Sono otto i candidati ‘impresentabili’ alle prossime elezioni regionali del 23 e 24 novembre prossimo in Campania e Puglia. Nessuno per le votazioni in Veneto.
È quanto emerge dalle verifiche svolte dalla Commissione parlamentare antimafia guidata da Chiara Colosimo, in merito alle violazioni del codice di autoregolamentazione dei partiti.
Per la Campania, si tratta di tre candidati nelle liste che sostengono il centrodestra con la corsa di Edmondo Cirielli a governatore e uno per la candidatura di Roberto Fico, sostenuto dal campo largo. In Puglia, invece, tre sono nella lista di Forza Italia, che supporta Luigi Lobuono per la presidenza della Regione, mentre un altro è nella lista ‘Alleanza Civica Per La Puglia’.
Altri otto candidati ‘impresentabili’ sono stati individuati per le amministrative nei Comuni sciolti per mafia: Caivano, Monteforte Irpino, Acquaro e Capistrano.
Secondo il codice – che non è un obbligo di legge e stabilisce criteri specifici legati alla situazione giuridica dei candidati – in Campania nella black list è finito Davide Cesarini, candidato al consiglio regionale per ‘Democrazia cristiana con rotondi centro per la libertà’, Luigi Pergamo, nella lista ‘Pensionati consumatori Cirielli presidente’, Pierpaolo Capri, in corsa con ‘Unione di Centro’, e Maria Grazia Di Scala, nella lista ‘Casa riformista per la Campania’.
In Puglia gli impresentabili sono Antonio Ruggiero, candidato con Forza Italia, così come Paride Mazzotta e Pasquale Luperti. Infine Marcello Cocco nella lista ‘Alleanza civica per la Puglia’. E non tardano ad arrivare le proteste dei politici colpiti. Dalla Commissione, attacca Mazzotta, “mi aspetto delle scuse visto che quello che è accaduto è a dir poco sconcertante: sono stato oggetto di tale dichiarazione per errore di persona. Già, perché mi vengono attribuite ipotesi di reato mai contestate”.
Fonti dell’organismo parlamentare, però, replicano: “dai documenti e dalle informazioni trasmesse dalla Procura di Lecce non si delinea nessuno scambio di persona sul candidato che risulta rinviato a giudizio per entrambi i reati citati”.
Un altro, Luperti, si dice “sicuro che la Commissione sia scivolata su un errore, ma non se ne possono commettere di tanto clamorosi su questioni così delicate e in una fase così sensibile”. Di Scala informa di essere finita nella lista per “fatti risalenti a oltre dieci anni fa, oggetto, per atto dovuto da parte del pm, di un’ampia istruttoria dibattimentale, nel corso della quale è emersa la mia totale estraneità”.
Un altro tra gli impresentabili è stato individuato riguardo alle candidature alle amministrative – che si svolgono negli stessi giorni delle regionali – in quattro Comuni sciolti per mafia: è Giuseppe Gebiola di ‘Rinascita e progresso Caivano 2.0’ che corre nelle liste a Caivano. Altri sette sono candidati che facevano già parte delle stesse amministrazioni comunali rimosse per le infiltrazioni della criminalità organizzata: si tratta di Marco Pio Martino e Vito Pirruccio, rispettivamente candidati alla carica di sindaco e a quella di consigliere a Capistrano, nel Vibonese.
A Monteforte Irpino, nell’Avellinese, ci sono Giulia Valentino e Martino Santulli, rispettivamente candidati a sindaco e a consigliere. Per il Comune di Caivano, nel Napoletano, ci sono tre aspiranti consiglieri comunali: Pierina Ariemma, Antonio De Lucia e Pasquale Mennillo.
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