lunedì, Novembre 10, 2025
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Napoli, testimone di Geova rifiuta la trasfusione: i medici la salvano e vengono assolti dopo sette anni

Dopo sette anni di processo, il Tribunale di Napoli ha assolto con formula piena due medici dell’Ospedale “Antonio Cardarelli”, finiti a giudizio per aver praticato una trasfusione di sangue a una donna testimone di Geova che si era opposta al trattamento per motivi religiosi. “Il fatto non sussiste” è la conclusione alla quale è giunta la giudice dell’udienza preliminare, Armonia De Rosa, accogliendo la richiesta di assoluzione avanzata anche dal pubblico ministero Ciro Capasso.

L’episodio risale al 2018. La paziente, una cittadina filippina residente da anni in Italia, era stata ricoverata in condizioni gravissime a causa di una patologia ginecologica. Al momento dell’ingresso in ospedale aveva presentato le proprie Dat – le direttive anticipate di trattamento introdotte dalla legge sul biotestamento del 2017 – con le quali dichiarava di rifiutare eventuali trasfusioni di sangue.

Nonostante il personale medico avesse preso atto della sua volontà, il quadro clinico della donna peggiorò rapidamente. I sanitari la informarono più volte che, a loro giudizio, l’unica possibilità di salvarle la vita era procedere con una trasfusione. Anche di fronte al rischio imminente, la paziente confermò verbalmente il proprio rifiuto.

A quel punto, i medici le chiesero di firmare un modulo che ribadisse formalmente il diniego. Tuttavia, la donna – debilitata e incerta sulla piena comprensione del testo in italiano – non firmò. La barriera linguistica e le condizioni critiche in cui versava resero impossibile un consenso consapevole e documentato.

Di fronte al pericolo immediato di morte, i due medici decisero di intervenire e procedettero alla trasfusione. L’intervento le salvò la vita. Uscita dall’ospedale, però, la donna denunciò i sanitari per lesioni personali, ritenendo che avessero violato la sua libertà di scelta e la sua fede.

Il procedimento, durato sette anni e scandito da dodici udienze, si è concluso ora con l’assoluzione dei due imputati. Secondo il Tribunale, la loro decisione fu motivata da una condizione di emergenza e dalla necessità di salvare la paziente, che non era in grado di esprimere un consenso chiaro e informato in quel momento.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni. Gli avvocati della donna attendono di leggerle per decidere se presentare ricorso in appello.

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