Uno strumento di ricerca e di orientamento per la consultazione di un complesso documentale che “riflette e implica il portato di una storia lunga cinque secoli”.
È questo la “Guida ai Fondi dell’Archivio Storico del Banco di Napoli” a cura di Conny Damiani, Editoriale Scientifica, presentata nella sede della Fondazione. Hanno partecipato Orazio Abbamonte, presidente della Fondazione Banco di Napoli, Marcello D’Aponte, presidente della Fondazione Museo Archivio Storico Banco di Napoli, Elisa Novi Chavarria, dell’Università del Molise, Andrea De Pasquale, direttore generale Digitalizzazione e Comunicazione del Ministero della Cultura (ha moderato Gloria Guida, Archivio Storico Banco di Napoli).
Il lavoro dell’autrice, sottolinea una nota, “comincia con gli antichi banchi (1539-1808), oggetto primario ma non esclusivo di trattazione, le cui scritture apodissarie sono oggi comprese nel Registro internazionale del Programma UNESCO Memory of the World”. Il volume propone “una riflessione sugli archivi delle istituzioni bancarie entro la quale si inquadra la specifica vicenda del complesso documentale del quale oggi disponiamo.
Un’analisi e una rassegna descrittiva dei diversi soggetti produttori e conservatori partecipi e responsabili della produzione e della conservazione dei fondi approdati all’attuale configurazione archivistica”. Si restituisce, è stata messo in evidenza nell’incontro, “una rassegna ragionata dei diversi strumenti di consultazione, analogici e digitali, che gli archivisti hanno prodotto e continuano a realizzare per agevolare la costruzione dei percorsi di ricerca di un’utenza sempre più coinvolta e partecipe”.
“In un tempo in cui si lavora principalmente alla realizzazione di banche dati e strumenti digitali – ha spiegato Damiani – usufruendo anche di provvidenziali risorse che rimandano alle applicazioni di AI in termini di trascrizione automatica del testo e di estrazione automatica della conoscenza, è stato stimolante tornare a riflettere su una guida archivistica che fosse innanzitutto uno strumento analogico di ricostruzione di una lunga e articolata vicenda che ha visto protagoniste le diverse istituzioni dedite al credito, in molteplici contesti sincronici e diacronici”.
La lettura delle fonti, innanzitutto quelle dell’Archivio storico del Banco di Napoli, e poi quelle di istituzioni di riferimento, quali i fondi conservati all’Archivio di Stato di Napoli e all’Archivio del Comune di Napoli, ha consentito di recuperare elementi per una lettura della storia dell’Archivio e delle sue carte che diventa anche storia del patrimonio e dei valori culturali, storia delle persone e storia della comunità.
“Il nostro archivio – ha commentato D’Aponte – contribuisce ad allargare lo spazio per capire il passato, e accompagnare nel presente le trasformazioni del mondo economico. Il riconoscimento Unesco di alcuni anni fa testimonia in maniera ancora più incisiva l’importanza del nostro lavoro e di tutti gli archivisti che preservano il Museo”. “Questa guida è la base per annodare i fili della memoria – ha commentato De Pasquale -grazie anche alla fervente attività della stessa Fondazione, che è già in una fase più evoluta di digitalizzazione, in quanto possiede sistemi standard radicati per la gestione digitale delle collezioni”.
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