È ricoverata in Terapia Intensiva all’Ospedale del Mare, ma non in pericolo di vita, la 64enne rimasta gravemente ferita nell’esplosione che ieri pomeriggio ha colpito un edificio in via Peppino De Filippo, una traversa di via Foria, nel centro di Napoli. La donna, R.N., insegnante di matematica in una scuola primaria, si trovava nella sua abitazione al primo piano dello stabile quando un boato improvviso ha scosso l’intera zona.
L’esplosione, secondo le prime ipotesi, sarebbe stata causata da una fuga di gas e ha provocato il crollo di parte della palazzina, coinvolgendo direttamente il deposito del ristorante “Da Corrado”, al piano terra. La 64enne è stata estratta viva dalle macerie grazie all’intervento tempestivo dei soccorritori. Trasportata d’urgenza prima all’Ospedale dei Pellegrini e poi trasferita all’Ospedale del Mare, è stata sottoposta a una procedura di embolizzazione per bloccare una grave emorragia. Le sue condizioni sono attualmente stabili e i medici prevedono il trasferimento in reparto nelle prossime ore.
Insieme a lei si trovava anche il marito, suo coetaneo, che ha riportato contusioni lievi e non ha avuto bisogno di ricovero. Nell’esplosione sono rimaste ferite altre due persone in modo lieve, medicate sul posto.
Il bilancio della tragedia include purtroppo anche una vittima: Giovanni Scala, 53 anni, che si trovava all’interno del locale al momento dello scoppio. Scala, fratello della chef del ristorante, è deceduto sul colpo. Numerosi i messaggi di cordoglio da parte della comunità, che lo ricorda come una persona mite, lavoratrice e molto legata alla famiglia.
I Vigili del Fuoco hanno lavorato per tutta la notte per mettere in sicurezza l’area e consentire le operazioni di indagine. Le autorità stanno ora verificando l’esatta dinamica dell’esplosione e l’origine della fuga di gas. Il palazzo e alcune strutture vicine sono stati evacuati a titolo precauzionale.
La città si interroga ancora una volta sulle condizioni di sicurezza degli edifici del centro storico, in molti casi segnati da impianti obsoleti e strutture fragili. Intanto, resta la preoccupazione per le condizioni della 64enne, simbolo involontario di una tragedia che poteva avere conseguenze ancora più drammatiche.
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