QUARTIERI SPAGNOLI – Dopo i controlli di ieri della Polizia Municipale a Largo Maradona, il clima è diventato molto teso. Chi gestisce lo spazio ha inscenato una protesta chiudendo l’area e oscurando il murale più famoso del mondo.
Portavoce dei gestori è l’avvocato Angelo Pisani che spiega:
“Una brutta figura: è quella che il Comune fa a Napoli e alla memoria di Maradona, provocando oggi la chiusura di Largo Maradona a seguito della contravvenzione comminata dall’amministrazione comunale agli organizzatori del murales dedicato al grande campione argentino”
“È un cattivo esempio di legalità a senso unico, mentre la città altrove realmente sprofonda nell’illegalità, tra stranieri e killer padroni delle strade tollerati in nome del “politicamente corretto”, mentre imperversano baby gang e criminali, strade rotte e degrado, vuoi vedere che il problema, a Napoli, è Largo Maradona?”.
“Chiariamo: non c’è stato alcun blitz con maxi sequestro ai danni degli organizzatori del murales di Maradona e di Largo Maradona. C’è stata invece una contravvenzione per il chiosco ambulante, munito di licenza, che per regolamento ogni giorno dovrebbe muoversi. Ma ahimé, per motivi di forza maggiore è impossibile muovere un track ambulante, con milioni di turisti e visitatori che camminano lungo questi stretti vicoli, diventerebbe pericoloso per loro”.
“Inoltre, è vero che il furgone non viene spostato per motivi di sicurezza, ma è altrettanto vero che ogni tre ore l’attività cessa, per riprendere dopo qualche ora. Pertanto anche la contravvenzione verrà impugnata innanzi alle autorità competenti”.
“Per protesta contro le continue azioni di repressione subite, uno degli organizzatori di Largo Maradona ha deciso di chiudere tutto. Quindi tornerà il buio in queste strade che per anni hanno fatto la fortuna di Napoli, dei Quartieri Spagnoli. Un volano di sviluppo turistico, che oggi per protesta chiude. Perché alle istituzioni si chiede aiuto, si chiede di stare dalla stessa parte, dalla parte dello sviluppo, della cooperazione, della legalità. E si chiede l’autorizzazione a poter operare secondo i regolamenti”.
“Basta repressione senza organizzazione. La politica deve rispettare questo territorio e stare vicino a persone che dopo anni di degrado, di violenza, di criminalità, ha deciso di far risplendere questi quartieri”.
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