NAPOLI – “Voglio dare un messaggio a tutti i miei coetanei: non vado fiero di quello che ho fatto e non avevo il coraggio di chiedere scusa ai genitori, questo era il mio messaggio e chiedo ancora scusa“.
Ha preso la parola per rilasciare dichiarazioni spontanee oggi, nell’aula 318 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, il baby boss Francesco Pio Valda, condannato in primo grado all’ergastolo per avere ucciso con uno dei colpi di pistola esplosi durante una rissa sul lungomare di Napoli l’innocente pizzaiolo 18enne Francesco Pio Maimone.
Valda, qualche settimana fa, ha fatto recapitare una memoria scritta di suo pugno alla Corte di Assise di Appello di Napoli dove sta celebrando il processo di secondo grado che lo vede imputato insieme con un gruppo di amici e familiari, per quel tragico omicidio, frutto di una reazione scaturita solo per pestone che gli sporcò le scarpe griffate che aveva al piede.
I suoi pensieri, alcune paginette scritte di suo pugno, con la quale chiedeva scusa per la tragedia causata alla famiglia Maimone, sono state lette durante la scorsa udienza.
Un cambio di rotta radicale quello di Valda, che fino a qualche mese fa non mostrava apparenti segni di pentimento. Così come familiari e amici che per mesi, durante il processo, hanno minacciato i testimoni e lanciato messaggi intimidatori e di sfida attraverso i social.
Il dubbio a questo punto sorge spontaneo, ci troviamo davanti ad un effettivo pentimento oppure si tratta di una manovra difensiva per tentare una diminuzione della pena (attualmente ergastolo) nel secondo grado di giudizio?
Papà di Francesco Pio Maimone: “Scuse non sono sincere”
“Per me le sue non sono scuse sincere”: così Antonio Maimone papà di Francesco Pio Maimone, il pizzaiolo 18enne ucciso sul lungomare di Napoli il 20 marzo 2023 al culmine di una lite a cui era del tutto estraneo, scoppiata per un paio di scarpe sporcate, ha replicato a Francesco Pio Valda, il giovane accusato di avere sparato, che oggi, nell’aula 318 del Nuovo Palazzo di Giustizia partenopeo ha rilasciato delle dichiarazioni con le quali ha voluto chiedere perdono alla famiglia Maimone.
Quando Valda ha preso la parola, Maimone è uscito dall’aula. Successivamente il legale del principale imputato di questo processo d’appello per omicidio volontario aggravato, l’avvocato Antonio Iavarone, ha tenuto la sua arringa ricordando che il ragazzo si era scusato per le sue azioni.
“Dopo 32 mesi sono ancora arrabbiato – ha detto Antonio Maimone, parlando con i giornalisti dopo la conclusione dell’udienza – perché Valda non ha dato a mio figlio la possibilità di poter vivere la sua vita e di realizzare il sogno di aprire una pizzeria tutta sua. Oggi ci chiede scusa, quando è in corso il processo di appello. Finora ci ha minacciati, ha pubblicato sui social messaggi negativi come ‘sei forte come un leone’. Poi, quando arriva la fine del processo e capisce a cosa sta andando incontro, si pente per quello che ha fatto.
Mi chiede scusa? Non deve chiedere scusa a me ma alla città di Napoli. Io chiedo una pena esemplare che serva a far capire ai giovani cos’è sbagliato e che esiste una magistratura. Per me le sue non sono scuse sincere: quel giorno si è presentato con una pistola sul lungomare di Mergellina, a 19 anni già capoclan comandava a Barra con la sua banda“.
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