La sconfitta per 6-2 rimediata dal Napoli sul campo del PSV Eindhoven nella terza giornata della fase a gironi della UEFA Champions League 2025‑26 rappresenta, senza mezzi termini, una vera e propria crisi d’immagine e di identità.
La goleada riflette più di una semplice giornata storta: è la fotografia di problemi che vanno ben oltre la singola partita.
Le dichiarazioni di Conte: un messaggio forte
Antonio Conte non ha usato mezzi termini nel post-gara. In conferenza stampa ha parlato di un’annata «super difficile», sottolineando che lo scorso anno la squadra era stata compatta con pochi giocatori e meccanismi rodati, mentre oggi si trovano ad inserire ben nove nuovi elementi – un numero che lui stesso considera eccessivo e destabilizzante.
Ha inoltre fatto riferimento a questioni che vanno oltre la tecnica: «I nuovi devono inserirsi con umiltà e in silenzio», ha detto Conte, «ma anche i “vecchi” devono tornare ad essere quello che erano». E ancora: «Qualcuno sta buttando fumo negli occhi a Napoli e Napoli e i napoletani non vanno presi per il culo».
Per Conte dunque il problema non è solo sul piano tattico o fisico, ma – forse soprattutto – su quello mentale, dello spirito di squadra e dell’allineamento tra squadra, tecnico e ambiente.
Le parole del capitano Di Lorenzo: l’ammissione di fragilità
Anche il capitano Giovanni Di Lorenzo è stato schietto in mixed zone: «Si è vero che anche in altre partite quest’anno abbiamo dato la sensazione di non equilibrio e di mancanza di compattezza, qualità che l’anno scorso hanno fatto la differenza».
Di Lorenzo parla di «una brutta figuraccia» e si scusa «per noi e per i tifosi». Ma l’ammissione più grave è questa: «Abbiamo perso la cazzimma, non abbiamo più quella voglia di prima di non prendere gol». L’essere vulnerabili difensivamente – un tratto che aveva contraddistinto il Napoli nella stagione del titolo – emerge come sintomo di qualcosa che non va.
Quanta differenza con la scorsa stagione
Nella stagione 2024-25 il Napoli aveva costruito la sua forza anche su una struttura difensiva solida, con poche disattenzioni. Ieri sera è parso tutto il contrario: la squadra ha spesso reagito in ritardo, ha concesso contropiedi, ha sbagliato coperture, ha perso lucidità nei momenti chiave. (vedi autogol, ripartenze, espulsione)
È un segnale importante: la compattezza difensiva sembra essere venuta meno. Se una squadra “prende piede” come il PSV l’ha fatto, il problema è anche mentale e collettivo.
Conte lo ha detto chiaramente: nove nuovi elementi da inserire, un gruppo che aveva funzionato l’anno scorso, ora in costruzione.
Ciò genera inevitabilmente discontinuità, mancanza di automatismi, spazi concessi e momenti in cui la squadra non “scatta” insieme. In un match di Champions League, a questi livelli, non puoi permetterti questi cali.
Le affermazioni «il bene del Napoli non è del singolo» e «i napoletani non devono essere presi per il culo» lasciano intravedere tensioni o disallineamenti: tra vecchi e nuovi, tra ambizioni personali e obiettivo collettivo. Un allenatore non parla così se sente che qualcosa non sta andando bene sotto il profilo della cultura interna.
E quando il capitano riconosce che la qualità e la compattezza sono venute meno, il messaggio è chiaro: manca qualcosa anche nel “cuore” della squadra.
Il Napoli da campione ha una pressione diversa: più impegni, maggiori aspettative. Inserire giocatori nuovi richiede tempo, ma in Champions non c’è attesa: la competizione punisce severamente. Conte lo aveva anticipato.
In più, l’espulsione di Lucca al 76’ – in una gara già compromessa – può essere letta come un segnale di nervosismo, scarsa lucidità, o di una gestione del momento non adeguata. È un momento che, dentro lo spogliatoio, pesa.
Quali riflessioni immediate per il Napoli
-
Occorre ritrovare la compattezza difensiva, tornare a essere squadra prima che combinazione di elementi individuali.
-
Serve chiarezza di ruoli e un’accelerazione nell’inserimento dei nuovi giocatori: non basta “fare mercato”, bisogna far capire immediatamente la mentalità e il sistema.
-
Lo spogliatoio deve verificare la sua coesione interna: se ci sono “singoli” che pensano più al proprio interesse che a quello della squadra, o “vintage” che non riescono più a essere guida, il rischio è elevato.
-
Il tecnico e la società devono chiarire obiettivi e strategie: se l’exploit dell’anno scorso restava un unicum, serviva un progetto costruito; oggi quella costruzione appare in affanno.
Uno sguardo al futuro
La sconfitta contro il PSV non compromette matematicamente una stagione, ma ha il peso di un campanello d’allarme molto forte. In Champions, ogni errore pagherà caro. Il Napoli è campione in carica, ma la riconferma è più difficile di quanto si possa pensare: non solo sul piano tecnico, ma soprattutto su quello mentale e strutturale.
Concludendo con le parole di Conte: «Il bene del Napoli non è il mio o il tuo, è quello della squadra». E Di Lorenzo che dice: «Dobbiamo analizzare bene gli errori, ce ne sono tanti». Ora è il momento di essere coerenti con queste affermazioni, perché la stagione – nel bene o nel male – dipenderà anche da quanto davvero questa squadra saprà reagire.
Continua a seguire il nostro sito e la pagina Facebook La Bussola TV per orientarti e informarti in Campania. Siamo anche su Tik Tok e Instagram!