Al via oggi, davanti al gip di Torre Annunziata Luisa Crasta, l’incidente probatorio dell’indagine sul disastro della funivia del Faito del 17 aprile scorso, quando una cabina si schiantò su un pilastro dopo la rottura del cavo di trasmissione, provocando 4 morti e un ferito grave.
Un fascicolo aperto per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, che vede 26 indagati, da vertici, tecnici e funzionari Eav, a dipendenti delle societa’ che ne curarono la manutenzione.
Il gip ha conferito l’incarico a un collegio peritale composto da Antonio Formisano (ingegnere strutturista), Paolo Pennacchi (ingegnere meccanico) e da Fabiano Querceto (esperto informatica forense) che nei prossimi giorni si occuperà di effettuare i rilievi sui cavi e sulla testa fusa. I pm titolari del fascicolo Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, depositato una nota relativa alle condizioni di pericolosità che insistono nella zona, per cui è stato disposto che i sopralluoghi avvengano in maniera contingentata, anche perché oltre ai periti del tribunale, ci sono quelli degli indagati, uno dei quali è il professore Antonello De Luca, già consulente per la funivia del Mottarone. Le operazioni sul luogo dello schianto dovrebbero prendere il via dopo il 7 luglio. Gli accertamenti informatici invece inizieranno il 4 luglio.
L’attenzione dei periti è anche sulla documentazione relativa alla le manutenzioni e i certificati che hanno attestato il corretto funzionamento della funivia.
“Ci siamo affidati pienamente nelle mani delle autorità giudiziarie italiane e siamo sicuri che i responsabili verranno individuati“. A parlare è Mohammead Suliman, fratello maggiore di Thabet e Janan Suliman, i due ragazzi israelo-palestinesi coinvolti nella tragedia della funivia del Monte Faito dove una cabina con a bordo quattro turisti e un dipendente è precipitata causando quattro morti e un ferito, Thabet Suliman.
Mohammead insieme con l’avvocato Hilarry Sedu, legale di tutta la famiglia oggi era in tribunale, a Torre Annunziata, per il conferimento dell’incarico al collegio peritale che si occuperà dell’incidente probatorio. Un grazie particolare, Mohammead, l’ha voluto rivolgere al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, per le rassicurazioni circa le cure a cui è stato sottoposto il fratello e per la riabilitazione nell’ospedale del Mare:
“Li ringrazio per lo sforzo che stanno facendo: nel nostro Paese non possiamo tornarci perché è in corso una guerra“. L’unico sopravvissuto alla tragedia del Faito che ha già subìto tre interventi alla gamba e due al femore. “Adesso sta meglio, hanno fatto un miracolo – dice ancora il fratello di Thabet – ma ancora non ricorda niente e ogni volta che gli chiediamo di dirci quello che è accaduto lui si innervosisce, sa che la sorella non c’è più e si sente responsabile per non averla protetta, anche se lì c’era ben poco da fare“.
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