“Oggi Napoli piange un gigante, un fratello, un artista che con il suo sax ha dato voce al cuore e alla rabbia della nostra città”.
Così Tullio De Piscopo ricorda James Senese, scomparso all’età di 80 anni. Un dolore profondo, che segna la fine di un’epoca irripetibile della musica napoletana e internazionale.
“James era unico – afferma De Piscopo – non solo per il suo talento immenso, ma per la verità che portava dentro ogni nota. Con lui, con Pino Daniele e la Superband abbiamo condiviso un sogno, una missione: raccontare Napoli attraverso la musica, mescolare il soul, il blues, il jazz e la melodia dei vicoli. Abbiamo fatto parlare gli strumenti come fossero voci, abbiamo dato alla nostra terra una nuova lingua: ‘A Musica, quella vera, che nasce dal cuore e arriva all’anima”.
De Piscopo ricorda l’intesa profonda che lo legava a Senese e a Pino Daniele, una fratellanza musicale che ha segnato un’epoca: “Con James e Pino c’era qualcosa di magico. Bastava uno sguardo e la musica nasceva da sola, come se fosse scritta nell’aria. Pino con la sua chitarra e la sua poesia, James con il suo sax e la sua forza interiore: due voci diverse, ma la stessa verità. Io ho avuto l’onore di accompagnarli, di vivere quella stagione straordinaria in cui Napoli diventava il centro del mondo. Insieme abbiamo fatto la rivoluzione del suono, portando il Neapolitan Power a vibrare nei cuori di tutti. Ai tempi dei Napoli Centrale eravamo forse più ingenui, ma con tante gioiose speranze e curiosità nel futuro. Eravamo felici… e non lo sapevamo”.
Con grande emozione, Tullio rievoca anche un momento indimenticabile vissuto insieme a Senese oltreoceano: “Non dimenticherò mai quella settimana a New York, tra le luci di Broadway, in occasione dei concerti di Harlem Meets Naples. Io e James trascorremmo giorni intensi, pieni di musica, risate e confidenze. Camminavamo per le strade dell’Harlem nera, dove tutto profumava di jazz, e ci sembrava di essere a casa. In quei giorni ci raccontammo di tutto: le nostre paure, le nostre speranze, la nostra Napoli. James mi parlava della sua infanzia difficile, del sogno di portare il suo sax nel mondo, e io ascoltavo, sapendo di avere accanto un uomo vero, un artista che viveva ogni nota come una preghiera. È stata un’esperienza che mi resterà dentro per sempre”.
“James è stato il simbolo di una generazione che ha trasformato la musica partenopea in un linguaggio universale. La sua arte, potente e viscerale, ha saputo fondere il jazz americano con la passione mediterranea, creando un suono unico, riconoscibile, eterno”.”James – conclude De Piscopo – non è stato solo un musicista, ma una voce del popolo, un uomo che ha dato un’anima alla nostra città. Con lui e Pino abbiamo scritto la colonna sonora dell’anima di Napoli. E quella musica non morirà mai, perché vive dentro di noi, nel vento, nei vicoli, nel cuore di chi ascolta. Addio fratello, continua a suonare lassù: Pino ti sta già aspettando”.
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