sabato, Aprile 20, 2024
HomeCronacaSempre più meridionali migrano verso nord, è emergenza

Sempre più meridionali migrano verso nord, è emergenza

Sempre più meridionali migrano verso nord: lo Svimez illustra un futuro difficile per l’economia e la società del Mezzogiorno.

La migrazione interna è la vera emergenza

Il Sud è sempre più  deserto a causa del grande esodo che moltissimi decidono di compiere verso il Centro o il Nord. Lo Svimez (Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno) ha anticipato parte degli incredibili dati del rapporto “L’economia e la società del Mezzogiorno“. Spoiler: non sono per niente positivi, sebbene sia facile intuire i fattori alla base di certi numeri; negli ultimi 15 anni quasi due milioni di abitanti del sud sono emigrati verso il resto d’Italia o direttamente all’estero, per studiare e lavorare. Secondo Luca Bianchi, il direttore dello Svimez, quest’emergenza supera, per dimensioni e gravità, quella dell’immigrazione. Anzi, l’immigrazione stessa, per quanto ritenuta un fenomeno negativo da media e politici, è l’unica cosa che sta tenendo vivo il Sud.

Occorre fare i conti con la realtà

Gli emigrati dal Sud tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre 2 milioni, di cui 132.187 nel solo 2017. Poco più del 50% sono giovani di cui almeno il 30% sono laureati. Il meridione perde popolazione giovane, fertile, qualificata e solo le modeste ondate di immigrati, sfortunatamente meno competenti, riescono a compensare in parte lo spopolamento delle città. La prospettiva demografica è preoccupante, in particolar modo nei piccoli centri sotto i 5mila abitanti.

Se lo Stivale inciampa cadono tutti

Dirigersi a Nord prima o poi non basterà più. Con la sempre più crescente disparità fra Settentrione e Meridione, l’economia di tutto il paese rallenterà progressivamente fino a portare ad andamenti mediocri del Pil per il Centro-Nord, negativi per il Sud. Secondo lo Svimez solo nel 2020 sarà possibile assistere a un lieve aumento del Pil meridionale, condannando il Mezzogiorno a una rinnovata recessione, senza contare il gap occupazionale e l’indebolimento delle cariche politiche, che incideranno ulteriormente sulla qualità dei pochi servizi erogati ai cittadini.

Il terzo mondo non è più l’Africa

Drammatico anche il divario dei servizi, dovuto principalmente alla minore quantità e qualità delle infrastrutture sociali e l’osservanza dei diritti fondamentali di cittadinanza. Sicurezza, istruzione, sanità e sevizi sociali sono già ampiamente differenziati ma continueranno a peggiorare, dato che l’offerta in comparto sanitario a Nord offre 33,7 posti letto ogni 10 mila abitanti mentre al Sud solo 28.2. Anche nel settore  socio-assistenziale il Mezzogiorno è piuttosto carente, specialmente nei confronti degli anziani, con 18 assistiti per ogni 10mila anziani oltre i 65 anni, contro i 42 del centro e l’88 del Nord. Il futuro del Sud si prospetta buio.

Noemi Misurelli
Noemi Misurelli
Preferisco esprimermi con le immagini, ma quando arriva l'argomento giusto, scrivo qui!
RELATED ARTICLES

LASCIA UN COMMENTO

Most Popular

Recent Comments