Aveva perso tutti i capelli, era arrivata a pesare appena 40 chili ed era sprofondata in una profonda depressione durante il periodo trascorso in carcere, proclamandosi sempre innocente. Ora, per Maria Minei e il suo compagno, è arrivato il tanto atteso verdetto: assolti «perché il fatto non sussiste».
La decisione è stata emessa dal Collegio A della VI Sezione Penale del Tribunale di Napoli, presieduto dal giudice Antonio Palumbo. La coppia era finita a processo con l’accusa di spaccio di banconote false, ma ha sempre negato ogni addebito.
L’avvocato dei due, Gennaro De Falco, già lo scorso anno aveva lanciato un appello pubblico, denunciando le gravissime condizioni di salute della donna: nel corso della detenzione, Minei aveva perso tutti i capelli ed era dimagrita drasticamente, cadendo in uno stato depressivo preoccupante. Le sue condizioni avevano attirato anche l’attenzione dei garanti dei detenuti, che si erano espressi sul caso.
Nel medesimo procedimento sono arrivate invece le condanne per altri imputati, ritenuti parte di una banda specializzata nella falsificazione e nello spaccio di banconote: pene comprese tra i tre anni e mezzo e i due anni e otto mesi di reclusione.
Per Maria Minei, dopo il calvario giudiziario e personale, è arrivata finalmente la parola fine.
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