venerdì, Marzo 29, 2024
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“Portaci il lavoro”, scrivono i figli dei dipendenti Whirlpool a Babbo Natale

Tempo di Natale in casa Whirlpool. Le famiglie si sono infatti riunite nel teatro della fabbrica di Via Argine per celebrare le feste ma sopratutto per cercare e condividere un messaggio di un  Natale moderno: quello della tranquillità lavorativa. In quel di Via Argine infatti, tra il presepe visibile dall’oblò di una lavatrice e l’assenza dell’azienda, tanti sono i desideri e i sogni messi sotto l’albero. Anzi, sopra l’albero; infatti al posto delle consuete palline, a decorare i rami ci pensano dei fogli di carta. Su di essi sono scritti, nero su bianco, i desideri di chi, malgrado i momenti di festa come questi, è divorato dalle preoccupazioni per il proprio futuro e quello della sua famiglia. Eppure i genitori non si abbattono: “continuiamo a sorridere per i nostri figli“.

Sui bigliettini appesi all’albero si legge: “Caro Babbo Natale, entra nel cuore di chi vuole distruggere la nostra dignità”, e poi ancora: “La parte peggiore del lavoro è quello che capita alla gente quando smette di lavorare”. Un altro pezzo di carta recita: “Dopo 51 anni in Whirlpool chiedo solo serenità, lavoro e pace per i miei fratelli”.

Non mancano nemmeno i desideri dei bambini, come quello del piccolo Luca: “Caro Babbo Natale, dona alla mia famiglia ma soprattutto al mio papà la serenità che merita“.

E’ prevista una mobilitazione per il 20 gennaio.

Whirlpool: il punto della situazione

Negli ultimi mesi la multinazionale americana, inserita nella Fortune 500, è stata al centro dell’attenzione mediatica a seguito di numerose manifestazioni, dibattiti e scaricabarile politici.

Il tutto è iniziato circa 5 mesi fa, quando la Whirlpool ha preso la drastica decisione di cedere il suo stabilimento di Napoli (violando l’accordo stipulato nel 2018 dove si impegnava ad investire) a causa di un calo della produzione, esponendo circa 400 famiglie al licenziamento.

Da quel momento gli striscioni e i cori dei dipendenti sono stati visti e sentiti numerose volte nelle manifestazioni in piazza e nei presidi. Numerosi anche  i tentativi di intavolare un dialogo tra la società, il governo e i sindacati (come il Mise svoltosi a luglio) che però più volte si sono conclusi con un nulla di fatto, evidenziando la presa di posizione da parte dell’azienda. Malgrado il boccone amaro il governo ha continuato ad esprimere la sua volontà di vincolare la Whirlpool a Napoli nel lungo termine.

Un altro momento saliente di questa vicenda si è avuta verso la fine di questo ottobre; Whirlpool infatti, dopo un colloquio con il ministro Patuanelli, ha deciso di ritirare la cessione dello stabilimento di Napoli aprendo così la strada al dialogo.

Questa è tuttavia da considerarsi una soluzione temporanea e la situazione rimane infatti in bilico; secondo Whirlpool la situazione non e sostenibile a lungo e attualmente può offrire la salvaguardia dello stabilimento e dei dipendenti solo fino a marzo. Sindacati e governo continuano a lavorare al fine di trovare una soluzione definitiva.

La deindustrializzazione del Sud

Quella di Whirlpool resta dunque una questione ancora aperta ed è un ulteriore sintomo del processo di deindustrializzazione del Sud. La multinazionale, oltre che una delle ultime operanti sul territorio, rischia di essere solo l’ennesimo tassello di questo processo che di recente ha colpito lo stabilimento dell‘Ilva.

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