NAPOLI – È finita in tribunale la battaglia istituzionale intorno al Teatro di San Carlo. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha infatti impugnato la nomina del violinista Fulvio Adamo Macciardi a sovrintendente del Massimo napoletano, firmata pochi giorni fa dal ministro della Cultura Alessandro Giuli.
La vicenda si trascina da settimane, con un braccio di ferro tra Palazzo San Giacomo e il Consiglio di indirizzo del teatro, che il prossimo 4 novembre celebrerà i suoi 288 anni dalla fondazione (avvenuta nel 1737, giorno di San Carlo e onomastico di re Carlo III).
Le riunioni contestate
Tutto è cominciato lo scorso 5 agosto, quando Manfredi aveva sconvocato la riunione del Consiglio di indirizzo. Nonostante ciò, tre consiglieri su cinque (i due rappresentanti governativi e quello della Regione Campania) si riunirono ugualmente e votarono la nomina di Macciardi. Assenti il sindaco e la rappresentante della Città Metropolitana.
Il ministro Giuli firmò la nomina, subito contestata dal sindaco perché, a suo avviso, l’incontro era da considerarsi irregolare. In attesa delle pronunce dei giudici – con il Tribunale civile che si è riservato la decisione e il Tar Campania chiamato a esprimersi il 3 settembre – il Consiglio si è riunito nuovamente il 26 agosto.
In quell’occasione, pur con all’ordine del giorno altri punti, i due membri governativi e il rappresentante regionale proposero ancora Macciardi. Questa volta anche Manfredi e la consigliera della Città Metropolitana parteciparono, ma il sindaco ha nuovamente impugnato la decisione dopo che il ministro ha firmato la seconda nomina.
De Luca: “Tuteleremo la dignità di Napoli”
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che non ha usato mezzi termini:
“Stiamo assistendo a una vergogna. Dirò qualcosa tra pochi giorni sul San Carlo anche per un’operazione verità sulle tante stupidaggini che sono state dette. Per ora siamo impegnati a tutelare la dignità e l’onore di Napoli e del San Carlo per evitare che ci si copra di ridicolo. Si tratta di vicende sconcertanti”.
Lo scontro istituzionale, intanto, rimane aperto e la soluzione sembra ancora lontana.
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