martedì, Ottobre 14, 2025
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Napoli, trapianti di cuore al Monaldi in aumento del 50%: salgono a 19 con l’operazione che ridà la vita a Franca

Un nuovo battito ha restituito la vita a Franca (nome di fantasia a tutela della privacy), la paziente che nelle scorse settimane ha ricevuto un trapianto di cuore all’Ospedale Monaldi di NAPOLI, presidio dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

L’intervento, eseguito dall’équipe del cardiochirurgo Claudio Marra, direttore dell’Uosd di Cardiochirurgia Generale e dei Trapianti, è perfettamente riuscito e la donna è in buone condizioni, tanto che nei prossimi giorni Franca sarà dimessa e potrà tornare a casa.

Con questa operazione salgono a 19 i trapianti di cuore effettuati nel 2025 al Monaldi, un dato che conferma l’efficacia della nuova organizzazione introdotta dalla direzione Generale guidata da Anna Iervolino.

Nel corso dell’intero 2024 erano stati infatti 20 i trapianti eseguiti al Monaldi, e le proiezioni indicano un ulteriore aumento entro fine anno, segno di una crescita costante che colloca l’Ospedale tra i centri più attivi d’Italia per l’attività trapiantologica.

Il reparto di Cardiochirurgia Generale e dei Trapianti, rappresenta oggi il cuore operativo del programma trapianti, ma la vera novità è nell’impostazione organizzativa. L’approccio voluto dalla direzione Generale supera il modello tradizionale centrato sul singolo specialista per valorizzare un lavoro di squadra che integra competenze diverse in tutte le fasi del percorso, dalla presa in carico del paziente al post-operatorio.

Ogni trapianto, si evidenza in una nota del nosocomio, diventa così il risultato di una rete di professionalità che comprende, oltre alla Cardiochirurgia, anche Infettivologia, Cardiologia, Anestesia e Rianimazione, Immunoematologia, Aferetica e Farmacia ospedaliera, tutte coinvolte sin dal primo momento. Due unità di Cardiologia collaborano in maniera strutturale con l’équipe chirurgica, consentendo ai professionisti che opereranno di seguire il paziente fin dall’inizio, come previsto dal Piano diagnostico terapeutico assistenziale voluto dalla direzione Generale.

Questo modello riduce il senso di spaesamento di chi è in attesa di trapianto e rafforza la fiducia reciproca tra medico e paziente, trasformando la cura in un percorso condiviso. Il follow-up dopo l’intervento è continuo e multidisciplinare: gli anestesisti coordinano le prime fasi del recupero, mentre internisti e cardiologi assicurano la prosecuzione del monitoraggio clinico.

Tra i servizi di eccellenza spicca quello di Aferetica, diretto dalla dottoressa Maria Mottola, che offre ai pazienti la possibilità di sottoporsi alla fotoferesi, un trattamento innovativo che, attraverso un processo simile alla dialisi, modula la risposta immunitaria e riduce il rischio di rigetto.

Grazie a questa tecnica, i pazienti possono essere esposti a dosi minori di farmaci immunosoppressori, riducendo gli effetti collaterali e migliorando la qualità della vita. Il Monaldi, inoltre, è tra i pochi centri in Italia ad aver realizzato con successo trapianti con supporto di cuore artificiale, confermando la sua vocazione alla ricerca e all’innovazione.

“I risultati che stiamo ottenendo, che in prospettiva ci collocano ai vertici in Italia – sottolinea la direttrice generale Anna Iervolino – sono il frutto di un gioco di squadra reale. Abbiamo puntato sull’integrazione delle competenze e sulla collaborazione attiva tra tutte le Unità Operative dei nostri presidi, creando un modello organizzativo che mette davvero la persona al centro. Ogni trapianto è il risultato dell’impegno congiunto di medici, infermieri, tecnici e personale di supporto, che lavorano in sinergia per accompagnare i pazienti in un percorso complesso e delicato come quello del trapianto di cuore”.

La storia di Franca si intreccia idealmente con l’evento in corso in questi giorni a Salerno, dove si sta svolgendo il Transplant procurement management (Tpm) Campania, una tre giorni che riunisce esperti e professionisti da tutta Italia per discutere delle nuove frontiere della donazione e del trapianto. Tra i temi centrali, la donazione a cuore fermo (Dcd), che da giugno ha preso il via anche in Campania.

Una svolta che apre scenari concreti per accorciare le liste d’attesa e dare nuove possibilità di cura in una regione che, da sola, realizza un trapianto su dieci a livello nazionale. “La donazione a cuore fermo rappresenta un tassello fondamentale per ampliare le opportunità di donazione – spiega Pierino Di Silverio, coordinatore del Centro regionale trapianti Campania -. Condividere esperienze e modelli organizzativi, come stiamo facendo al Tpm, significa trasformare la speranza in possibilità reali per tanti pazienti in attesa”.

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