FRATTAMAGGIORE – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Andrea Saviano, coordinatore cittadino del Partito Democratico di Frattamaggiore (Napoli) che ha presentato le dimissioni dalla sua carica.
Ho maturato la decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di coordinatore del PD locale da diverso tempo. Da prima degli oramai famosi “inviti a seguire la pagina del dott. Enzo Del Prete” -che per inciso, al tempo non era nemmeno ancora candidato e le immagini che lo ritraevano erano ancora prive di grafiche e loghi –. Lo scorso martedì, con la decisione di sostenere Enzo Del Prete nella corsa per Palazzo Santa Lucia, per correttezza politica, l’ho fatto. Ho rassegnato le mie dimissioni. Senza clamori né spettacolarizzazioni. Come sono abituato a fare. E sarei rimasto in silenzio se le strutture provinciali e regionali avessero osservato regolamenti interni e statuto. Invece no. Non si sa come né perché ma pare che il circolo di Frattamaggiore sia stato commissariato. Dico pare perché di comunicazioni ufficiali non ce ne sono e gli iscritti al partito –che qualcuno diceva di voler tutelare e difendere– hanno appreso della notizia grazie alla stampa locale, notiziata a sua volta non per mezzo comunicati ma attraverso note volanti scappate da qualche gruppo whatsapp ristretto. Tutto questo, nonostante che il Direttivo del Circolo PD di Frattamaggiore -democraticamente eletto- nella stessa giornata di martedì, prendendo atto delle mie dimissioni ed osservando i regolamenti, indicava il consigliere anziano come reggente del Circolo fino a Congresso.
Si tratta di una deroga ai regolamenti –dicono i funzionari Napoli– sempre per tutelare e difendere gli iscritti del Partito Democratico.
E allora la decisione che ho maturato è un’altra: Mi allontano dal Partito Democratico.
Non da quella straordinaria esperienza collettiva che, nel 2007, ci ha fatto credere nella possibilità di unire riformismo, solidarietà e partecipazione. Mi allontano da quel terreno arido di conquista dove grigi dirigenti credono di poter determinare vita e decisioni di una comunità, compresa quella di Frattamaggiore.
Ho creduto in quel Partito Democratico che faceva da incontro -e mai da sintesi- tra due grandi straordinarie esperienze politiche. Ed ho sempre inteso così il partito. Come quel luogo di incontro dove le tante e diverse esperienze si incontrano valorizzandosi a vicenda. Quello spazio oggi, purtroppo, si è inquinato. Specie nelle realtà territoriali. E le occasioni di incontro hanno lasciato spazio alla contrapposizione sempre animata dal desiderio recondito di affermarsi sull’altro, di vincere sull’altro. Di controllare territori a suon di tessere e condurli lasciandone inascoltati i bisogni.
Io ho accolto con sincero piacere l’invito al rispetto delle regole rivolto della Onorevole Fiola Carmela dagli scranni della Direzione Regionale – strutture alle quali i figli di nessuno, come me, non possono immaginare nemmeno di partecipare – invito che, personalmente, ho inteso come sincera ammissione di responsabilità per aver contribuito ad indebolire la comunità democratica, perpetrando azioni talvolta distanti da regolamenti e carta dei valori. Che oggi scopriamo nella veste rinnovata di ”deroghe a regolamenti”.
E mi riferisco al sostegno del 2020 al candidato Sindaco competitor a quello del Partito Democratico; al sostegno del 2020 – dichiarato anche in sede pubblica – ad un candidato consigliere, anch’egli candidato contro il Partito Democratico e a quella volta in cui chiese al Sindaco di Frattamaggiore di intervenire presso di me affinché ritirassi il ricorso contro il vice presidente metropolitano (suo delfino) che rischiava l’espulsione dal partito per essersi reso responsabile -nella qualità di consigliere comunale del PD- di non aver votato il documento di bilancio e di aver lanciato discredito sul PD locale.
In un cassetto della federazione provinciale è stipato un documento sottoscritto da me e dal vice presidente provinciale in presenza del Segretario Annunziata e del Presidente Dinacci, con cui il vice presidente si impegnava – da quel momento in avanti – alla rigorosa osservanza delle regole statutarie. Da quel giorno, quel consigliere e vice presidente metropolitano (delfino della On. Fiola) ha continuato a non votare bilanci ma ha ancora la tessera in tasca.
Mi allontano dal Partito Democratico perché sfiduciato, disilluso. Perché oggi, quei funzionari napoletani – abituati a giocare a loro piacimento con le regole e deroghe– credono di essere titolati a determinare anche il futuro di Frattamaggiore e dei frattesi, immaginando persino di poter decidere in via Santa Brigida, a Napoli, chi sarà il Sindaco che guiderà la Città per i prossimi cinque anni. Perché -bisogna essere franchi- il nodo è soltanto questo. Perché lo stimolo a portare sugli scranni della Direzione regionale la questione frattese nasce dal desiderio di arrivare a “controllare” la sezione di Frattamaggiore per avere titolo nel prossimo futuro di affermare la propria candidatura a Sindaco della Città. Come se fosse un gioco. Di ruoli e pedine. Dove i frattesi sono solo comparse, ai seggi. Come se non avessero il sacrosanto diritto alla autodeterminazione e a scegliere il proprio futuro.
Insieme al Sindaco Del Prete e a tutta la sua squadra di Governo abbiamo insistito affinché il dott. Enzo Del Prete si candidasse a rappresentare Frattamaggiore sui tavoli Regionali proprio perché riteniamo sia arrivato il momento di determinare una rottura rispetto a schemi e logiche che in questi anni hanno fatto germogliare il seme della disaffezione e del disincanto. E lavorare per affermare con determinazione la nostra indipendenza rispetto a quelle logiche e a quegli schemi. E se questa candidatura è maturata in ambienti di Sinistra diversi da quelli del Partto Democratico, è solo colpa del Partito Democratico.
Mi allontano, sì, ma con dolore. Conservando la speranza che un giorno il Partito Democratico torni ad essere la plastica declinazione del sogno condiviso del ’07. Torni ad essere la casa di ogni democratico. Anche la mia!
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