sabato, Giugno 21, 2025
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Sant’Antimo, spari nel locale “Il sole di notte”: due fermi e una questione amorosa dietro il raid

La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha disposto il fermo di due soggetti per il raid avvenuto lo scorso mese di maggio nel ristorante “Il Sole di Notte” a Sant’Antimo. A riportale la notizia è il portale web Internapoli.it.

I due fermati, di cui si attende la convalida dell’arresto sono Pietro D’Angelo e Luigi Orefice, figlio del boss Michele Orefice, clan operante sul territorio di Frattamaggiore alleati con il clan Pezzella.

Durante il raid, Luca Di Stefano, pescivendolo, ristoratore e tiktoker, fu ferito ad una mano da un proiettile. Dalla ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, si è trattato di una vera e propria spedizione punitiva, basata su un semplice sospetto.

Michele Orefice, padre di Luigi, da tempo in una relazione con una donna avrebbe saputo dal figlio che quest’ultima continuava ad avere contatti con il suo ex fidanzato, Luca Di Stefano, cosa che scatenava la sua ira al punto da interrompere immediatamente la relazione con la donna in questione. – Si legge su Internapoli – Inoltre, programmava un’efferata azione punitiva nei confronti della donna e del suo presunto amante per vendicare l’affronto subito con metodi da “boss”. Significativo il passaggio con cui il boss demanda al figlio il ‘lavoro’: la frase più eclatante è riferita alla brutalità dell’azione da compiere ai danni dell’uomo, che deve essere molto cruenta dicendo
testualmente al figlio: “Luigi fernut!”, tipica espressione criminale dialettale con la quale si lascia intendere che l’azione deve essere portata a termine con inaudita ferocia.

Dalle immagini delle telecamere è stato possibile ripercorrere tutte le fasi del raid. Con Luca Di Stefano salvato in pratica dagli arredi del locale che non hanno permesso al killer un’azione “agevole”. Dopo un primo colpo che ha colpito alla mano Di Stefano, il secondo non è andato a segno perché il killer sarebbe inciampato tra i tavoli del locale perdendo l’equilibrio prima di darsi alla fuga con il complice.

In poco più di un mese la DDA di Napoli e gli investigatori hanno risolto brillantemente il caso.

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