venerdì, Aprile 19, 2024
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ULTIM’ORA: Mario Draghi ha annunciato alla Camera la propria intenzione di dimettersi

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato alla Camera dei Deputati la propria intenzione di recarsi al Quirinale per presentare le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dopo aver ricevuto un caloroso applauso dall’emiciclo di Montecitorio, Draghi, visibilmente commosso, ha dapprima scherzato: «certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato». Dopodiché ha rilasciato una breve dichiarazione prima di lasciare l’aula: «Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato della Repubblica, chiedo di sospendere la seduta perché mi sto recando dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni», comunicando dunque all’aula la sua intenzione di dimettersi.

La seduta alla Camera è stata sospesa fino alle ore 12, come annunciato dal Presidente della Camera Roberto Fico.

Il governo ieri ha tecnicamente ottenuto la fiducia al Senato, con 95 voti a favore. Molti meno di quanti ci si aspettasse ad inizio giornata, quando Draghi aveva tenuto un discorso molto duro, con riferimento soprattutto all’atteggiamento di Movimento 5 Stelle e Lega rispetto agli obiettivi del suo governo.

Dopo aver presentato le dimissioni, non è chiaro se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le accetterà. La giornalista del Corriere della Sera Virginia Piccolillo ha evidenziato due possibili alternative. Mattarella potrebbe accettare le dimissioni, e in quel caso il governo rimarrebbe in carica per il semplice “disbrigo degli affari correnti”, ovvero l’ordinaria amministrazione. Il secondo scenario sottolineato da Piccolillo prevede che Mattarella rifiuti le dimissioni e sciolga le Camere: in questo caso Draghi rimarrebbe in carica come Presidente del Consiglio fino all’insediamento del nuovo govenro, secondo l’articolo 92 della Costituzione. Potrebbe dunque emanare disegni di legge, decreti legislativi e fare nuove nomine, oltre che tecnicamente scrivere la Legge di Bilancio.

L’articolo 61 della Costituzione italiana stabilisce che «le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti». In passato tra il decreto di scioglimento delle Camere da parte del Quirinale e le successive urne sono trascorsi sempre tra i 60 e i 70 giorni. Se, dunque, il Presidente Mattarella dovesse sciogliere le Camere, i cittadini potrebbero recarsi ai seggi già domenica 25 settembre. Poiché però in quei giorni si celebra un’importante festività ebraica, il Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, si potrebbe andare al voto la settimana dopo, il 2 ottobre.

 

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