Martedì sera è morto all’età di 91 anni, Mimmo Jodice, si è spento nella sua Napoli. Nato nel Rione Sanità, è stato tra i maggiori esponenti della fotografia del 900′, elevandola a vera e propria forma d’arte.
Ha iniziato a insegnare all’Accademia di Belle Arti partenopea nel 1970. Tre anni prima la sua prima mostra. Negli anni ha collaborato con figure dell’avanguardia internazionale come Andy Warhol, Joseph Beuys e Sol LeWitt, mantenendo però sempre un legame profondo con la sua città. Napoli, nelle sue immagini, è stata mito e mistero, corpo e anima, memoria e sogno. Innovatore, interprete del Meridione, metafisico, interessato all’arte antica e alla storia del Mediterraneo.
“Ha saputo raccontare con la luce l’anima nascosta delle città, dei volti, delle rovine, della memoria” ha detto di lui il ministro della Cultura Alessandro Giuli. “La sua arte sapeva reinterpretare bellezza e dolore” lo ha ricordato il sindaco Manfredi.
Gli sono stati assegnati il Premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, la Laurea Honoris Causa in Architettura dalla Federico II e il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura francese. A Capodimonte nascerà la Casa della Fotografia a lui dedicata.
La camera ardente di Mimmo Jodice sarà allestita giovedì 30 ottobre dalle 12 alle 16.30 al Maschio Angioino, che ospitò l’ultima mostra “Napoli Metafisica”.
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