Ad un anno dalla scomparsa di Gaetano Di Vaio la famiglia, gli amici e l’intera comunità lo ricordano in un evento dal titolo Non mi avrete mai in programma domani a NAPOLI ai Quartieri Spagnoli, dalle 19 alle 23 da Foqus (via Portacarrese a Montecalvario, 69).
Produttore, regista, sceneggiatore di film e documentari, Di Vaio è stato anche attore e partner produttivo della serie Gomorra. Vittima di un incidente stradale il 16 maggio del 2024, Di Vaio è morto dopo qualche giorno dal ricovero, il 22 maggio, all’età di 56 anni.
“Non mi avrete mai” è una frase che per il produttore e regista ha avuto un’importanza straordinaria e che racchiude un modo di stare al mondo. E così dopo la sua morte ‘Non mi avrete mai’ è diventato il nome di un collettivo, lo stesso che ha fortemente sentito l’esigenza di ricordare chi era Gaetano Di Vaio e di quanto abbia inciso nelle vite di tanti. Nella sua storia c’è davvero tanto: è stato un sopravvissuto, un esempio, un uomo che ha fatto del riscatto sociale non solo il suo obiettivo ma quello di un’intera comunità che ha sostenuto senza mai voltarsi dall’altra parte, anche dopo aver raggiunto la popolarità.
E ‘Non mi avrete mai’ è anche il nome del romanzo scritto a quattro mani con Guido Lombardi in cui Di Vaio, già produttore di film e documentari, si racconta. Prima come un bambino cresciuto nella periferia e poi come giovane detenuto.
Nato a NAPOLI nel 1968 nel quartiere di Piscinola in una famiglia indigente, figlio di un custode di una scuola della periferia cittadina, a causa delle condizioni economiche familiari a 7 anni viene messo in collegio dove subisce soprusi e violenze e vive un passaggio in un centro di igiene mentale. Uscito dal collegio incontra la tossicodipendenza e la delinquenza, senza mai affiliarsi alla camorra. Dapprima in riformatorio, poi nelle comunità per minori a rischio e per tossicodipendenti. Riconosciuto colpevole di rapina e spaccio di stupefacenti finisce nel carcere di Poggioreale per tornare libero nel 1998, diventando prima operatore culturale. Nel 2001 entra nella Compagnia I ragazzi del Bronx napoletano creata da Peppe Lanzetta e poi, nel 2003, fonda l’associazione culturale Figli del Bronx che diventerà la casa di produzione cinematografica Bronx film a cui si deve la produzione di diversi lavori, talvolta vere e proprie imprese cinematografiche, e che vanta premi e riconoscimenti importanti. Di Vaio ha avuto il coraggio e la caparbietà di dare spazio a tematiche scomode e ad autori fuori dal coro, è stato punto di riferimento per autori e produttori.
Oggi la famiglia e gli amici sentono forte questa esigenza di riflettere sul percorso di Gaetano e di ricordarlo alla città di NAPOLI. Da quando ha aperto la baracca nel campo rom, di quando montava le antenne satellitari o di quando ha iniziato a fare arte con il teatro e poi a produrre cinema. Tratto distintivo l’energia che metteva quando andava nelle scuole a presentare le sue opere o quando interveniva nelle trasmissioni televisive per accadimenti spesso legati alla cronaca, sempre dalla parte dei ragazzi e delle ragazze, senza mai puntare il dito ma offrendo loro sempre un punto di vista lucido e di sostegno. Tante persone incrociate durante questi pezzi di vita sono poi diventati rete e uno ad uno hanno fatto parte della vita di Gaetano che aveva una capacità innata di creare ponti e connessioni, sempre in movimento tra i tanti progetti che sarebbero stati dei veri e propri atti rivoluzionari, luoghi e momenti di incrocio per alcuni, veri e propri punti di partenza per altri.
Dopo aver piantato lo scorso mercoledì 21 maggio al Centro territoriale Mammut in piazza Giovanni Paolo II a Scampia un albero in suo onore, la serata di domani a cui prenderanno parte amici, artisti e musicisti si annuncia tutta dedicata a Gaetano, con il cuore colmo di lui. Perché, come ricordano i promotori, nessuno muore davvero finché vive nel cuore di chi resta.
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