venerdì, Maggio 17, 2024
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Napoli, Gratteri domani presta giuramento: “Ascolterò tutti”

Nicola Gratteri presta giuramento al Tribunale di Napoli e si insedia a capo della Procura domani e oggi sul Corriere della Sera racconta la sua vita, dall’infanzia poverissima, agli anni sotto scorta, dal lavoro nell’orto, “il suo psicologo”, ai 25 anni senza un bagno al mare e agli arresti di quelli che erano stati anche compagni di scuola.

Ma arrivato a Napoli, dice, prima delle priorità, “intanto devo entrare in Procura e lo farò domani.

Per prima cosa devo ascoltare tutti. Io faccio 4-5-10 riunioni in un giorno. Arrivo alle otto, esco alle 20, mangio sulla scrivania, non mi alzo finché non ho preso una decisione, mettendo a disposizione la mia esperienza”.

Sull’ambiente e le sfide del capoluogo campano aggiunge: “Non esiste un posto dove non si può entrare. Nei bunker sotterranei lunghi chilometri abbiamo catturato dieci latitanti, grazie alle tecnologie e a fantastici uomini ragno”.

“Non sono attaccato alle poltrone. Per me è importante servire lo Stato. Non è retorica, ma mentre cammino nei corridoi della Procura se trovo luci accese in una stanza e non c’è nessu- no io le spengo: e chi le ha lasciate accese sa che sono passato.

Certo, bisognerebbe capire chi ha detto a Napolitano che nonpotevo fare il ministro: Renzi mi aveva dato carta bianca”, dichiara facendo riferimento a quando era stato indicato come Guardasigilli.

E parlando delle scelte e delle rinunce fatte Gratteri afferma che trova la sua libertà “nella convinzione che quello che faccio serve, è utile alla collettività.

La libertà non è andare in bici o farsi un bagno al mare.

La libertà è stare anche per un anno sotto una pie- tra, fermo, immobile, ma poi poter dire quello che si pensa e guardare tutti negli occhi”. E si sente orgoglioso “sul piano morale, di aver ridato la speranza ai calabresi.

Sul piano pratico, di aver costruito fisicamente la nuova Procura, la più bella d’Italia, in un convento del Quattrocento che stava cadendo a pezzi. Avevo iniziato a pensarlo il 16 maggio 2016, il giorno in cui mi sono insediato a Catanzaro.

Sono andato a Roma a fare la questua e ho trovato i sette milioni e mezzo che servivano. È stata la prova che la Calabria non è la regione delle incompiute. E poi abbiamo costruito l’aula bunker più grande al mondo”

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