Un’anziana di 81 anni è morta all’ospedale Fatebenefratelli di Napoli dopo aver riportato gravi ustioni alle gambe durante il ricovero in Rianimazione. Le ferite, secondo quanto riferito dai familiari, sarebbero state provocate da un riscaldatore medico lasciato acceso troppo a lungo. La Procura ha aperto un’inchiesta per chiarire le cause dell’accaduto e stabilire eventuali responsabilità: la salma è stata sequestrata e nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia.
La donna era ricoverata dal 31 ottobre per problemi polmonari. Il 26 novembre, dopo un improvviso peggioramento, era stata trasferita in Rianimazione.
L’incidente sarebbe avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 novembre.
I figli spiegano di aver scoperto le ustioni sollevando una coperta per accarezzarle le gambe: “Aveva bruciature dal bacino in giù e nessuno ci aveva informato”. Un sanitario avrebbe inizialmente parlato di un problema venoso, ma successivamente, secondo i familiari, sarebbe arrivata l’ammissione dell’errore: il dispositivo usato per il riscaldamento era stato dimenticato in funzione.
La famiglia aveva chiesto chiarimenti, non avendo ricevuto spiegazioni esaurienti, e aveva chiamato il 113: sul posto era intervenuta una pattuglia del commissariato Posillipo. Il giorno successivo la paziente aveva sviluppato febbre alta e, il 4 dicembre, è deceduta.
I figli denunciano non solo l’incidente ma l’intero iter clinico, definendolo “un caso di malasanità”. Ricostruiscono un percorso fatto di ricoveri, dimissioni, trasferimenti e diagnosi poco chiare: dall’ospedale di Posillipo al Policlinico Federico II, fino al rientro al Fatebenefratelli. Sostengono anche di non essere stati informati della possibile presenza di una patologia oncologica segnalata in una relazione clinica.
“Vogliamo sapere se nostra madre è stata curata correttamente e perché è morta”, dichiarano. L’inchiesta dovrà stabilire se il decesso sia dovuto al quadro clinico già complesso o se l’incidente con il riscaldatore abbia contribuito a peggiorarne le condizioni.
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