“Dal cielo scende e dalla strada sale il soave sgomento di Natale”. Si apre con queste parole l’adattamento Rai del 1962 di ‘Natale in casa Cupiello’. Un verso che racchiude in se’ tutta la magia che si vive a Napoli in questo periodo dell’anno. Per molti versi Napoli e’ il Natale. E’ uno scrigno di tradizioni, di credenze popolari, di fede e di riti pagani, che ogni anno si rigenerano e tornano a vivere tra i vicoli della citta’.
Tante di queste tradizioni sono note a tutti, dal presepe con i pastori di San Gregorio Armeno alle tante ricette tipiche che si tramandano da secoli e che riempiono di profumi e di sapori le case e le strade, passando per la tombola, nato come alternativa domestica al banco lotto. Tra queste usanze ce ne sono alcune meno note, che hanno attraversato il tempo e sono finite un po’ nel dimenticatoio. E’ il caso della cosiddetta leggenda del lupino. Una storia antichissima, un misto di religione, storia e folklore, che sarebbe legata alla fuga della Sacra Famiglia in Egitto.
Quando Giuseppe, Maria e il bambino Gesu’ scapparono per sfuggire all’ira del re Erode. Durante il viaggio attraverso il deserto, mentre portava Gesu’ in braccio, Maria in preda alla paura cerco’ riparo tra gli alberi per sfuggire ai soldati. La leggenda narra che si rivolse a una pianta di lupino, che con le sue alte fronde avrebbe potuto garantire riparo.
Tuttavia, l’arbusto si rifiuto’ di offrire aiuto e fu cosi’ maledetto da Dio, condannato a produrre per sempre frutti dal sapore amaro. Piu’ avanti, Maria incontro’ invece un maestoso pino che, al contrario, offri’ il suo rifugio alla Sacra Famiglia. In segno di gratitudine, Gesu’ tocco’ le pigne con la mano, dando loro il profumo di incenso e un piccolo ciuffo di cinque filamenti, che ancora oggi viene chiamato la ‘manina di Cristo’. Di qui l’usanza napoletana di bruciare una pigna sul fuoco per diffondere il profumo in tutta la casa e di assaporare poi i pinoli una volta cotti.
La leggenda del lupino continua a essere un simbolo della cultura partenopea, tanto da lasciare il segno anche nei detti popolari. Il proverbio ‘Ji’ truvanno a Cristo dint’ ‘e lupine’ (Andare a cercare Cristo nei lupini) viene infatti utilizzato per descrivere imprese impossibili.
‘La leggenda del lupino’ e’ diventato anche il titolo di un brano scritto nel 1974 dal regista, compositore e musicologo Roberto De Simone. Secondo la tradizione, quindi, alla vigilia di Natale, si accende il fuoco e si lascia ardere la pigna fino al giorno dell’Epifania, come simbolo di luce e di calore che scalda l’animo durante l’inverno. Ma poiche’ a Napoli tutto e’ rito e leggenda, anche il lupino, o meglio il frutto della pianta ‘maledetta’, finisce sulle tavole a Natale. Grazie a una lunga preparazione, con ammollo e salamoia, si elimina il sapore amaro, rendendolo commestibile e facendolo diventare, nella credenza popolare, simbolo di purificazione e rinascita.
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