giovedì, Maggio 15, 2025
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Nuovo studio sui Campi Flegrei: terremoti causati da serbatoio geotermico

Non sarebbero nè il magma in risalita nè la forte pressione di gas magmatici a provocare i terremoti dei Campi Flegrei, ma la spinta che esercita un serbatoio geotermico nel sottosuolo che è in condizioni di forte pressione.

È la principale conclusione a cui giunge lo studio appena pubblicato da “Science”, firmato da un team di ricercatori guidati da Tiziana Vanorio, geofisica docente della Stanford University in California.

La ricerca amplia e approfondisce un precedente articolo di dieci anni fa che ha fatto allora da copertina alla prestigiosa rivista. Si basava sull’analisi delle rocce flegree e su una tomografia, una tac del sottosuolo, composta sfruttando i dati della crisi bradisismica dell’’82-’84. Lo studio attuale usa una seconda tomografia più dettagliata e mette a confronto l’attuale fase critica con quella di 40 anni fa. “Ci sono analogie e indicano che c’è una causa comune”, dice Tiziana Vanorio.

Il meccanismo comune ipotizzato è nel serbatoio di sabbie e sedimenti porosi a circa due chilometri di profondità che si gonfia di acqua che, riscaldata dalla camera magmatica, va in forte pressione perché sigillata da uno strato di roccia impermeabile.

Una sorta di pentola a pressione o di moka, il cui comportamento è stato riprodotto in laboratorio. Il serbatoio si ricarica ai lati con piogge e liquidi che si infiltrano dalla superficie. La causa del sollevamento del suolo, della fratturazione delle rocce e quindi dei terremoti, sostiene il team di ricerca, non può essere il magma perché la velocità di propagazione delle onde sismiche rilevata non è compatibile con la presenza di un fluido.

Tiziana Vanorio è nata a Pozzuoli, e ha vissuto l’evacuazione della cittadina negli anni ’80. Per la sua terra, lacerata ancora una volta dal bradisismo ipotizza diverse soluzioni: svuotare tutti i pozzi, per abbassare il livello di falda, liberare alvei come i regi lagni che incanalano acqua piovana verso il mare ma che sono per lo più ostruiti; poi l’apertura dei pozzi geotermici che nel ’78 furono scavati dall’Agip che permetterebbe il degassamento del serbatoio, operazione – sottolinea la scienziata – che va effettuata solo se eseguita da esperti perché può causare sismicità.

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