Quella che doveva essere una vacanza di relax si è trasformata in un incubo per decine di famiglie. Oltre trenta turisti, molti dei quali provenienti da Napoli e Caserta, sono finiti in ospedale per una sospetta intossicazione alimentare dopo aver consumato wurstel e patatine serviti anche ai bambini all’interno di un villaggio turistico di Nicotera, nel Vibonese.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri del NAS e del personale dell’Azienda sanitaria provinciale, i sintomi – vomito, febbre e dissenteria – sarebbero comparsi poche ore dopo i pasti. Sono stati sequestrati campioni di cibo e distrutti gli avanzi. Le cartelle cliniche parlano già di una probabile “intossicazione alimentare”.
Il villaggio non è nuovo alle cronache giudiziarie: due anni fa era stato sequestrato perché ritenuto “quartier generale” della cosca Mancuso, una delle più potenti della ’ndrangheta. Successivamente il tribunale ne aveva autorizzato la riapertura, una scelta che oggi finisce sotto accusa alla luce delle condizioni igienico-sanitarie denunciate dagli ospiti.
“Metà villaggio ha iniziato a vomitare nel tardo pomeriggio”, scrive un turista in una recensione online. Camere con infiltrazioni d’acqua, ambienti comuni fatiscenti e cibo dall’odore sospetto hanno costretto molte famiglie a lasciare la struttura dopo appena due giorni. Tra gli intossicati ci sono anche diversi bambini di età compresa tra i due e i quattro anni.
“È stato un incubo – racconta un padre – non solo il cibo, ma anche le stanze erano in condizioni vergognose. Nessuno ci ha informati sulla storia giudiziaria del villaggio”.
Ora le famiglie si preparano a una class action per chiedere rimborsi e chiarire le responsabilità. “I nostri figli sono stati male, alcuni sono ancora ricoverati. Non può finire così”, sottolineano i turisti.
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