sabato, Aprile 20, 2024
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Afragola. Tempi di elezioni. Distinti e distanti da chi rappresenta la camorra in politica

Mimmo Tuccillo, il sindaco di Afragola, l’ha tenuta fuori per quattro anni dal Municipio. Li ha messi alla porta, non ha permesso punti di contatto tra l’amministrazione e la “zona nera”.

di Antonio Auricchio* – A volte ritornano. O, per meglio dire, da Afragola quella sparuta minoranza non se n’è mai andata. Nonostante le inchieste e gli arresti. Nonostante i processi in corso ed anche le dichiarazioni di qualche pentito eccellente di camorra in grado di svelare ancora ulteriori dettagli, la criminalità svolge ancora un ruolo forte sul territorio. Anche nei tentativi di infiltrare la politica. Mimmo Tuccillo, il sindaco di Afragola, l’ha tenuta fuori per quattro anni dal Municipio. Li ha messi alla porta, non ha permesso punti di contatto tra l’amministrazione e la “zona nera”. Quella parte che si ciba di illegalità, di corruzione. Dedita alla cementificazione del territorio, al riciclaggio, all’usura, alle estorsioni. Che in campagna elettorale, da quanto anche alle ultime elezioni gli investigatori hanno potuto verificare davanti ai seggi elettorali, era in campo schierata, in prima fila, con delle indicazioni ben precise. La città si è espressa e Tuccillo, come detto da anni e come più volte dimostrato coi fatti, li ha cacciati. Depotenziati. Isolati. Annichiliti. Distinti e distanti dalla zavorra non solo di Afragola ma dell’intero territorio. Il sindaco uscente porta con sé un merito storico, indiscutibile. E solo per questo va ringraziato. Indipendentemente da come finirà la partita politica e amministrativa. Il merito storico di Tuccillo resta la “bonifica” del Municipio e del contesto politico locale. E in una città ad alto tasso criminale, il merito al capo dell’esecutivo va riconosciuto: aver raggiunto un obiettivo così importante nelle condizioni ereditate dalla precedente esperienza, dove addirittura il sindaco uscente, Vincenzo Nespoli, concluse l’ultimo anno e l’intera campagna elettorale agli arresti, non è cosa da poco. Tutt’altro. Adesso, però, si torna in campagna elettorale. E’ il momento di massima partecipazione che culminerà l’anno prossimo, appena prima dell’estate con l’elezione per il rinnovo degli organi elettivi. E quando si parla di elezioni in una città così grande come Afragola; quando si parla di elezioni in una città attorno alla quale ruotano enormi interessi di ogni tipo, ovviamente la camorra, come spesso è accaduto, non resta a guardare. E parliamo soprattutto di chi intende rappresentarli nelle istituzioni. Di chi, in cambio di quei voti, sporchi e deviati, intende scalare la vetta, assaltare la diligenza per svaligiarla. E non solo con gli appalti, le speculazioni. Addirittura alcune volte basta pure solo una strada asfaltata dove risiedono capielettori affiliati. In quelle sezioni determinati candidati fanno sempre il botto. Un motivo ci sarà. A dimostrazione che tutto fa brodo. L’importante è dimostrare il potere, in ogni settore: dalla piccola alla grande cosa. Un dominio da esercitare al Municipio e da dimostrare in piazza, nelle strade, sia sulle cose che l’amministrazione decide di realizzare ma anche nelle frequentazioni. Quel binomio dev’essere a tutti evidente perché deve intimidire, in quella passeggiata c’è la sintesi di un messaggio violento e potente a cui non bastano parole per diffonderlo. E’ tutto lì, in quei volti, nei loro cognomi, nelle loro storie giudiziarie e criminali. La gente osserva, recepisce in silenzio e sa chi comanda sul territorio. Quel doppio filo che lega in apparenza “Stato e Antistato”. Solo in apparenza. Perché quell’immagine, al contrario, conferma che la politica vive delle collusioni e delle complicità. Inutile girarci attorno. Ma quello non sarà mai lo Stato. E’ il peggiore volto che la delinquenza possa esprimere. Perché non ne fa parte chi ha scelto di fare il delinquente. Ma è rappresentato anche da chi indossa la giacca e la cravatta, da chi ricicla, da chi addirittura spesso si candida per rappresentare le istituzioni ed inquinarle, infiltrarle. Assecondarle. Condizionarle ai voleri dei clan. Condizionare addirittura la legalità e lo Stato agli interessi deviati e perversi. Un rischio sempre presente ad Afragola, più che altrove, soprattutto quando si vota. E gli scioglimenti per camorra degli anni passati lo dimostrano almeno nella descrizione del quadro indiziario, nella descrizione delle frequentazioni pericolose, degli interessi, degli affari. Questo resta il nemico da abbattere. Comunque andrà il ragionamento politico, ovunque porterà la dinamica politica, un punto dev’essere sancito. Almeno per la stragrande maggioranza dei cittadini e dei politici che resta onesta e perbene: distinti e distanti dalla criminalità e da chi rappresenta quegli interessi, quelle famiglie, quelle lobby. Anche perché hanno fiutato come cani da tartufo il profumo del voto e tenteranno laddove cinque anni fa hanno fallito. Perché, come detto, l’elezione di Tuccillo a sindaco ha rappresentato una svolta storica sotto questo punto di vista. Ecco perché bisogna fare attenzione. E riprendere quei concetti che proprio da queste colonne sono stati espressi ad inizio mandato e ribaditi per tutta la consiliatura. Acclarato che il sindaco in carica ha garantito il ripristino della legalità ed ha preso a calci nel sedere, con atti e provvedimenti coraggiosi ed incisivi, chi esprimeva interessi lontani da quelli collettivi, la politica deve interrogarsi su cosa è andato, su cosa non è andato e su come migliorare. Ma quando si parla del bilancio dell’esperienza Tuccillo, si parla di politica e di amministrazione. Anche il più critico, anche il militante più accanito dell’opposizione, che si affanna a parlare di fallimento, sa bene, ove mai avesse ragione, che si tratta di un fallimento politico. Squisitamente politico. Cosa diversa da chi, al contrario, vuole candidarsi per rappresentare gli interessi dei clan con le stesse logiche, gli stessi valori, gli stessi obiettivi. Frequentando gli stessi ambienti, condividendo business e metodi. E li riconosci a vista d’occhio. Non parlano dei problemi della gente. Non si confrontano. Hanno due missioni, precise: infangare la gente perbene. Possibilmente attraverso l’anonimato. Perché della loro faccia, e peggio ancora della loro storia, si vergognano. Perché è fatta di galera e imbrogli, di assegni e di usura, di corruzione e fallimenti, di truffe e di continui riciclaggi. E allora decidono di mettersi nell’ombra, al buio, senza mai guardare in faccia gli interlocutori. Sparano. Non colpi di pistola. Ma pallottole di fango. La loro ascesa passa per la “cacciata” della gente onesta. Il loro “repulisti” resta quello: togliere dal campo gli onesti, togliere dal campo chi non solo è come loro ma ha addirittura dimostrato il coraggio di reagire e di opporsi. Devono sgomberare il campo da chi è visto come un ostacolo ai loro sporchi e loschi disegni egemoni. Perché sanno bene che se si annulla la “voce”, se si annienta la resistenza, con l’arma del ricatto, dell’intimidazione, facendo leva sull’omertà della gente espressione di paura, cala il silenzio. Ed è in quel silenzio che loro, i collusi, i colletti bianchi, i “fratelli” dei camorristi, familiari non di sangue ma di fatto, potranno realizzare i loro disegni. E per raggiungere il contesto ideale hanno iniziato ad offendere, ad infangare addirittura cercando di mettere in pericolo rapporti familiari. Puntano direttamente alle famiglie nella classica logica mafiosa. Con i cappucci che nascondono volti noti, a tutti. Ai buoni ed ai cattivi. Una macchina del fango che punta a lanciare un messaggio diretto e chiaro agli affetti più chiari. Uno squallore. Un metodo chiaramente mafioso che caratterizza mafiosi di nome e di fatto. Nei confronti dei quali, anche alle prossime elezioni se ce ne sarà bisogno, Afragola sarà chiamata a prendere le distanze in maniera netta. In attesa che arrivi ancora, puntuale, la giustizia, la magistratura e le forze dell’ordine a pulire un contesto da quella minoranza collusa e legata alla criminalità. Colpevole del degrado di un territorio che ha imparato la lezione. Un territorio che non piegherà più la testa. Un territorio che non si lascerà intimidire, che non si lascerà trasportare nella paura e nell’omertà. Un territorio che continuerà a dimostrare gli anticorpi giusti. Perché questi cappucci avranno di fronte un esercito, a viso aperto, formato da gente con le loro facce, le loro storie, i loro valori ad impedire che Afragola torni quella colonia del malaffare com’è stato per anni. L’azione di Tuccillo non sarà sprecata. Comunque andrà: distinti e distanti dalla criminalità!

(direttore Mosaico – editoriale 25 marzo 2017)

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