“Stiamo subendo un ricatto politico, abbiamo una posizione del ministero che è al limite della provocazione. È chiaramente un atto discriminatorio“.
Da Avellino, dove ha visitato questa mattina l’ospedale Moscati, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca annuncia la decisione di “ricorrere al Tar” contro il nuovo stop all’uscita dal piano di rientro per la sanità deciso ieri nell’ambito di una riunione che ha coinvolto, oltre all’ente di Palazzo Santa Lucia, i ministeri dell’Economia e della Salute.
“Siamo una delle tre Regioni d’Italia, oltre alla Campania ci sono Veneto e Lombardia, che da 10 anni ha l’equilibrio di bilancio nel sistema sanitario. E, tuttavia – spiega De Luca ai giornalisti nel corso di un punto stampa -, rimaniamo, per ragioni discriminatorie, per pretesti vergognosi, che si inventano ogni volta, in piano di rientro“.
Il governatore parla di un “atto concussorio da parte di funzionari del ministero” contro cui “non abbiamo altro da fare che ricorrere alla magistratura“.
De Luca attacca il governo anche sui pronto soccorso: “Fino a che il governo nazionale non decide di prendere in mano seriamente il problema, si farà sempre fatica a tenere aperti i pronto soccorso, ma anche punti di primo soccorso“.
Per il governatore campano “bisogna quasi raddoppiare le retribuzioni per i medici che lavorano al pronto soccorso. Non possono avere il lavoro più stressante e la condizione di maggiore pericolosità. Devono avere una riduzione dell’età pensionabile. E bisogna anche decidere che i giovani laureati che decidono di specializzarsi in medicina di emergenza abbiano una prima retribuzione più elevata e siano mandati subito dopo il primo anno a lavorare negli ospedali per consentire di fare i turni. Tutte queste decisioni sono nelle mani del governo nazionale, del ministero della Salute, ma il governo dorme“.
Sui pronto soccorso “l’interlocutore – insiste De Luca – è il governo Meloni, il ministro della Salute. La soluzione è quella che abbiamo proposto al governo, il quale continua a dormire in piedi“.
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