martedì, Aprile 23, 2024
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Dallo showbiz alla presidenza: chi è Volodymyr Zelensky

Quando la finzione diventa realtà: da presidente ‘per finta’ a leader politico al centro di una delle guerre più rischiose degli ultimi decenni. Ecco chi è Zelensky.

Ucraino di madrelingua russa, nato da genitori ebrei nella provincia di Dnipropetrovsk Oblast, un territorio a maggioranza ortodossa. Fino a pochi anni fa Volodymyr Zelensky, 44 anni, era noto al pubblico ucraino per le sue interpretazioni televisive e scenette comiche, alcune anche piuttosto discutibili. Oggi, è il nemico numero uno del Cremlino, simbolo della resistenza contro l’invasione russa. Zelensky è consapevole di trovarsi al centro di una partita a scacchi in cui la posizione dell’Ucraina è delicatissima. Ma, nonostante l’altissimo rischio, mantiene il sangue freddo. Al punto da accettare di negoziare con Putin al confine con la Bielorussia di Lukashenko.

Chi è Volodymyr Zelensky

Laureato in Giurisprudenza, sin dagli albori Zelensky al Foro preferisce la carriera di comico e sceneggiatore. Scelta lungimirante, col senno di poi. Infatti, nel 2015 prende parte ad uno show televisivo comico-satirico che poi si sarebbe rivelato particolarmente profetico per il suo destino. Sì, perché nello show “Servant of the People” (“Il servitore del popolo”, ndr.) Zelensky interpretava Vasyl Holoborodk, un professore di storia eletto presidente dell’Ucraina dopo un video diventato virale in cui si scatenava contro la corruzione nel suo Paese. Simbolo di onestà e lotta alla suddetta corruzione, Holoborodk si faceva largo in politica, consolidando la sua posizione.

Insomma, altro che preveggenza. Il futuro di Zelensky era proprio scritto tra le righe del suo copione.

Le posizioni politiche di Zelensky

Quasi inaspettatamente, dato il suo passato nello showbiz, Zelensky è a capo dell’Ucraina dal 2019, dopo la vittoria su Poroshenko con il 73.2% dei voti al secondo turno delle elezioni presidenziali. Quando ha deciso di candidarsi non aveva nessuna esperienza politica, eppure sembrava chiaro dall’inizio che avrebbe fatto parlare di sé.

Inizialmente associato da alcuni all’oligarca Igor Kolomoisky, Zelensky ha saputo prendere le distanze da categorie predefinite, incentrando la propria campagna elettorale sulla lotta alla corruzione e al potere degli oligarchi – orientamento, questo, di stampo piuttosto populista. Il suo atteggiamento, insieme alle sue origini russofone, ha fatto sì che ottenesse più di cinque milioni di voti già al primo turno delle elezioni. Capace di tenere l’Ucraina unita, inserendosi in uno spazio neutro, Zelensky può definirsi un outsider, che non supporta né i filorussi né la fazione antirussa. Il suo partito – Servant of the People proprio come lo show che ha interpretato – è infatti di natura centrista.

La degenerazione dei rapporti con la Russia

Date le sue origini, molti si sono interrogati fin dall’inizio sulle posizioni del presidente circa i rapporti con i vicini sovietici. Tuttavia, Zelensky ha sostenuto la volontà dell’Ucraina di entrare a far parte dell’Unione Europea – impossibile per il momento a causa dei conflitti interni al Paese. Non solo, sotto la sua presidenza, l’Ucraina si è avvicinata sempre più all’idea di diventare membro della NATO, l’alleanza atlantica nata nel dopoguerra in opposizione all’Unione Sovietica. Queste posizioni, ovviamente, non hanno lasciato la Russia di Putin indifferente.

Nonostante ciò, Zelensky si era dimostrato molto aperto ai negoziati con la potenza sovietica. Anzi, alcuni segnali di distensione tra i due Paesi si sono avuti già poco dopo la sua elezione. Per esempio, l’Ucraina sembrava aver raggiunto un accordo con Putin alla fine del 2019 sulla guerra del Donbass, regione ucraina al confine con la Russia. Gli scontri nel Donbass erano infatti iniziati nel 2014, subito dopo la separazione della Crimea, a causa della proclamazione delle filo-russe Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk. Grazie anche alla mediazione di alcuni leader europei, Zelensky e Putin sembravano favorevoli ad un cessate il fuoco.

Secondo quanto riportato dalla stampa nazionale e internazionale, i rapporti tra Russia e Ucraina sono precipitati pochi mesi fa, quando Zelensky ha sostenuto che qualcuno stava preparando un colpo di Stato – in programma per dicembre ma mai avvenuto – ai suoi danni col sostegno della Russia. Questo ha portato ad una più intensa mediazione dei leader dell’UE e degli Stati Uniti per assicurare il mantenimento di una relativa stabilità. Ma non è bastato. Così, il posizionamento iniziale di migliaia di soldati russi ai confini con l’Ucraina si è trasformato in una dichiarazione di guerra.

Zelensky non usa mezzi termini

I toni inizialmente distensivi di Zelensky sono ora molto forti. “Forse questa è l’ultima volta che mi vedete vivo”, aveva detto all’inizio dell’attacco russo. “Io sono l’obiettivo numero uno, la mia famiglia il numero due, ma io resto qui con la mia gente“, aveva aggiunto il presidente dell’Ucraina.

Tuttavia, nonostante sia ancora il target di Putin, per Zelensky scappare non è un’opzione. Dopo aver rifiutato con determinazione l’offerta degli Stati Uniti, al contrario, ha sottolineato il bisogno di armi e munizioni, appellandosi all’aiuto dei Paesi dell’UE e degli Stati Uniti, non nascondendo nemmeno una certa irritazione verso l’iniziale cautela mostrata nell’applicare sanzioni alla Russia. Diretto e schietto, non usa mezzi termini nemmeno quando bacchetta il Primo Ministro italiano Draghi, a causa di un’incomprensione probabilmente derivante dalla velocità e dall’imprevedibilità degli eventi. Insomma, l’immagine che proietta Zelensky in questi giorni è quella di un capo politico che sa quello che fa.

“Abbiamo convenuto che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat”, ha confermato il presidente ucraino. I negoziati tra Kyiv e Mosca sono attesi per lunedì 28 febbraio al confine con la Bielorussia.

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