in italiano divenne la celeberrima “Tu scendi dalle stelle”.

Il nomignolo “Ninno” del titolo è un vezzeggiativo in lingua napoletana per indicare un bimbo, talmente usato nella vita di tutti i giorni che talvolta finiva per sostituire il nome proprio di certi bambini. In questo caso il Ninno a cui si fa riferimento è ovviamente il piccolo Gesù, che con  la sua nascita portò luce ed amore nei cuori di tutti.

Quanno nascette Ninno era notte e pareva miezo juorno

Il testo della canzone in originale napoletano è dolce e delicato – forse più di quello ben più conosciuto in lingua italiana.

Qui ve lo riportiamo, in modo che, se ne avrete voglia, potrete cantarlo magari insieme ai vostri “ninni”:

Quanno nascette Ninno
Era notte e pareva miezo juorno.
Maje le Stelle – lustre e belle Se vedetteno accossí:
E a chiù lucente
Jette a chiammà li Magge ‘a ll’Uriente.

De pressa se scetajeno ll’aucielle
Cantanno de na forma tutta nova:
Pe ‘nsí agrille – co li strille,
E zompanno accà e allà;
È nato, è nato,
Decevano, lo Dio, che nc’ha criato.

Co tutto ch’era vierno, Ninno bello,
Nascetteno a migliara rose e sciure.
Pe ‘nsí o fieno sicco e tuosto
Che fuje puosto – sotto a Te,
Se ‘nfigliulette,
E de frunnelle e sciure se vestette.

A no paese che se chiamma Ngadde,
Sciurettero le bigne e ascette ll’uva.
Ninno mio sapuritiello,
Rappusciello – d’uva – sì Tu;
Ca tutt’amore
Faje doce a vocca, e po ‘mbriache o core.

No ‘nc’erano nemmice pe la terra,
La pecora pasceva cu ‘o lione;
Cu ‘o capretto – se vedette
‘O liupardo pazzeà;
Ll’urzo e ‘o vitiello
E co lo lupo ‘n pace ‘o pecoriello.

S’arrevotaje ‘nsomma tutt’o Munno,
Lu cielo, ‘a terra, ‘o mare, e tutt’i gente.
Chi dormeva – se senteva
‘N pietto ‘o core pazzeà
Pe la priezza;
E se sonnava pace e contentezza.

Guardavano le pecore ‘i Pasturi,
E n’Angelo sbrannente chiù dô sole
Comparette – e lle dicette:
No ve spaventate no;
Contento e riso
La terra è arreventata Paraviso.

A vuie è nato ogge a Bettalemme
Dô Munno ll’aspettato Sarvatore.
Dinto ‘i panni ‘o trovarrite,
Nu potite maje sgarrà,
Arravugliato,
E dinto a lo Presebbio curcato.

A meliune ll’Angiule calate
Co chiste se mettetteno a cantare:
Gloria a Dio, pace ‘n terra,
Nu chiù guerra – è nato già
Lo Rre d’ammore,
Che dà priezza e pace a ogne core.

Sbatteva ‘o core ‘n pietto a ssi Pasture;
E ll’uno ‘n faccia a ll’auto diceva:
Che tardammo? – Priesto, jammo,
Ca me sento scevolí
Pe lo golìo
Che tengo de vedé sso Ninno Dio.

Zompanno, comme ‘a ciereve ferute,
Correttero ‘i Pasture a la Capanna;
Là trovajeno a Maria
Co Giuseppe e a Gioja mia;
E ‘n chillo Viso
Provajeno no muorzo e Paraviso.

Restajeno ‘ncantate e boccapierte
Pe tanto tiempo senza dì parola;
Po jettanno – lacremanno
Nu suspiro pe sfocà,
Da dinto ‘o core
Cacciajeno a migliara atte d’ammore.

Co ‘a scusa de donare li presiente
Se jetteno azzeccanno chiano chiano.
Ninno no li refiutaje,
Ll’azzettaje – comme a dì,
Ca lle mettette
Le mane ‘n capo e li benedicette.

Piglianno confedenzia a poco a poco,
Cercajeno licenzia a la Mamma:
Se mangiajeno li Pedille
Co ‘i vasille – mprimmo, e po
Chelle Manelle,
All’urtemo lo Musso e ‘i Mascarielle.

Po assieme se mettetteno a sonare
E a cantà cu ll’Angiule e Maria,
Co na voce – accossí doce,
Che Giesù facette: ah aah…
E po chiudette
Chill’uocchie aggraziate e s’addormette.

La ninna che cantajeno me pare
Ch’avette a esse chesta che mo dico.
Ma ‘nfrattanto – o la canto,
Macenateve de stà
Co li Pasture
Vecíno a Ninno bello vuje pure.

“Viene suonno da lo Cielo,
Viene e adduorme sso Nennillo;
Pe pietà, ca è peccerillo,
Viene suonno e nun tardà.

Gioia bella de sto core,
Vorria suonno arreventare,
Doce, doce pe te fare
Ss’uocchie bell’addormentà.

Ma si Tu p’esser’amato
Te si fatto Bammeniello,
Sulo amore è o sonnariello
Che dormire te po fa.

Ment’è chesto può fa nonna,
Pe Te st’arma è arza e bona.
T’amo, t’a… Uh sta canzona
Già t’ha fatto addobeà!
T’amo Dio – Bello mio,
T’amo Gioja, t’amo, t’a…

Cantanno po e sonanno li Pasture
Tornajeno a lle mantre nata vota:
Ma che buò ca cchiù arrecietto
Non trovajeno into a lu pietto:
A ‘o caro Bene
Facevano ogne poco ‘o va e viene.

Llo ‘nfierno sulamente e ‘i peccature
Ncocciuse comme a isso e ostinate
Se mettetteno appaura,
Pecchè a scura – vonno stà
Li spurtegliune,
Fujenno da lo sole li briccune.

Io pure songo niro peccatore,
Ma non voglio esse cuoccio e ostinato.
Io non voglio chiù peccare,
Voglio amare – voglio stà
Co Ninno bello
Comme nce sta lo voje e l’aseniello.

Nennillo mio, Tu si sole d’ammore,
Faje luce e scarfe pure ô peccatore
Quanno è tutto – niro e brutto
Comme ‘a pece, tanno cchiù
Lo tiene mente,
E ‘o faje arreventà bello e sbrannente.

Ma Tu me diciarraje ca chiagniste,
Acciò chiagnesse pure ‘o peccatore.
Aggio tuorto – aie, fosse muorto
N’ora primma de peccà!
Tu m’haje amato,
E io pe paga t’aggio maltrattato!

A vuje, uocchie mieje, doje funtane
Avrite a fa de lagreme chiagnenno
Pe lavare – pe scarfare
Li pedille de Giesù;
Chi sa pracato
Decesse: via, ca t’aggio perdonato.

Viato a me si aggio sta fortuna!
Che maje pozzo chiù desiderare?
O Maria – Speranza mia,
Ment’io chiango, prega Tu:
Penza ca pure
Si fatta Mamma de li peccature

Traduzione:

Quando nacque il Bambino a Betlemme
Era notte e pareva mezzogiorno.
Mai le Stelle luccicanti e belle
Si videro così:
E la più lucente
andò a chiamare i Magi ad Oríente.

Subito si svegliarono gli uccelli
Cantando in una forma tutta nuova:
Persino i grilli con gli strilli,
saltando di qua e di là;
È nato, è nato,
Dicevano, il Dio, che ci ha creato.

Nonostante fosse inverno, Bambino bello,
Spuntarono migliaia di rose e di fiori.
Persino il fieno secco e tosto
Che fu posto sotto di Te,
S’ingemmò,
E di fronde di fiori si rivestì.

In un paese che si chiama Engaddi,
Fiorirono le vigne e spuntò l’uva.
Bambino mio, così saporito,
Grappolino d’uva sei Tu;
Che tutto amore
Fai dolce la bocca, e poi ubriachi il cuore.

Non c’erano nemici per la terra,
La pecora pascolava con il leone;
Con le caprette si vide
Il leopardo giocare;
L’orso e il vitello
E con il lupo in pace l’agnellino.

Si rivoltò insomma tutto il Mondo,
Il cielo, la terra, il mare, e tutte le genti.
Chi dormiva si sentiva
Nel petto il cuore saltare
Per l’allegria;
E si sognava pace e contentezza.

Guardavano le pecore i Pastori,
E un Angelo splendente più del sole
Comparve e disse loro:
Non vi spaventate, no!
C’è felicità e riso:
La terra è divenuta Paradiso.

Per voi oggi a Betlemme è nato
L’atteso Salvatore del Mondo.
Lo troverete, non potete sbagliarvi,
Avvolto nelle fasce
E adagiato nella mangiatoia

Milioni gli Angeli calarono
Con questi si misero a cantare:
Gloria a Dio e pace in terra,
Non più guerra – è nato già
Il Re d’amore,
Che dà allegrezza e pace a ogni cuore.

Sbatteva il cuore in petto ai Pastori;
E l’uno all’altro diceva:
Perché aspettiamo? – Presto, andiamo
, Ché me sento venir meno
Il desiderio
Che ho di vedere il Dio fattosi bimbo.

Saltando, come cervi feriti,
Corsero i Pastori alla Capanna;
Là trovarono Maria
Con Giuseppe e la Gioia mia;
E in quel Viso
ebbero un assaggio del Paradiso.

Rimasero incantati a bocca aperta,
Per tanto tempo senza dire parola;
Poi fecero – lacrimando –
Un sospiro per dare sfogo ai loro sentimenti.
Dal profondo del cuore
con mille gesti emisero il loro amore.

Con la scusa di offrire doni
Iniziarono ad accostarsi piano piano
Il Bambino non li rifiutò,
Li accettò e mostrò il suo gradimento,
mettendogli loro
Le Mani sul capo e li benedisse.

Prendendo confidenza a poco a poco,
Chiesero il permesso alla Mamma:
Si mangiarono i Piedini
Coi bacetti – prima, e poi
Quelle Manine,
E all’ultimo il Musetto e le Guancine.

Poi assieme si misero a suonare
E a cantare con l’Angelo e Maria,
Con una voce – così dolce,
Che Gesù fece: ah aah…
E poi chiuse
Quegli occhi aggraziati e s’addormentò.

La ninna nanna che cantarono mi pare
Dovesse essere quella che ora dico.
Ma intanto – che io la canto,
Immaginatevi di stare
Coi Pastori
Vicino al Bambino bello.

“Vieni sonno dal Cielo,
Vieni e addormenta questo Bambinello;
Per pietà, ché è piccino,
Vieni sonno e non tardare.

Gioia bella di questo cuore,
Vorrei diventare sonno,
Per farti, dolce, dolce
Addormentare quest’occhi belli.

Ma se Tu per esser amato
Ti sei fatto Bambinello,
Solo amore è quel dolce sonnellino
Che può farti addormentare.

Se è così, puoi fare la nanna,
Per Te quest’anima è bella e arsa.
Ti amo, ti a… uh! questa canzone
Già ti ha fatto addormentare.
Ti amo, Dio, bello mio,
Gioia mia, Ti amo, Ti amo.

Cantando poi e suonando i Pastori
Tornarono alle mandrie un’altra vota:
Ma cosa vuoi? non trovarono
Più riposo nel petto:
Al caro Bene
Facevano ogni poco va e víeni.

L’inferno solamente e i peccatori
Testardi come esso e ostinati
Si misero paura,
Perché nella tenebra vogliono stare
I pipistrelli,
Fuggendo dal sole i bricconi.

Io pure sono un nero peccatore,
Ma non voglio essere duro e ostinato.
Io non voglio più peccare,
Voglio amare voglio stare
Con il Bambino bello
Come ci stanno il bue e l’asinello.

Bambinello mio, Tu sei sole d’amore,
Fai luce e scaldi pure il peccatore
Quando è tutto nero e brutto
Come la pece, tanto più
Lo tieni a mente,
E lo fai diventare bello e splendente.

Ma Tu mi dirai che hai pianto,
Affinché piangesse pure il peccatore.
Ho torto, ahi! fossi morto
un’ora prima di peccare!
Tu m’hai amato,
E io come ringraziamento t’ho maltrattato!

A voi, occhi miei, due fontane
Avrete da fare di lacrime piangendo
Per lavare – per scaldare
i piedini di Gesù;
Chissà che placato
Non mi dica: via, che t’ho perdonato.

Beato me se ho questa fortuna!
Che mai posso più desiderare?
O Maria – Speranza mia,
Mentr’io piango, prega Tu:
pensa che sei pure
divenuta madre anche dei peccatori!

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  15. il fantasma di Tiberio e la bella Carmelina
  16. la seducente fantasma dell’ex-monastero di Sant’Arcangelo
  17.  il fantasma di Bianca a via dei Tribunali
  18.  la nave di Castellammare di Stabia
  19.  il Drago di Napoli
  20.  Mergellina, la ninfa ed il pescatore
  21. Gesio e la bocca del dragone
  22. Il fantasma di San Lorenzo
  23. Ciccio e la notte delle Streghe
  24. I Lupi Mannari dell’Irpinia
  25. La leggenda della pigna e del lupino

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Borrelli all’attacco: “Veicoli giocattolo nei posti auto”

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Dopo il teatrino dei parcheggiatori abusivi, il profilo social del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli sembra sempre più attivo nello scovare i grandi problemi di Napoli. L’ultima denuncia svela che “Una delle tante strade affluenti di via Foria è caratterizzata da una assurda peculiarità. I cittadini incivili utilizzano modelli di auto giocattolo per conservarsi i posti auto. In pratica il cialtrone di turno esce con l’auto, lascia il modello al suo posto, e così si riserva il posto al suo ritorno. Siamo alla frutta, oramai gli incivili ne inventano una al giorno. Purtroppo questi atteggiamenti non hanno nulla di simpatico e la proverbiale inventiva napoletana c’entra poco, siamo di fronte a veri e propri abusi, perpetrati nei confronti del prossimo“.

Dopo Borrelli, a rincarare la dose è il conduttore di Radio Marte Gianni Simioli. “Purtroppo questi modi di fare contribuiscono a rendere la città poco vivibile. Sono quegli abusi al limite dell’assurdo che, proprio perché stravaganti, vengono in qualche modo tollerati. Invece bisogna invertire la rotta e cambiare marcia. Per costruire una Napoli migliore occorre diventare più civili e rispettosi dei diritti altrui“.

Intervento chirurgico record a Pozzuoli

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L’intervento chirurgico era fallito a Sidney ma è riuscito grazie al sapiente operato dei medici puteolani e la nuova tecnologia robotica che hanno adottato.

Il paziente

Raffaele D’Ambrosio, 23 anni appena compiuti, pizzaiolo in Australia, mentre era intento a infornare pizze, per darsi una rinfrescata ha bevuto da una bottiglia di soda caustica credendo fosse quella dell’acqua. Raffaele è tornato dal coma di otto giorni dopo ed è stato poi sottoposto a due interventi chirurgici. Nonostante gli abbiano salvato la vita, pero’, Raffaele non poteva più consumare cibi solidi.

 

L’intervento

L’intervento è stato effettuato al Santa Maria delle Grazie dall’equipe di Felice Pirozzi, primario all’ospedale puteolano. Nonostante la complessità dell’ operazione, l’utilizzo della tecnologia robotica, il “Da Vinci” ha permesso di praticare solo un taglio alla gola, uno all’addome ed uno alla cassa toracica. Con un intervento durato 7 ore, l’esofago è stato ricostruito con una porzione di parete intestinale. Procedura mai effettuata prima in Campania e sperimentata da pochissimi ospedali in Italia.

Raffaele recupererà completamente la funzionalità dell’esofago. Il primario ha affermato:

«A giugno abbiamo effettuato il primo intervento utilizzando la tecnologia robotica e da allora abbiamo realizzato ben 62 operazioni. Qualche giorno fa, poi, abbiamo sperimentato il primo approccio robotico in Italia per una procto-colectomia totale: la completa asportazione del colon e del retto e il conseguente ripristino della continuità intestinale. L’intervento effettuato su Raffaele è stato complesso, ma se tutto andrà come ci aspettiamo, il prossimo lunedì potrà tornare a casa e riprendere a mangiare normalmente»

La chirurgia generale di Pozzuoli si sta sempre più qualificando come un riferimento nazionale per l’utilizzo della robotica. Si è appena concluso un corso di formazione che ha visto la presenza di chirurghi provenienti d tutta Italia.

 

Gattino intrappolato in una volante dei carabinieri paralizza la città

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Un gatto si rifugia nel motore di una Gazzella dei Carabinieri: strada bloccata per circa un’ora

Un gattino, probabilmente per cercare riparo dal freddo, si è rifugiato in una volante di servizio dei Carabinieri di Castellammare di Stabia. L’incidente, tanto tenero quanto atipico, ha però paralizzato il traffico della zona per circa un’ora.

Tutto accade in via Pietro Carrese, nei pressi di Piazza Spartaco.

Un automobilista si accorge della presenza del gattino nella sua vettura e cerca di farlo uscire, insieme alla folla di persone che, nel frattempo, si è radunata intorno all’auto. Nessuno riesce a far uscire il gatto, neanche dei Carabinieri giunti sul posto. Il gattino, sempre più impaurito, scappa e quindi va a rifugiarsi proprio nel cofano della Gazzella dei Carabinieri.

La strada è stata poi bloccata per permettere ai soccorsi di agire.

È stato necessario l’arrivo dei Vigili del Fuoco per trarre in salvo il piccolo felino, oltre all’intervento della Polizia Municipale per ordinare il traffico impazzito che si era creato nella zona.

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