”Quando viene arrestato un minore, che poi finisce in carcere, nel fascicolo il giudice deve disporre che vengano chiusi i suoi profili social. È una proposta che ho portato all’ultimo Comitato per la sicurezza convocato dal Prefetto di Napoli, riscuotendo tanto interesse”.
Lo riferisce all’Adnkronos Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, conosciuto come Giogiò, giovane musicista ucciso in piazza Municipio a Napoli la notte del 31 agosto 2023 da un ragazzino di 16 anni. Il 24enne intervenne per difendere un amico sottoposto a un’aggressione da un gruppetto di giovani per il parcheggio di un motorino.
”C’è un lavoro da fare su questa vicenda, è una questione di giustizia, penso che il giudice possa disporre una cosa del genere, è gente che vive in base all’approvazione sui social. Non voglio vedere in giro il viso del killer di mio figlio sino a quando non termina la pena che deve scontare”, ha aggiunto la mamma di Giogiò, che nella stessa sede ha anche proposto l’istituzione di un Garante per le vittime.
”Sottolineo la discriminazione che tuttora esiste tra carnefice e vittime, voglio diventare il presidente del Garante delle vittime in Italia, uno strumento che possa essere utile per un sostegno psicologico, informativo, con fondi stanziati per i parenti delle vittime, molti genitori non sanno neppure a chi appellarsi, non conoscendo i loro diritti”.
Inoltre, la mamma del giovane musicista chiede anche che sia istituito il reato di ”apologia mafiosa”: ”Sono stata a stretto contatto con lo staff del ministro della Giustizia Nordio e del sottosegretario Ostellari, quando ci fu la sentenza sul killer di mio figlio, il padre del ragazzo fece il gesto della pistola verso gli amici di Giogiò. Era un reato di apologia mafiosa che però non esiste. Sui social poi vediamo ragazzi con pacchi di soldi, gioielli, cocaina, armi, che fanno da modelli per esempi sbagliati. Vorrei che si chiamasse Legge Giogiò”.
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