venerdì, Marzo 29, 2024
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Riaperture, le linee guida delle Regioni per turismo e fiere

Dopo la Conferenza delle Regioni, arrivano le indicazioni per le riaperture. Fedriga: «Abbiamo aggiornato le linee guida, inserendo le previsioni e i protocolli che riguarderanno le attività turistiche, i congressi e i grandi eventi fieristici».

Dal 26 aprile l’Italia potrà cambiare colore e, secondo le previsioni, per buona parte potrebbe ritornare in fascia gialla. In programma diverse riaperture che, gradualmente, dovrebbero portarci a riprendere quelle attività messe in pausa nei mesi di zona rossa e arancione.

A questo proposito, in occasione della Conferenza delle Regioni tenutasi in settimana, le stesse hanno modificato e aggiornato il documento relativo alle “Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative”, già presentato in bozza al governo lo scorso 15 aprile.

Il documento aggiornato

Nel documento aggiornato sono state inserite raccomandazioni per permettere  le riaperture delle strutture ricettive e gli spostamenti tra i Paesi dell’Unione Europea in sicurezza, in vista dell’inizio della stagione estiva.

«Prosegue l’attività di collaborazione istituzionale fra le Regioni ed il governo: oggi [21 aprile, ndr.] abbiamo aggiornato le linee guida, inserendo le previsioni e i protocolli che riguarderanno le attività turistiche, i congressi e i grandi eventi fieristici», ha dichiarato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni.

Online è possibile consultare la bozza del documento.  Di seguito, alcune delle indicazioni presenti che interessano il settore turistico e fieristico.

Spiagge e stabilimenti balneari

Con l’arrivo della stagione turistica si è pensato anche alle riaperture delle spiagge e degli stabilimenti balneari. Il testo, per queste attività, include alcune regole che abbiamo già imparato a rispettare durante la pandemia e che caratterizzano un po’ la nostra quotidianità. Per esempio, l’accesso sarà negato a chi abbia una temperatura corporea superiore a 37,5°C. In secondo luogo, si consiglia la riorganizzazione degli spazi così da garantire almeno 1 metro di distanza tra gli utenti per evitare assembramenti.

Proprio per evitare assembramenti, viene richiesto di «favorire, per quanto possibile, l’ampliamento delle zone d’ombre per prevenire gli assembramenti, soprattutto nelle ore più calde».

Restano sempre presenti le norme per l’igienizzazione personale e delle aree comuni. Le strutture dovranno garantire la disponibilità di prodotti per l’igienizzazione delle mani e la frequente disinfezione delle aree comuni (spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici) e delle attrezzature.

Inoltre, spiagge e stabilimenti balneari dovranno «assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone, indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia (per file orizzontali o a rombo)». Qualora i lettini e le sedie non siano associati a ombrelloni, dovranno comunque essere posizionati a distanza di almeno un metro. Sono vietate le attività ludico-sportive di gruppo, mentre quelle individuali saranno permesse, compatibilmente col distanziamento sociale.

Per quanto riguarda le spiagge libere, «si ribadisce l’importanza dell’informazione e della responsabilizzazione individuale da parte degli avventori nell’adozione di comportamenti rispettosi delle misure di prevenzione».

Indicazioni per le attività ricettive

Le tanto attese riaperture sono in programma anche per le “attività ricettive”. Secondo il testo aggiornato dalle Regioni il termine include un’ampia fetta del settore alberghiero. Le regole per queste strutture saranno da integrare con le specifiche disposizioni che riguardano i servizi annessi alla ristorazione, alla balneazione, a piscine, palestre, strutture termali e centri benessere. Ulteriori indicazioni sono, poi, presenti nel documento per rifugi alpini, ostelli, strutture all’aperto. Di seguito, alcune delle indicazioni di carattere generale per tutte le strutture.

Oltre alle disposizioni più generiche che devono essere mantenute nei luoghi pubblici – ad esempio la soglia di 37,5°C per la temperatura corporea, la promozione dell’igienizzazione delle mani – in tali strutture è necessario garantire sempre il distanziamento di almeno 1 metro tra i clienti di tavoli diversi. Tale distanza può essere estesa a 2 metri in caso di scenario epidemiologico ad alto rischio, anche in ambienti all’aperto.

Al fine di evitare assembramenti, bisogna «favorire la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e uscita». Per quanto riguarda l’uso delle mascherine, gli ospiti saranno obbligati ad indossarle in tutte le aree comuni chiuse e anche all’aperto, laddove non sia possibile rispettare il distanziamento sociale. Quest’ultimo dovrà essere garantito anche negli ascensori per i non conviventi.

Per evitare la diffusione del virus per via aerea, «è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria» nel caso degli impianti di condizionamento. Parallelamente, viene richiesto di rafforzare «le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati». In ogni caso, viene consigliato di favorire il frequente cambio d’aria negli ambienti chiusi, attraverso l’apertura di porte e finestre.

Raccomandazioni per fiere e congressi

Anche per gli eventi fieristici e i congressi le disposizioni generali restano pressoché le stesse. Ad esempio, gli organizzatori dovranno mantenere un registro delle presenze per 14 giorni e sarà vietato l’accesso alla manifestazione in caso di temperatura corporea superiore ai 37,5 °C. Si raccomanda, inoltre, di riorganizzare gli spazi per garantire ordine all’ingresso, durante lo svolgimento dell’evento, e all’uscita, al fine di evitare assembramenti.

Si chiede, inoltre, di mantenere la distanza sociale di almeno un metro tra gli utenti, con obbligo di mascherina. Per poter evitare di indossare il dispositivo di protezione personale saranno necessari almeno 2 metri, purché si resti al proprio posto. Questa misura avrà necessariamente un impatto sulla disposizione dei tavoli dei relatori e delle presentazioni.

A queste regole generali, se ne aggiungono di più specifiche. Il numero massimo di partecipanti dovrà essere valutato in base alla capienza degli spazi individuati, così da garantire il distanziamento interpersonale. Per permettere l’ottimale gestione dei flussi di visitatori nei padiglioni, dovranno essere utilizzati sistemi di misurazione degli accessi, limitazione e scaglionamento. Sempre allo scopo di evitare assembramenti, dovrà essere promosso l’uso di tecnologie digitali per automatizzare prenotazioni e pagamenti. Tutti gli ambienti dovranno essere frequentemente sanificati e dovranno essere messi a disposizione degli utenti gel igienizzante per le mani.

Infine, gli organizzatori degli eventi dovranno predisporre un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione, che possa essere comprensibile anche per i clienti di altre nazionalità.

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