Portici (Napoli) – Ancora un grave episodio di violenza tra giovanissimi scuote il territorio campano. Un ragazzo di 16 anni è stato brutalmente aggredito sabato sera al Porto del Granatello di Portici. La notizia è stata diffusa tramite un post su Facebook dal deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli.
Secondo quanto ricostruito, la vittima si trovava in compagnia di alcuni amici, in quella che doveva essere una tranquilla serata d’inizio estate. Un semplice cenno di saluto rivolto a una ragazza sarebbe bastato a scatenare l’ira dell’ex fidanzato della giovane, un coetaneo del ragazzo, che lo ha inseguito insieme a un gruppo di amici, colpendolo violentemente al volto.
Durante l’aggressione – si legge nel post pubblicato da Borrelli – gli altri membri del “branco” avrebbero bloccato gli amici della vittima, impedendo loro di intervenire. Il 16enne ha riportato una grave lesione sotto l’arcata oculare, per la quale sono stati necessari dieci punti di sutura, oltre a fratture maxillo-facciali che richiederanno un intervento chirurgico. Attualmente è ricoverato presso l’ospedale Maresca di Torre del Greco, ma si valuta il trasferimento al Cardarelli o all’Ospedale del Mare per l’operazione.
“Un ragazzo esce con gli amici e rischia di non tornare più a casa, oppure ci torna massacrato. Ma in che razza di mondo viviamo?”, si chiede la zia del giovane, Ciro, in un accorato sfogo rivolto al deputato Borrelli. “Non possiamo più assistere impotenti a questa deriva violenta.”
Dura la condanna dell’accaduto da parte dello stesso Borrelli e del consigliere comunale di Europa Verde di Portici, Aldo Agnello: “Non c’è più tempo. Ogni giorno che passa senza misure efficaci contro la violenza giovanile è un giorno in più in cui rischiamo di piangere un’altra vittima. Il Governo continua a parlare di inasprimento delle pene, ma solo a parole. Intanto le forze dell’ordine restano in numero insufficiente, e mancano interventi rieducativi concreti per ragazzi ormai immersi in una pericolosa cultura della violenza e della sopraffazione.”
L’episodio riapre il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di aggregazione giovanile e sull’urgenza di politiche educative che vadano oltre il solo approccio repressivo, mirando alla prevenzione e alla costruzione di modelli alternativi alla violenza.
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