martedì, Ottobre 21, 2025
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Salerno: Arrestato 33enne che su TikTok inneggiava alla Jihad

SALERNO – Ha pubblicato e diffuso sul proprio profilo TikTok numerosi video e immagini inneggianti alla jihad islamica e allo Stato Islamico, ai suoi leader, le sue dottrine, ma anche a pratiche violente e all’uso delle armi, a sacrifici della vita dei martiri, all’odio per infedeli e apostati, alle uccisioni di cristiani.

Si tratta di O.S., un 33enne di origine tunisina, domiciliato nel comune di Sicignano degli Alburni (Salerno), arrestato questa mattina dai carabinieri, al termine di un’indagine coordinata dal gruppo Antiterrorismo della procura di Salerno.

Nei confronti dell’indagato è stata data esecuzione all’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, emessa dal gip del tribunale di Salerno, per il reato di istigazione a delinquere e apologia di più delitti di terrorismo commessi attraverso strumenti informatici e telematici, aggravati dall’utilizzo di strumenti informatici.

“La platea vastissima di lettori con l’elevatissimo numero di follower del profilo e l’enorme quantità di condivisioni e like, nonché l’enorme capacità diffusiva propria dello strumento online, hanno potenziato la diffusione del materiale apologetico, accrescendo il pericolo che altri potessero emulare gli atti di violenza, il martirio e l’adesione alla jihad“, spiega una nota della procura salernitana.

In particolare, le attività di indagine del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri – sezione Anticrimine di Salerno, sono state condotte, tramite servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche e ambientali, a seguito di preliminari accertamenti della polizia postale e per la sicurezza cibernetica di Ancona che aveva individuato, su TikTok, un account riconducibile all’indagato, consentendo di documentare come quest’ultimo avesse pubblicato più di 200 video e immagini inneggianti alla strategia terroristica dello Stato Islamico.

Ricostruite alcune circostanze, tra cui, fa sapere la procura: l’adesione dell’indagato ai principi jihadisti fatti propri da organizzazioni terroristiche di matrice confessionale islamica; le condotte di apologia di reati di terrorismo commessi mediante l’uso di strumenti informatici o telematici, attraverso la diffusione selettiva di contenuti multimediali finalizzati alla propaganda jihadista e al procacciamento di nuovi affiliati.

Questa condotta è risultata “particolarmente pervicace perché continuata anche dopo una perquisizione personale e locale eseguita nel mese di ottobre 2024“. Nonostante ciò, le successive attività di monitoraggio hanno evidenziato come il cittadino tunisino abbia proseguito nella diffusione della propaganda jihadista attraverso i social network a lui riconducibili.

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