La seconda sezione della corte di assise di Napoli (presidente Cristiano) ha condannato all’ergastolo Francesco Riccio, l’uomo che il 5 settembre 2023 a Quarto dopo una lite per un posto auto nel cortile condominiale diede alle fiamme la sua vicina di casa Antonella Iaccarino, la donna morta a 48 anni dopo 47 giorni di agonia per le gravissime ustioni riportate.
Presenti in aula i familiari della vittima, alcuni in lacrime quando il giudice ha letto il dispositivo di sentenza. Il giudice ha accolto la richiesta formulata dalla Procura di Napoli, rappresentata in processo dal sostituto procuratore Maurizio De Marco.
“Ha avuto quello che si meritava ed è stata una grande soddisfazione sentire la parola ergastolo“. Così, in lacrime, abbracciata al padre Massimo, Alessia Castaldo ha commentato la sentenza con la quale la Corte di Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Francesco Riccio, l’uomo che il 5 settembre 2023 dopo una lite per un posto auto nel cortile condominiale diede alle fiamme la sua vicina di casa Antonella Iaccarino, la donna morta a 48 anni dopo 47 giorni di agonia per le gravissime ustioni riportate.
“È un sollievo per noi e per mamma – ha detto ancora Alessia – anche lei può stare tranquilla: ci manca da morire e lotteremo ancora per lei“.
“Giustizia è fatta – ha detto l’avvocato Luigi Musolino, legale della famiglia della vittima – la Procura con il suo rappresentante (il pm De Marco) ha fatto un ottimo lavoro protagonista di una grande indagine e di una grande istruttoria dibattimentale. Abbiamo dimostrato i fatti e la corte ci ha seguito, con una condanna che è quella che ci aspettavamo. Una condanna – ha detto ancora l’avvocato Musolino – che non ci restituirà la signora Antonella“.
Secondo il legale c’è stata una giusta risposta della Giustizia a un atto “illogico, di una crudeltà estrema compiuto da una persona che non merita assolutamente di stare in libertà“.
Per l’avvocato durante il processo l’imputato ha mantenuto un comportamento docile ma “le sue gesta sono state estremamente gravi. A noi non compete esaminare la natura dell’uomo, è stato un processo complesso, molto sofferto da parte della famiglia e devo dire che considerando i tempi della giustizia italiana è stato un processo breve che ha dato soddisfazione al cittadino, alla famiglia“.
La famiglia ha preso parte a tutte le udienza del procedimento giudiziario sempre indossando una maglietta sulla quale hanno fatto stampare una foto della povera Antonella Iaccarino.
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