giovedì, Maggio 2, 2024
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Incidente Frecce Tricolori: papà disperato per non essere riuscito ad estrarre la figlia dell’auto

«Sono in corso accertamenti che saranno lunghi e complicati. Non è il momento per le diagnosi. Sulle cause non posso dire ancora nulla».

Lo ha dichiarato Gabriella Viglione, procuratore capo a Ivrea, oggi a San Francesco al Campo sul luogo in cui si è schiantato al suolo un aereo delle Frecce Tricolori. «Bisogna raccogliere i vari pezzi dell’aereo e i reperti dall’automobile», ha anche precisato.

Il velivolo ha finito la sua lunga corsa contro un’auto in transito su una strada che delimita l’aeroporto. La macchina, sulla quale si trovavano un uomo e una donna e i loro due bambini di 5 e 12 anni, è stata sollevata e ribaltata dall’esplosione. I due genitori sono riusciti ad uscire con leggere ferite e ustioni portando in salvo il figlio più grande, di 12 anni, ma l’auto ha preso fuoco mentre cercavano di soccorrere la più piccola e per lei, 5 anni, non c’è stato nulla da fare. Il pilota si è lanciato dalla cabina a pochi istanti dal contatto con il suolo salvandosi con il paracadute. Anche lui ha riportato delle ustioni ed è stato portato, in codice giallo, al Giovanni Bosco.

Il fratellino della vittima ha trascorso una notte tranquilla nell’ospedale infantile Regina Margherita, a Torino. Sul 12enne questa mattina è iniziato il graduale risveglio dalla sedazione precauzionale con il supporto della stessa psicologa. Il papà invece è stato dimesso questa mattina dell’Ospedale CTO di Torino con una prognosi di 20 giorni.

«Il papà ha ripercorso un migliaio di volte questa volta la scena cercando di chiedersi come avrebbe potuto fare diverso». Così Maurizio Berardino capo del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione della Città della Salute che in queste ore ha seguito papà e mamma della bimba che ieri ha perso la vita nell’incidente che ha coinvolto un velivolo delle Frecce Tricolori, precipitato in fase di decollo all’aeroporto di Caselle.

Il sanitario ha poi precisato che da un punto di vista clinico la situazione dei genitori è tranquilla. «Le ustioni che di sono procurati nell’estrazione dei figli sono di secondo grado – ha spiegato – il padre è stato dimesso mentre la madre che ha un’estensione maggiore delle ustioni sarà ricoverata per qualche giorno sotto il monitoraggio del chirurgo plastico». Il medico ha, poi, sottolineato che sono stati eseguiti una serie di accertamenti per accertare eventuali lesioni da trauma «che sono stati tranquillizzanti» e ha confermato che da subito è stato attivato il supporto psicologico.

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