Il caso della tragica morte di Giovanni Marchionni, il 21enne di Bacoli deceduto l’8 agosto scorso a bordo di uno yacht ormeggiato a Portisco, continua a sollevare interrogativi. La recente ispezione tecnica sull’imbarcazione, durata ben 12 ore e condotta il 5 settembre dai periti delle parti, ha portato a nuove rivelazioni.
Se inizialmente si era ipotizzata una fuga di monossido di carbonio — poi smentita dai nuovi rilievi — ora l’attenzione si concentra su un altro agente tossico: l’acido solfidrico. Questo gas, altamente pericoloso, potrebbe aver contaminato l’aria all’interno dello scafo dove Giovanni dormiva, provocandone il decesso. Per verificare questa ipotesi, è stata disposta una nuova super-perizia tecnica.
Tuttavia, serviranno ancora settimane per ottenere un quadro più chiaro di quanto accaduto quella notte e per stabilire con certezza le cause della morte del giovane. La famiglia e il legale di Giovanni ribadiscono un punto fermo: il ragazzo si trovava a bordo per motivi di lavoro. Eppure, non risulta alcun contratto registrato presso l’INAIL, che ha avviato un’indagine interna per fare luce sulla vicenda.
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