venerdì, Marzo 29, 2024
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Marco Lodoli firma “Il preside”: Il destino solitario di un uomo di scuola

Marco Lodoli, pubblica un nuovo romanzo, “Il preside” edito da Einaudi, sul disorientamento della classe docente.

Il nuovo romanzo del giornalista e scrittore Marco Lodoli, “Il preside”, edito da Einaudi, ha una sua bella valenza metaforica in questi tempi difficili che la scuola, che dovrebbe essere culla del futuro del Paese, si trova a vivere tra didattica a distanza e obbligo di distanziamento in caso di presenza. Un fatto che inevitabilmente rimanda a tutto ciò che gli anni scolastici hanno e devono rappresentare per tutti noi, formazione sì ma anche preparazione alla vita e alle relazioni interpersonali che oggi più che mai, sentiamo difficili e complicate da gestire.

Protagonista, un preside di 65 anni giunto alla vigilia della pensione che, barricandosi da solo nella sua scuola, l’ultimo giorno dell’anno, finisce per incarnare nell’astrattezza del gesto, l’estrema denuncia contro ogni snaturamento e la difesa della sua tradizione.

Chiuso dentro con tanto di facile, si ritrova inconsapevolmente ad avere due ostaggi, lo studente in tuta della Roma Giorgio Giovanardi sedotto dalla professoressa di diritto Micheli. Fuori dell’edifico in Via Olina, periferia romana di Torre Maura, invece, tanti curiosi, gente tenuta a bada dalla polizia, auto e corpi scelti che pongono l’assedio pronti a intervenire, mentre il commissario cerca di instaurare un dialogo per trattare e convincere il preside a desistere e uscire.

Mentre il tempo passa, il preside, io narrante, è preso dai ricordi della propria vita e della propria carriera, passata lottando contro chi non capiva la sua spinta idealistica avversa alle rigidità che creano sofferenza.

Per lui:

”La scuola deve essere un tempio sfasciato ma sacro dove avvicinarsi al mistero della vita, giorno dopo giorno, prima che la maturità sgretoli definitivamente le sue colonne e cancelli ogni verità”.

Per il preside, si va delineando anche una vita di frustrazioni consumata e giunta a un momento conclusivo e cruciale, a un bilancio di antiche velleità letterarie e di amori anelati ma delusi e perduti, a cominciare da quello con Carola, che dopo vent’anni l’ha abbandonato sentendosi sfiorire come una tigre in gabbia. I ricordi, la realtà, la paura per il futuro, si intrecciano in questo monologo scritto con intensità, come fosse tutto d’un fiato, preciso, leggero ma sempre sospeso tra presente e passato.

Per Lodoli ”Il preside” conclude un ciclo di dodici romanzi (a partire da ”I fannulloni” del 1989) che potrebbero avere come titolo generale ”I poveri”: un’umanità varia alla ricerca forse solo di un po’ di amore.

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