giovedì, Aprile 18, 2024
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Castel Volturno, giornalisti aggrediti con calci e pugni

Alcuni giornalisti che stavano indagando sui beni confiscati alla camorra, sono stati picchiati con calci e pugni a Castel Volturno.

La Federazione Nazionale della Stampa e il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania, hanno espresso solidarietà verso il collega Andrea Ruberto che insieme alla sua troupe della trasmissione “Fuori dal Coro” hanno subito un’aggressione a Castel Volturno, pugni e calci alla schiena ricevendo tre giorni di prognosi. Andre Ruberto si era recato al Comune di Castel Volturno per un servizio sui beni abusivi confiscati alla camorra e gli occupanti per non farsi riprendere hanno aggredito il giornalista con tutta la troupe rompendo anche alcune attrezzature.

L’intervento del sottosegretario ministero interno Ferro: “Esprimo la mia solidarietà alla troupe della trasmissione Fuori dal Coro di Rete4, fatta oggetto di una violenta aggressione da parte degli occupanti abusivi di un bene confiscato nel comune di Castel Volturno. Sono certa che verranno individuati al più presto i responsabili di un episodio deplorevole, che costituisce anche un grave e inaccettabile attacco al diritto-dovere di informazione, che il direttore Mario Giordano e la sua redazione interpretano con professionalità e impegno sul campo su questioni di grande rilievo sociale, come in questo caso il tema dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità su cui c’è la massima attenzione del governo.”

La nota del Sindacato: “La provincia di Caserta si conferma uno dei territori più pericolosi per i giornalisti, basti pensare che sono ben 4 quelli in Campania costretti a vivere sotto scorta per le minacce del clan dei casalesi. È per questo sempre più urgente ripristinare l’agibilità della professione in quel territorio che va illuminato così come stavano tentando di fare i colleghi di Fuori dal coro che evidenziavano un paradosso: lo Stato si impegna nella fondamentale aggressione ai patrimoni delle mafie, ma non riesce a garantire poi il corretto riutilizzo degli stessi beni confiscati. È evidente che esiste un deficit di sicurezza e legalità che finisce per coinvolgere anche il diritto all’informazione. Il sindacato oltre a segnalare il caso all’osservatorio dedicato del Ministero dell’Interno è pronto a tutelare i colleghi in ogni sede.”

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