venerdì, Novembre 28, 2025
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Acerra, la nuova perizia sull’autopsia: la piccola Giulia di 9 mesi non aveva la gola spezzata. «Morsa con forza, ma non sbranata”

Le conclusioni della consulenza medico-legale depositata in procura nelle ultime ore gettano nuova luce sulla tragedia avvenuta a febbraio ad Acerra, in cui perse la vita la piccola Giulia Loffredo, nove mesi.
Dalla relazione emerge che la bambina non presentava la frattura della noce del collo, ipotesi circolata nelle prime ore dopo il dramma. I periti hanno invece individuato un’unica, potente compressione dentaria, attribuibile al pitbull di famiglia, che si sarebbe rivelata comunque sufficiente a causarne la morte. Non risulterebbero, però, morsi multipli o segni compatibili con un vero attacco predatorio.

A formulare una prima valutazione, la notte dell’incidente, fu il medico della clinica Villa dei Fiori, Emanuele Ceo, che si limitò ad alcuni esami diagnostici data l’immediatezza dei soccorsi.


Le nuove analisi: nessun margine di salvezza

Secondo i consulenti incaricati dai magistrati, la lesione individuata sarebbe stata immediatamente letale, escludendo quindi che un intervento più rapido avrebbe potuto cambiare l’esito.
Il fascicolo d’indagine resta aperto per omicidio colposo, con il padre della piccola, Vincenzo Loffredo, come indagato. Quella sera in casa c’erano lui, la bambina e i due cani di famiglia: il pitbull Tyson e la cagnolina Laika.

La nuova relazione, tuttavia, apre scenari complessi su come si siano sviluppati realmente i fatti mentre Giulia dormiva nel lettone accanto al padre. Quest’ultimo ha riferito agli inquirenti di aver fatto addormentare la bimba intorno alle 22, per poi non ricordare più nulla fino al momento in cui l’ha ritrovata sul pavimento, ferita e coperta di sangue.


Ricostruire quella notte: gli strumenti degli investigatori

Per risalire alla dinamica, gli esperti dovranno incrociare diversi elementi:

  • risultati dell’autopsia e delle valutazioni medico-legali;

  • studio approfondito delle ferite;

  • analisi genetiche sui campioni prelevati (Dna umano e animale);

  • confronto tra il morso e la dentatura del cane;

  • perizia veterinaria e valutazione etologica;

  • riscontri investigativi raccolti finora.

Un nodo cruciale da sciogliere è capire se il cane abbia agito per aggressione o se quel morso possa essere stato un tentativo di trascinare o “aiutare” la piccola, magari percepita in difficoltà. Un interrogativo che potrà essere chiarito solo attraverso un lavoro congiunto tra medici legali e veterinari, anche se l’ultima parola spetterà al giudice.


Il destino dei cani

Subito dopo la tragedia, Tyson e Laika erano stati trasferiti in un canile e posti in isolamento.
Laika è deceduta alcuni mesi fa, senza che la famiglia ne fosse informata se non tramite il proprio legale.
Tyson, invece, è stato sottoposto a osservazione costante e non avrebbe mai manifestato segni di aggressività. Dopo la morte della cagnolina, anche il pitbull è stato liberato dall’isolamento e spostato nel rifugio Lanna di Caivano, dove è tuttora custodito.
L’Asl Napoli 2 ha chiesto una nuova valutazione comportamentale per completare il quadro.

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