giovedì, Marzo 28, 2024
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“Voglio un nuovo inizio”, le parole del 14enne sopravvissuto al suicidio

La mattina del 22 Giugno un ragazzo a Napoli ha tentato il suicidio gettandosi da una finestra e affrontando una caduta di circa venti metri, dopo aver avuto la notizia di essere stato rimandato in tre materie a scuola. Poco dopo l’atto è stato trovato da sua zia, che ha proceduto a chiamare i soccorsi dopo una richiesta d’aiuto dello studente stesso.

Il giovane è stato ricoverato al Cardarelli di Napoli con un protocollo di emergenza: il bollettino medico emesso nella giornata di ieri ne descrive le gravissime condizioni, fra cui fratture al bacino e soprattutto vertebrali. “Al momento del suo accesso in pronto soccorso, al paziente sono state riscontrate fratture vertebrali multiple con ematoma vertebrale e segni di sanguinamento attivo trattato con embolizzazione, fratture costali e sternali con emotorace, pneumotorace e pneumomediastino.“, sono le ferite riportate nella cartella clinica. Ciononostante, la situazione del ragazzo è stata definita “stabile nella sua gravità” dai sanitari e i medici si sono mobilitati effettuando una risonanza magnetica di controllo per stabilizzare chirurgicamente le fratture vertebrali nei prossimi giorni.

Un quadro clinico complicato ma seguito da alcune delle migliori professionalità mediche in Italia“, dice il commissario Anna Iervolino, che inoltre ringrazia “tutti i medici del Cardarelli che con abnegazione, sacrificio e senza clamori, lavorano per garantire salute ai pazienti“. Dà i suoi ringraziamenti anche il papà dello studente: “Vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine al personale ospedaliero che si sta prendendo cura di nostro figlio con professionalità e grande umanità, e ringraziamo anche la polizia di Stato e il personale del 118 che lo hanno salvato garantendogli un soccorso lampo“, e spiega anche che suo figlio “sta metabolizzando l’accaduto e sta cominciando a parlare della propria sofferenza interiore“.  Il ragazzo attualmente nel reparto di Rianimazione riesce infatti a respirare e, pur a fatica, a parlare.Voglio un nuovo inizio, mormora mentre si ricostruiscono i tasselli di quella tragica mattinata.

Pare che il ragazzo non si sia lanciato dalla finestra della sua abitazione, tra l’altro protetta da cancellate, ma dalla finestra di un pianerottolo compreso fra il terzo e il quarto piano dell’edifico che affaccia su un cortile interno. Alle otto del mattino circa, lo studente ha lasciato lo zaino sulle scale e ha scavalcato il davanzale, lanciandosi nel vuoto. Ha colpito dapprima la pensilina e la tettoia di una cantina, poi è finito all’interno di un buco fra le lamiere del tetto, precipitando per altri tre metri circa prima di atterrare sul terreno. Come già detto l’adolescente è poi stato visto da sua zia, che è riuscita anche a parlarci: durante l’atto non ha mai perso conoscenza. “Aiutami zia, mi sono suicidato“, diceva. Poco dopo, i poliziotti del commissariato Vicaria lo hanno raggiunto, entrando in una palazzina vicina su Via Silvio Spaventa a Napoli,  da cui sono riusciti ad accedere alla cantina, attraversando per molti metri cunicoli e altri passaggi sotterranei.

Dietro il gesto disperato del giovane si nascondeva una profonda sofferenza, come racconta il padre: “Abbiamo sempre cercato di convincere nostro figlio ad avere un qualche sostegno perché viviamo in una situazione famigliare delicata, con una sorella disabile di cui lui sente molto la responsabilità, ma si è sempre rifiutato di parlare con psicologi o dialogarne con noi, non credevamo che potesse avere un malessere così profondo e stratificato, dove si sono sommate tante cose, come le materie scolastiche o vissuti suoi personali che la sua sensibilità ha amplificato“.

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