Non turisti né amanti dell’arte: fuori dalla Villa dei Misteri a Pompei, duemila anni fa, ad attendere erano braccianti, mendicanti e clienti in cerca di favori.
Lo raccontano i graffiti ritrovati sul muro di una panchina d’attesa appena riportata alla luce: segni incisi dalla noia, testimonianze crude e quotidiane della vita reale fuori dai saloni affrescati.
I graffiti venivano incisi con carbone o oggetti appuntiti mentre il tempo passava lento davanti al portone chiuso. Gli ultimi scavi nella parte finora inesplorata della villa dei Misteri, uno dei più noti monumenti del mondo antico intero, ha portato alla luce la panchina posizionata sulla pubblica via di fronte al portone d’ingresso dell’edificio.
“Durante le lunghe ore di attesa spesso non sapevi se il padrone ti avrebbe ricevuto quel giorno – spiega il direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – forse la sera prima aveva fatto le ore piccole e preferiva dormire, oppure aveva altro da fare. Allora qualcuno che aspettava qui, con un oggetto appuntito o con un pezzo di carbone scriveva sul muro per passare il tempo: si riesce a leggere una data, però senza anno, e un possibile nome. È, per così dire, l’altra faccia dei meravigliosi ambienti affrescati con vista sul golfo, chissà se le persone in attesa davanti al portone avrebbero mai visto una cosa del genere in vita loro. Vedere oggi la villa visitata quotidianamente da migliaia di persone da tutto il mondo è bellissimo: ciò che una volta era un privilegio sociale, oggi è alla portata di tutti, per lo più ogni prima domenica del mese a titolo totalmente gratuito“.
Zuchtriegel ricorda che “troviamo le stesse panchine anche davanti ad alcune domus di Pompei: come in uno studio medico con la sala d’attesa piena, anche le panchine affollate davanti alle domus pompeiane erano un motivo di vanto: più clienti aspettavano davanti al portone, più importante doveva essere il padrone di casa“.
Il rinvenimento è frutto delle recenti indagini archeologiche condotte lungo il fronte nord-occidentale della Villa dei Misteri, nell’ambito del progetto di scavo e messa in sicurezza dell’area, riavviato a seguito dell’abbattimento, grazie ad un accordo con la Procura di Torre Annunziata, dell’edificio abusivo sovrastante.
“La ripresa degli scavi archeologici nella Villa dei Misteri – dichiara il procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – è stata possibile grazie alla collaborazione sinergica tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, in attuazione dei protocolli stipulati tra le due Istituzioni sia in materia di contrasto al traffico illegale di reperti archeologici sia in materia di finanziamento delle demolizioni delle opere abusive realizzate nell’area soggetta a vincoli archeologici di competenza del Parco Archeologico di Pompei. In virtù di questa collaborazione, si è proceduto, oltre che alla demolizione della casa oggetto di lavori abusivi sovrastante la Villa dei Misteri, altresì, alla demolizione, finanziata con fondi del Parco Archeologico, di una struttura del tutto abusiva, destinata ad attività di ristorazione, ubicata nell’area antistante la Villa dei Misteri, in tal modo consentendo la migliore fruizione del sito da parte dei visitatori“.
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