NAPOLI – Nelle strade del capoluogo partenopeo e di molte aree della Campania è ormai consueto imbattersi in auto con targhe straniere, soprattutto polacche e bulgare.
Secondo i dati del Reve (Registro Nazionale Veicoli Esteri), a Napoli circolano circa 35mila veicoli immatricolati all’estero, su un totale di 53mila in tutta Italia. Una proporzione che rende il fenomeno unico nel panorama nazionale.
La causa principale è legata ai costi assicurativi. A Napoli, l’Rc Auto obbligatoria costa in media 540 euro l’anno, cifra che può lievitare fino a 2mila euro per un motorino, spesso superiore al valore del mezzo stesso. Per aggirare queste spese, molti automobilisti ricorrono a un meccanismo collaudato: il veicolo viene cancellato dal PRA italiano, re-immatricolato in Polonia o Bulgaria e poi noleggiato al vecchio proprietario da un’agenzia estera. In questo modo, il costo dell’assicurazione scende drasticamente: 600–800 euro il primo anno, circa 350 euro negli anni successivi.
Il sistema sfrutta una deroga introdotta nel 2022: la legge vieta ai residenti italiani di guidare veicoli con targa estera di loro proprietà, ma non se si tratta di un noleggio a lungo termine. Una scappatoia che le agenzie di pratiche auto hanno saputo sfruttare con abilità.
Se da un lato i cittadini risparmiano, dall’altro emergono problemi di legalità e sicurezza: Difficoltà a risalire al vero utilizzatore del veicolo, incidenti con auto targate all’estero complicano i risarcimenti, le multe spesso non vengono pagate, in caso di fallimento dell’agenzia estera il proprietario rischia di perdere il mezzo.
Il boom delle targhe estere in Campania evidenzia una contraddizione: da un lato la necessità dei cittadini di difendersi da costi assicurativi insostenibili, dall’altro la fragilità di un sistema che mina la certezza del diritto e la sicurezza stradale. Finché non verrà affrontato il nodo delle tariffe Rc Auto, il ricorso alle immatricolazioni estere resterà una scorciatoia diffusa e difficile da arginare.
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