La Procura di Napoli ha ordinato nuovi approfondimenti investigativi sul cellulare di Alessio Tucci, il 19enne che ha confessato l’omicidio della sua ex fidanzata, Martina Carbonaro, appena quattordicenne. Il corpo della ragazza era stato ritrovato alla fine di maggio in una struttura abbandonata del campo Moccia di Afragola, nel napoletano.
Gli inquirenti intendono esaminare nuovamente le chat tra i due giovani, con l’obiettivo di chiarire se l’omicidio sia stato un gesto d’impulso — come sostiene Tucci — oppure un atto premeditato.
Secondo quanto anticipato da Il Mattino, la Procura ha disposto accertamenti irripetibili non solo sul telefono dell’indagato, ma anche su una pietra intrisa di sangue trovata sulla scena del crimine e mai analizzata in precedenza. Si sospetta che possa essere proprio quell’oggetto l’arma usata per colpire la giovane Martina al volto e alla testa.
Inoltre, saranno esaminate le tracce biologiche individuate sotto le unghie della vittima, che potrebbero confermare un estremo tentativo di difesa da parte della ragazza durante l’aggressione.
Il telefono di Tucci era già stato sottoposto a copia forense nei mesi scorsi, ma a metà ottobre è stato nuovamente sequestrato per una seconda analisi. Gli investigatori stanno concentrando l’attenzione sui messaggi che il giovane avrebbe inviato a Martina nelle settimane successive alla rottura della relazione.
L’obiettivo è capire se Tucci, quando incontrò la ex nel campo sportivo di Afragola, avesse già pianificato l’aggressione o se si sia trattato di un raptus violento nato da un rifiuto.
La famiglia della vittima è seguita dall’avvocato Sergio Pisani, mentre la difesa di Tucci è affidata al legale Mario Mangazzo.

 
                                    