martedì, Dicembre 23, 2025
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Napoli, uomo accoltellato in piazza Bellini

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Un uomo è stato accoltellato poco dopo le 19 a Napoli, in piazza Bellini, davanti a moltissime persone intente a consumare l’aperitivo. Sul posto si sono recati i sanitari del 118 che hanno trasportato l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini.

Poco dopo l’evento sono intervenute anche le forze dell’ordine che hanno effettuato i rilievi del caso, ma la dinamica appare poco chiara. Non palesate nemmeno le generalità dell’uomo aggredito, ma dovrebbe trattarsi, secondo le ricostruzioni, di uno straniero di 35-40 anni.

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De Luca scrive ai giovani: “Mi auguro che i problemi di questi giorni siano un’occasione per riscoprire modi di incontro e di divertimento più umani.

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Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, tramite la sua pagina Facebook, pubblica un messaggio rivolto ai giovani.

Mesi di chiusure, di relazioni interrotte hanno pesato su ognuno di noi. C’è voglia di uscire, di respirare.
Ma questa epidemia ha cambiato il mondo, la gerarchia dei valori, la sensibilità delle persone. E non potrà essere messa tra parentesi ma ci obbliga a qualche riflessione più di fondo.
Occorre abituarsi a pensare che nulla potrà tornare puramente e semplicemente come era prima.
Conviene allora pensare a forme di socializzazione all’insegna non più di una massificazione alienante, ma di una umanizzazione delle relazioni, di un rapporto più attento con l’ambiente, di una riscoperta dei valori di solidarietà. In questi anni abbiamo visto affermarsi troppo spesso modi di incontro tra i giovani segnati da uso di superalcolici, a volte droghe, al punto da perdere la stessa possibilità di comunicare, di parlarsi, di ascoltarsi.
C’è da augurarsi che i problemi di questi giorni siano anche per tutti un’occasione per riscoprire modi di incontro e di divertimento più semplicemente umani.
Detto questo, di fronte alle immagini notturne di violenze e di vandalismo – che nulla hanno a che fare con gli incontri giovanili – non riemerga il volto dell’Italia del “fare finta”. Lo Stato ha l’autorità e il dovere di imporre il rispetto delle regole e di garantire le norme di sicurezza.

Castel Volturno: accoltella ospite durante la cena

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A Castel Volturno, nella sera fra il 23 e il 24 maggio, una cena fra amici è drammaticamente terminata con un’aggressione.

La vittima, Augusto Grillo, di 37 anni e residente a Giugliano, è morto presso il pronto soccorso della clinica Pinetagrande. A portarlo in auto è stato il suo stesso carnefice, che ha lasciato l’uomo ferito, allontanandosi. La profonda ferita infertagli al torace gli ha causato arresto cardiocircolatorio. Grazie alla visione dei sistemi di video sorveglianza i carabinieri sono riusciti a risalire al proprietario del veicolo. Prontamente avvertiti dagli operatori sanitari. Il numero di targa ha permesso di identificare P.U., 43 anni, che, vistosi alle strette, ha ammesso il proprio crimine.

La colluttazione

A seguito dell’interrogatorio al 43enne è stato possibile ricostruire le dinamiche del’omicidio. Il criminale stava cenando con la vittima e una terza persona presso la sua dimora estiva, all’interno del parco “Le Anfore” di Castel Volturno, quando dopo un litigio per futili motivi ha aggredito il 37enne con un coltello da cucina. Ha lasciato poi l’uomo presso il pronto soccorso ed è scappato. L’arma del delitto è stata trovata presso l’abitazione e l’uomo è stato rinchiuso presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere.

 

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Minacciato un fotografo dell’ANSA, riprendeva gli assembramenti

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Un fotografo collaboratore dell’Agenzia Ansa, Cesare Abbate, è stato minacciato e costretto a cedere la scheda con le foto in cui aveva ripreso la presenza di alcuni assembramenti di giovani, molti dei quali privi di mascherina. E’ accaduto poco prima di mezzanotte, in Largo Sermoneta, nella zona degli chalet di Mergellina, dove dopo le 23 in molti si sono riversati una volta chiusi bar e locali. Abbate è stato avvicinato da alcuni giovani che lo hanno insultato e minacciato. L’episodio fa seguito ad altri casi analoghi avvenuti nei giorni scorsi a Napoli, sempre a danno di fotoreporter impegnati a testimoniare col proprio lavoro l’evoluzione della fase 2 in città.

La parte incivile del nostro popolo ha dato il peggio di sé. A Riva Fiorita, nella zona di Posillipo, centinaia di ragazzi hanno fatto baldoria fino alle 5 del mattino, con musica a palla, bloccando i residenti nelle proprie abitazioni con auto e scooter parcheggiati ovunque e facendo talmente baccano che in pochi sono riusciti a dormire. In tantissimi erano assembrati sugli scogli, molti senza mascherina. Una situazione pericolosa sia per l’ordine pubblico e per la sicurezza, e sia per il contrasto al contagio“. È quanto afferma Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, che dice di essere stato contattato “da centinaia di cittadini esasperati”. Borrelli pubblica anche il link Fb di un video girato da un residente. “Al Vomero, addirittura, un uomo, durante un controllo ha aggredito due agenti. Situazioni di puro delirio di gente in preda ai fiumi di alcool e all’inciviltà” aggiunge Borrelli.

Fonte ANSA

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BussoLaLeggenda // La leggenda dell’Alchimista e del Ponte dei Diavoli di Salerno

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Questa settimana #BussoLaLeggenda vi parla di alchimisti, di patti col diavolo, di ambizione e di anime: ecco per voi la storia del Ponte dei Diavoli di Salerno.

Il Ponte dei Diavoli

Se vi doveste ritrovare a passeggiare tra le strade di Salerno state attenti: non lasciate che le bellezze della città vi distraggano e non ignorate le parole delle leggende. Ci sono alcuni luoghi intrisi di magia e di mistero, dove si dice che si rischi di fare incontri pericolosi e spaventosi che potrebbero addirittura, stando alle parole di queste storie, essere fatali.

Nelle ore scure poste al di là del tramonto abitano esseri che vengono dagli inferi, irrequieti e crudeli – questo, dopo aver letto di tante leggende, ormai lo sapete – ed a Salerno sembra che questi diavoli avidi infestino un luogo in particolare: il cosiddetto “Ponte dei Diavoli“.

Le storie parlano chiaro: durante la notte e la sera, non appena il sole sparisce dietro la linea dell’orizzonte, le anime di coloro che passano sotto gli archi del ponte verranno reclamate dagli abitanti degli inferi. Per questo i salernitani che prestano orecchio alle voci bisbiglianti delle leggende evitano il ponte.

Ma perché siffatte creature dovrebbero nascondersi all’ombra degli archi di questo ponte? Se siete curiosi e volete conoscere anche voi la storia di questo luogo infausto, non vi resta che seguitare nella lettura della nostra rubrica.

Questa settimana #BussoLaLeggenda vi parla di alchimisti, di patti col diavolo, di ambizione e di anime: ecco per voi la storia del Ponte dei Diavoli di Salerno.

L’Alchimista di Salerno

Viveva un uomo, a Salerno, conosciuto col nome di Pietro Barliario. Si trattava di un medico ed un alchimista assai colto e dalla sconfinata ambizione.

Sono tante le leggende che ruotano intorno a quest’ambigua figura, ed in ciascuna di queste l’alchimista salernitano ha un rapporto decisamente confidenziale col demonio. Grazie all’opera del diavolo sembra che tirasse scherzi mancini e un po’ crudeli a chiunque si opponesse al suo volere, che talvolta facesse spuntare sui loro capi delle corna puntute e pare che le donne più affascinanti della città non riuscissero a resistergli. Alcuni dicono che grazie a questi poteri occulti fosse capace di trasformare anche l’acqua in vino.

In una sola notte

Al suo rapporto con gli abitanti degli inferi è ricondotta la costruzione del celebre ponte di cui parliamo in questa leggenda.

Pare infatti che a diavoli e demoni si sia rivolto Pietro Barliario quando fu incaricato di costruire un acquedotto. In una notte di violentissima tempesta le creature infernali emersero dall’abisso e in poche ore innalzarono gli archi dell’acquedotto.

Così, grazie ad oscure magie, il ponte venne innalzato in una sola notte. I diavoli però, si sa, non fanno nulla senza esigere un pagamento: così fu anche quella volta, ed il prezzo da pagare fu decisamente esoso.

Il medico-alchimista strinse col diavolo un patto secondo cui avrebbe potuto reclamare con diritto le anime di tutti coloro che sarebbero passati sotto gli archi dell’acquedotto dopo il tramonto.

Le leggende vogliono che anche oggi non sia accadimento raro quello d’incontrare figure infernali e spiriti malvagi sotto gli archi del ponte anche nelle ore diurne, e che durante notte il diavolo reclami ancora le anime dei viandanti.

Per questo l’acquedotto è noto ancora con il nome di “Ponte dei Diavoli”.

La vendetta del Diavolo

La storia di Barliario non si conclude felicemente, come tutte quelle che hanno a che fare col demonio.

La leggenda narra che capitasse talvolta che Barliario si assentasse dal proprio laboratorio per dei viaggi e che, proprio durante una di queste assenze, il diavolo decise di tirargli un tiro mancino: i giovani figli dell’alchimista (alcuni dicono che si trattasse dei nipoti), Fortunato e Secondino, s’infilarono nell’antro del mago.

Come fanno sempre i bambini, i piccoli si misero a frugare tra gli oggetti che il padre impediva loro di toccare. Forse fu per colpa di un incantesimo proibito contenuto in un vecchio libro, secondo qualcuno fu per via di qualche veleno nascosto nella dispensa di Barliario, fatto sta che i due fanciulli ebbero un malore.

Contorcendosi, caddero al suolo. Si dice che quando l’alchimista li trovò così, riversi in terra e privi di vita, abbia perso la ragione: implorando il perdono del Signore per le atrocità compiute in compagnia del diavolo, si convertì e divenne monaco.

Il Ponte dei Diavoli

Questa è la storia del povero Barliario e del Ponte dei Diavoli. Chi non crede alle leggende ed alle storie della tradizione orale dice che il ponte non fu davvero edificato in una sola notte – i salernitani si sarebbero lasciati impressionare dalle nuove tecniche ingegneristiche usate da Barliario nel costruirlo e vi avrebbero scorto la mano del demonio, facendo derivare da queste circostanze la leggenda.

Che ci crediate o meno, è innegabile che al tramonto le ombre lunghe dipinte dal ponte riescano a suggestionare la fantasia di tutti, anche dei più scettici. La luce del sole morente gioca spesso brutti scherzi, ma, se vi sembra di scorgere la figura di un diavolo sotto quegli archi maledetti, forse fareste meglio a deviare il vostro percorso.

In fondo, l’anima è una sola, e barattarla col demonio per passare sotto un ponte sarebbe davvero un pessimo affare.

Non perderti gli altri articoli sulle leggende della Campania:

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Primo sabato post lockdown: folla (senza mascherina) fino al mattino a Mergellina

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di Raffaele Accetta- Quello passato, è stato  il primo sabato post lockdown ma a vedere il numero di foto e video che ritraggono  i giovani sul lungomare di Napoli il Coronavirus sembra già solo un lontano ricordo.

Chi si è trovato da quelle parti parla di «una follia collettiva».

Nonostante i locali della movida abbiano rispettato il limite della chiusura alle 23, migliaia di persone, anche senza mascherina, si sono riversati in strada con i marciapiedi utilizzati come corsie preferenziali da auto e moto.

Il risultato? Traffico bloccato fino alle 4 del mattino, assembramenti e bivacchi, schiamazzi, e persino risse tra giovani e residenti esasperati a filmare il tuttoa

Non meno folle l’impatto ambientale: ancora ben visibili bottiglie sparse e rifiuti disseminati ovunque lungo via Caracciolo.

“Tra clacson e schiamazzi non è stato possibile dormire – spiega all’Ansa un residente che ha l’abitazione di fronte al porticciolo di Mergellina – C’erano assembramenti di giovani, la gente sembrava impazzita dopo due mesi di lockdown. Mergellina era completamente paralizzata: via Caracciolo, piazza Sannazaro, piazzetta del Leone. La situazione si è normalizzata solo dopo le 4. È stato un inferno”.

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Auto del parroco data alle fiamme: indagini nel salernitano

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È giallo per quanto accaduto tra mercoledì e giovedì notte quando Don Gerardo, parroco di Sant’Antonio a Sant’Egidio del Monte Albino ha ritrovato la sua auto in fiamme.

La Fiat 500 X è stata distrutta dalle fiamme, spente solo dopo l’arrivo dei vigili di Salerno e di Nocera Inferiore. Il prete ha prontamente chiamato un soccorso quando, una volta raggiunta la strada, ha notato l’incendio.

Non è ben chiara la causa per delle rogo, ma è partita un’indagine affidata ai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore. Al momento non viene esclusa alcuna pista: dall’incidente al dolo. L’ultima delle ipotesi potrebbe essere un corto circuito.

L’episodio ha destato preoccupazione in tutta  la comunità, da cui il parroco è molto stimato per la propria disponibilità, oltre che per il lavoro come guida della parrocchia. Le telecamere della videosorveglianza potrebbero aver catturato l’identità dei colpevoli, per cui sono state tutte prese in analisi dalle forze dell’ordine.

Nel frattempo, la comunità di Orta Loreto ha espresso solidarietà sui social.

 

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Caserta, donna uccisa dal proprio figlio

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Caserta. Una donna è stata uccisa oggi in pieno centro a Caserta. Il delitto è avvenuto in una casa in corso Trieste: le autorità hanno trovato il corpo morto attorno alle 13.00.
Dalle prime ricostruzioni il figlio della vittima, la 52enne Rubina Chirico,  l’avrebbe colpita con un coltello al culmine di una lite fra di loro.

L’uomo, 20enne residente in Umbria, è stato fermato dalla Squadra Mobile della Polizia che ha aperto le indagini, mentre i medici del 118 tentavano di soccorrere la vittima, che oramai era già deceduta al loro arrivo.

Il figlio attualmente è sottoposto all’interrogatorio da parte degli agenti che stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Una tragedia sconvolgente.

All’esterno ed all’interno dello stabile hanno installato anche un sistema di video sorveglianza: hanno requisito le immagini, che saranno controllate a breve.

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Domani il flashmob per la riapertura del Bosco di Capodimonte

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A quattro giorni dalla riapertura, il Real Bosco di Capodimonte chiude di nuovo i battenti a causa del mancato rispetto delle regole da parte di chi, in questi giorni, è tornato a frequentare il principale polmone verde della città di Napoli.

Alcuni attivisti, insieme ad alcuni abitanti dell’omonimo quartiere, hanno pensato di organizzare un presidio, una sorta di flashmob, domani alle 11 (Clicca sul link per leggere il post completo e gli ulteriori dettagli circa l’evento) fuori Porta Piccola, il principale ingresso al Bosco di Capodimonte, per manifestare il proprio dissenso rispetto alla scelta di chiudere il parco per gli assembramenti degli ultimi quattro giorni.

Sarà presente, alla manifestazione, anche Laura Bismuto, Consigliera presso il Comune di Napoli, e oltre a manifestare il disaccordo circa la nuova chiusura del Bosco, sarà anche l’occasione per rimettere al centro della discussione la mancata riapertura da parte del Comune dell’ex deposito ANM del Garittone, e dunque dell’assenza di una soluzione di parcheggio per utenti e residenti e della conseguente invivibilità del quartiere soprattutto nei giorni festivi.

 

 

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Napoli, uomo ucciso a coltellate dopo una lite

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A Marianella, in provincia di Napoli, un uomo è morto dopo una lite furibonda avvenuta in pieno giorno.

Due uomini si sono avventati contro un altro, uno dei due tira fuori un coltello e lo uccide.

I carabinieri sono a lavoro per capire la dinamica. Intanto è scattata la caccia all’assassino.

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