giovedì, Aprile 25, 2024
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Sanremo, terza serata: non è più tempo di mascolinità tossica

La terza serata del Festival è dedicata alle canzoni d’autore, con i 26 cantanti in gara che si esibiscono con le cover. La serata è anche dedicata a Lucio Dalla, nel giorno dell’anniversario della sua nascita.

Il terzo appuntamento con il Festival di Sanremo si apre con un toccante omaggio dei Negramaro a Lucio Dalla: la serata cade, infatti, il 4 marzo, giorno del compleanno del cantautore bolognese. La serata è dedicata alle cover, dove l’orchestra deciderà una classifica da sommare a quella demoscopica degli scorsi giorni. Ospiti, oltre i Negramaro, Antonella Ferrari, Valeria Fabrizi e Sinisa Mihajlovič. Protagoniste del quadro di Achille Lauro Monica Guerritore ed Emma. Vittoria Ceretti, supermodel internazionale, affianca Amadeus nella conduzione.

Le cover proposte

I 26 cantanti in gara si sono esibiti con cover di alcune tra le più belle canzoni del panorama musicale italiano, spaziando dai grandi classici di Tenco (Gaia ha cantato “Mi sono innamorato di te” in un delizioso duetto con Lous and the Yakuza ) ed Endrigo (Orietta Berti con Le Deva ha portato sul palco “Io che amo solo te”) a capolavori più recenti, come “Giudizi Universali” di Samuele Bersani, cantata in coppia con Willy Peyote. Penalizzato, in parte, Irama, in quanto anche stavolta è stata offerta l’esibizione di una prova generale, sebbene la sua versione di “Cyrano”, con un intervento inedito del maestro Guccini, non sfigura a confronto con gli altri cantanti. Intervento inedito anche di Franco Battiato, che interviene nell’esibizione di Colapesce e Dimartino con “Povera Patria”. Problemi tecnici iniziali hanno penalizzato le esibizioni di Noemi (con Neffa in “Prima di andare via”), Francesco Renga e Casadilego in “Una ragione di più”. Problemi anche con il microfono di Valerio Lundini che si esibisce, insieme a Roy Paci, nella cover di Fulminacci di “Penso positivo”, ma soprattutto per Fasma che, insieme a Nesli, propone “La fine”. Lo spettacolo sembra poi riprendere senza problemi e le esibizioni si susseguono a ritmo sostenuto. Due le cover di Lucio Battisti: Bugo che, insieme ai Pinguini Tattici Nucleari, canta “Un’avventura” e i Coma_Cose con “Il mio canto libero” insieme ad Alberto Radius e Mamakass. Momento sagra con gli Extraliscio ft Davide Toffolo che propongono un medley di polka dedicato a Gabriella Ferri insieme a Peter Pichler. Grande energia grazie ai soliti Måneskin che, insieme al loro vecchio mentore Manuel Agnelli, propongono la loro versione di “Amandoti” dei CCCP. L’esibizione dei Måneskin fa forse sfigurare un po’ i The Kolors che si esibiscono subito dopo insieme a Random in “Ragazzo fortunato” di Jovanotti. Momenti amarcord per Gio Evan che, insieme ai cantanti di The Voice Senior, porta una cover di “Gli anni” degli 883 e per La rappresentante di lista che, insieme a Rettore, ripropongono “Splendido Splendente”. Lo Stato Sociale lanciano, invece, un messaggio per tutti i lavoratori dello spettacolo costretti all’inattività da ormai da un anno: insieme a rappresentanti di categoria, Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli cantano “Non è per sempre” degli Afterhours. Malika Ayane reinterpreta a suo modo “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli, mentre Annalisa insieme al chitarrista Federico Poggipollini porta “La musica è finita” di Ornella Vanoni. Sfidano la sonnolenza, infine, Max Gazzè e Daniele Silvestri con “Del mondo” del CSI ed Ermal Meta, vincitore della serata, con “Caruso” di Lucio Dalla, accompagnato dalla Napoli Mandolin Orchestra. Ultimo Aiello che canta la “Gianna” del suo conterraneo Rino Gaetano insieme a Vegas Jones.

Più fiori, per tutti!

Nella terza serata di Sanremo il tema predominante sembra essere stato quello della parità di genere, sebbene mai esplicitato in modo ufficiale. A cominciare è stata Francesca Michielin dopo la sua esibizione con Fedez in un medley dal titolo “E allora felicità”. Al momento della solita consegna del bouquet, ha dichiarato di aver preso una decisione: i bouquet sarebbero stati divisi, in egual misura, tra lei e Fedez. Segue il suo esempio Arisa che, dopo essersi esibita con Michele Bravi in una suggestiva cover di “Quando” di Pino Daniele, gli cede il suo bouquet. Ad innescare il seme di questa piccola rivoluzione, però, sono stati La rappresentante di lista, che sotto un post instagram della pagina ufficiale di Sanremo avevano già ieri chiesto di ricevere quattro bouquet, evitando di escludere la componente maschile del gruppo.

Fiorello coglie al balzo l’occasione di costruire a braccio un intervento sulla questione dei bouquet.

Dopo l’intervista a Sinisa Mihajlovič e ad Ibrahimovič, arrivato a Sanremo grazie un rocambolesco passaggio in moto, Fiorello entra in scena con un bouquet che consegna all’allenatore del Bologna. È in questo momento, però, che assistiamo ad un piccolo incidente di percorso. Non appena riceve i famosi “fiori di Sanremo”, Mihajlovič, come se fossero un veleno che mina alla sua virilità, li consegna ad Ibrahimovič a mo’ di sfottò. Un piccolo scivolone al quale, però, rimedia proprio Zlatan, in modo più o meno inconsapevole. L’attaccante, a differenza del mister, accetta di buon grado il bouquet, e lo espone fiero fino alla fine del suo intervento. Esponendo i fiori con maggior orgoglio proprio al momento delle foto di rito, Zlatan riesce a segnare un goal – anche – contro la mascolinità tossica!

Tributo a tutte le “Penelope”

A parte l’incidente di percorso dei fiori, la puntata di ieri sera ha avuto toni che potremmo definire femministi, grazie a questioni di parità di genere e tributi al mondo femminile.

Un’ode alle donne è l’ultima cover che citiamo, quella di Ghemon che, insieme ai Neri per caso, si esibisce in un medley dal titolo “L’essere infinito (Lei)”.

Ma uno dei momenti più esaltanti della terza serata di Sanremo è stato sicuramente l’esibizione di Achille Lauro. Cominciando con un estratto da brividi de “Il canto di Penelope” di Margaret Atwood che soltanto un’attrice magistrale come Monica Guerritore poteva regalare, un ellenistico Lauro si fa vera e propria opera d’arte. Sulle note della sua “Penelope“, brano sconosciuto ai più ma sicuramente tra i più validi dell’artista, entra in scena anche Emma che riesce ad inserirsi perfettamente nel contesto del quadro. Lauro offre un’ode al femminile e alle donne (due termini che non devono per forza coincidere) che non poteva non essere dedicata alla musica pop, metafora perfetta della condizione femminile nella società occidentale.

Sono il Pop.
Presente, passato.
Tutti, Nessuno.
Universale, censurato.
Condannato ad una lettura disattenta,
Superficiale.
Imprigionato in una storia scritta da qualcun altro.
Una persona costruita sopra la tua persona.
Divento banale, mi riducono ad un’idea.
Antonomasia di quelli come me.
Rinchiudere una persona in un disegno.
Ma io ero molto di più.
Il pregiudizio è una prigione.
Il giudizio è la condanna.
Dio benedica gli incompresi.

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