martedì, Settembre 16, 2025
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Omicidio Vassallo: al via l’udienza preliminare del processo

Iniziata l’udienza preliminare, davanti al giudice del tribunale di Salerno, per quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura sull’omicidio di Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’.

“È un momento importantissimo, non solo per noi come fondazione, come familiari, ma è importante per l’Italia perché è una società civile che ha preso posizione contro chi ha ucciso Angelo Vassallo, ha ucciso il sindaco, ha ucciso lo Stato”, dice il fratello di Angelo Vassallo, Dario, presidente della fondazione che porta il nome del ‘sindaco pescatore’ davanti alla cittadella giudiziaria.

“Penso che da qui – sottolinea – inizierà una valanga di cose che, fino ad adesso, sono rimaste nascoste e chiuse nei cassetti giustamente da parte della procura antimafia di Salerno”. Davanti al gup compariranno il colonnello Fabio Cagnazzo, l’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi. “All’Arma dei carabinieri non chiedo nulla perche’ dell’Arma dei carabinieri bisogna avere il massimo rispetto e quindi non sono io che posso dire qualcosa all’Arma”, premette Vassallo, ribadendo che “ho chiesto all’Arma dei carabinieri di costituirsi parte civile proprio perche’ l’Arma e’ stata lesa”.

“Se non fosse stato per i Ros, che sono un reparto speciale dei carabinieri, noi oggi – evidenzia – non saremmo qui; quindi, quando si parla dell’Arma con la A maiuscola bisogna avere i piedi di piombo e misurare le parole. Ho chiesto che l’Arma si costituisse parte civile, ma non c’entra nulla perché ci sono degli imputati ex carabinieri o carabinieri, quelli sono un altro discorso perché hanno leso l’immagine dell’Arma”.

L’avvocato della fondazione, Antonio Ingroia, ritiene che la giornata di oggi “sia un momento importante” perché, “finalmente, si apre il libro della verità che è stato tenuto chiuso a causa anche dei tanti depistaggi che hanno afflitto questa vicenda”. “E’ per questo – prosegue il legale – che si sono attesi 15 anni e va dato, ancora una volta, atto alla procura distrettuale antimafia di Salerno per essere riuscita ad aprirlo. Noi siamo qui al fianco della procura di Salerno, perché chiediamo verità e giustizia”. Antonio Vassallo, figlio di Angelo, arrivando davanti al tribunale di Salerno, constata che “sono passati tantissimi anni, però finalmente ora stiamo qua e conosciamo bene le motivazioni per cui sono passati troppi anni”. “Però – rimarca – ora vogliamo andare avanti e conoscere quanto prima possibile un quadro chiaro di tutto quello che è successo”.

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